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La musica delle piante di Duilio Zogno. Voce e figlie dell'albero sopravvissuto alla bomba atomica



In mostra alla galleria RArte 8 installazioni, 4 inedite, dell’artista che si ispira ai suoni
del mondo vegetale – Quattro piante sono storiche, figlie di seconda generazione, due sopravvissute alle catastrofi nucleari e altre due provenienti dall’installazione delle “Settemila Querce”a Kassel di Joseph Beuys, maestro della “scultura sociale”. Inaugurazione venerdì 13 Settembre 2019 ore 18. Aperitivo a tema dello chef stellato Augusto Valzelli che nel suo locale bresciano ospiterà un ‘fuori mostra’. La rassegna prosegue fino a domenica 13 Ottobre 2019.

La musica delle piante da ascoltare e da vedere: una nuova originalissima mostra alla Galleria RArte di Brescia con le installazioni dell’artista Duilio Zogno, si inaugura venerdì 13 Settembre 2019 alle ore 18 (via Moretto 2/b). Titolo: Il canto delle piante. In difesa della musica – In difesa della natura”
La rassegna prosegue fino a domenica 13 Ottobre 2019. Orari, venerdì e sabato H 16-19, negli altri giorni su appuntamento (mob. 3400653999).
RArte, nata appena 9 mesi fa, si afferma come spazio in cui idee, opere e voci diverse possono liberamente circolare; un centro di ricerca culturale che dà “spazio” a giovani artisti italiani e non. Zogno in questa occasione presenta 8 installazioni ispirate al suono del flusso linfatico delle piante, catturato digitalmente, tradotto in uno spartito, quindi in musica da ascoltare da abili musicisti, e in opere da vedere per mano di Zogno.
Le prime quattro partiture sono già state presentate al pubblico durante la mostra “A difesa della musica”. Altre quattro rappresentano invece una sorta di evoluzione del progetto, unico al mondo, perché le piante da cui è stato tratto il suono sono ‘figlie’ di piante madri e ‘storiche’ e tutto il processo di estrazione del suono è stato eseguito direttamente da Duilio Zogno.
Vi è quindi qui il concetto di “seconda generazione” che a sua volta richiama alla mente LUCA – acronimo di Last Universal Common Ancestor – promuovendo l’idea di un ultimo antenato comune a tutti gli organismi viventi, una sorta di Eva mitocondriale.

Spiega Zogno: “Il lavoro intitolato A difesa della musica prese vita da una riflessione di Salvatore Satta contenuta nel suo romanzo “Il Giorno del Giudizio” che mi colpì molto: ho sempre pensato che tra le piante, gli animali, il vento ci sia un segreto rapporto. Mi attirò inizialmente proprio l’idea di andare alla ricerca di questo arcano rapporto, curioso come un bambino che smonti una sveglia per cercare di capire che cosa sia il tempo. Nelle prime quattro partiture sono state utilizzate quattro lingue diverse: l’italiano per la “Musica della Quercia”, ossia la lingua della mia anima, come atto di devozione; il greco per la “Musica della Rosa”; il Tamil per la “Musica dell’Ulivo”; il cinese per la “Musica della Ginkgo Biloba”. Le ultime tre sono lingue millenarie tra le più longeve al mondo. Tutt’oggi parlate, sono delle autentiche sopravvissute. Come le piante, sono la concretizzazione della vita che resiste. Noi, in fondo, vediamo con i loro occhi e parliamo con le loro parole. Fondamentale nel mio lavoro è che sia l’uomo ad interpretare la musica delle piante. Ho quindi chiesto al Maestro Sandro Torriani di convertire in partiture i suoni delle emissioni elettromagnetiche. Tali musiche sono state suonate dallo stesso Torriani al sassofono (musica della Rosa), da Chiara Piazza al violoncello (musica dell’Ulivo) e da Alice Mafessoni al flauto (musica della Ginkgo Biloba). Il Maestro Gianfranco Iuzzolino ha convertito in partitura la musica della Quercia, suonata da Paolo Iuzzolino alla tromba”.
Delle altre quattro partiture più inedite, due riguardano la ‘figlia’ della pianta di Kaki sopravvissuta alla bomba atomica di Nagasaki e la ‘figlia’ della pianta di Aogiri sopravvissuta alla bomba atomica di Hiroshima, ora donate al Museo di Santa Giulia di Brescia, divenute partiture grazie al Maestro Claudio Binetti della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova. Hanno eseguito i brani, Stefania Maratti il primo, con un vibrafono e Marcella Lamberti, il secondo, con l’arpa.
Altre due opere sono invece legate alla figura artistica di Joseph Beuys, il cui lavoro sulla “scultura sociale” Zogno segue e apprezza da sempre. La prima partitura è la musica della ‘figlia’ della prima quercia piantata da Beuys nel 1982 a Kassel, in Germania, dove si svolge una delle più importanti manifestazioni internazionali di arte
contemporanea. Mentre la seconda partitura è la musica della ‘figlia’ della settemillesima quercia piantata sempre a Kassel nel 1987, un anno dopo la morte di Beuys, che Zogno ha contribuito personalmente a far nascere.
“Ho chiesto poi di convertirle in partitura a Matteo Bianchi – spiega l’artista-; la ‘figlia’ della settemillesima quercia è sempre suonata da lui all’organo e la ‘figlia’ della prima quercia è suonata da Marco Aiello al pianoforte. Partendo dal concetto di Beuys di Selvicoltura Urbana, ho scelto di rappresentare visivamente le partiture della musica nata dalle piante, utilizzando questa volta il linguaggio della fotografia: la sublime arte di Laura Aguilar per le partiture legate a Joseph Beuys e la fotografia concettuale di Doriano Pellegrini per le partiture legate alla musica delle piante sopravvissute alle bombe atomiche.
La mostra di RArte è quindi un risultato a più mani, nato dell’espressione di varie sensibilità creative che si sono incontrate ognuna con i propri saperi e le proprie abilità, intorno a una riflessione sulla natura, la musica, l’arte e la storia. E infine la cucina con il contributo dello chef Valzelli”.