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L’arte di cercare meteoriti. Una è caduta da poco sull’Italia. Si rastrella una zona ristretta. Come comportarsi


Gli esperti della rete Prisma, coordinata dall’Istituto Nazionale di Astrofisica, ritengono che una meteorite possa essere caduta in provincia di Pistoia, nella zona a nord del comune di Quarrata. E sono iniziate le ricerche. Come cercare e come comportarsi nel caso si trovi quella “pietra extraterrestre”? Sono partiti stamattina dalla Ferruccia di Agliana una trentina di volontari coinvolti nella ricerca del meteorite. Mappa e campioni di meteoriti alla mano, il direttore del museo di Scienze Planetarie, Marco Morelli, e il ricercatore di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, Tiberio Cuppone, che coordinano le ricerche, hanno spiegato esattamente come potrebbe presentarsi sul terreno la meteorite che ha attraversato l’atmosfera della Terra la notte del primo ottobre viaggiando a oltre 50 mila chilometri l’ora.

Vediamo di ricostruire i fatti. “La notte del 1° ottobre, pochi minuti dopo le tre del mattino, otto camere della rete Prisma situate in Toscana e nel centro Italia (San Marcello Pistoiese, Navacchio, Scandiano, Cecima, Camerino, Chianti, Piombino, Perugia) hanno rilevato il passaggio di un bolide, cioè una meteora particolarmente luminosa che potrebbe aver provocato la caduta a terra di un piccolo meteorite. – dicono i responsabili del Museo di Scienze planetarie – L’immagine del bolide, molto evidente, ripreso dalla camera Prisma di Navacchio la notte del 1 ottobre 2021. Subito gli esperti della rete Prisma si sono attivati per cercare di risalire alle caratteristiche principali del corpo celeste. L’analisi preliminare, eseguita da Albino Carbognani (Inaf-Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello Spazio di Bologna) e Dario Barghini (Inaf-Osservatorio Astrofisico di Torino e Università di Torino), evidenzia che il bolide è entrato in atmosfera alla velocità di 16,6 km/s e ha iniziato a essere visibile a circa 77 km di quota percorrendo una traiettoria da sud-ovest verso nord-est. I modelli teorici utilizzati stimano in circa un chilo e mezzo la massa iniziale del piccolo corpo celeste e una finale dell’ordine di un etto (il che corrisponde a una roccia di pochi centimetri di diametro), quindi un oggetto veramente molto piccolo”. La meteorite dovrebbe essere simile a questa, qui sotto

Il meteoroide originario percorreva un’orbita tipicamente asteroidale, a bassa inclinazione sul piano dell’orbita terrestre. È probabile che il vento abbia spostato notevolmente il punto ipotetico di caduta rispetto alla zona in cui il bolide ha cessato di essere luminoso, anche a causa della bassa inclinazione della traiettoria. Tutto considerato, se qualcosa è arrivato a terra, i calcoli preliminari indicano un’area compresa tra le località di Lucciano (Pistoia) e Oste (Prato).
“Da un lato, la possibilità di ritrovare la meteorite è sicuramente condizionata dalla probabile piccola dimensione – proseguono gli studiosi del Museo – ma occorre considerare che la zona dello strewn field (cioè il territorio dove è possibile ritrovare il corpo celeste) non è sul picco di una montagna ma in una zona relativamente accessibile. Non è quindi ingiustificato sperare in un nuovo ritrovamento al suolo, che bisserebbe quello ormai storico della meteorite Cavezzo, avvenuto il 4 gennaio 2020”.

Chi dovesse ritrovare un sasso sospetto nella zona indicata è pregato, prima di raccoglierlo, di seguire le istruzioni contenute nell’immagine seguente.

È importante che eventuali reperti dubbi vengano esaminati da un esperto, capace di riconoscere se la roccia sospetta può provenire dal cielo o se si può già escludere da un esame preliminare, anche attraverso un’immagine fotografica, la sua origine meteorica. In ultimo, specifichiamo che non esiste nessun pericolo per la salute o altro derivante dal ritrovamento della presunta meteorite, che in sostanza è un pezzo di roccia inerte. In caso di potenziali ritrovamenti si prega inviare immagini e segnalazioni al Project Office del progetto PRISMA all’indirizzo: prisma_po@inaf.it o ai riferimenti indicati in calce. “Vi preghiamo pertanto di diffondere la notizia presso il pubblico, invitando i cittadini dell’area compresa nella zona di massima probabilità di caduta a segnalare all’indirizzo indicato in calce eventuali rocce o frammenti che trovassero sui loro terreni di proprietà o altrove e che sembrino ai loro occhi strane o anomale perché potrebbe trattarsi di pezzi o di frammenti del meteorite. In particolare, se qualche abitante della zona si imbattesse in un sasso ricoperto da una patina scura e con gli angoli smussati lo segnali a PRISMA inviando una foto a prisma_po@inaf.it oppure al MUSEO DI SCIENZE PLANETARIE di Prato chiamando il numero 335 8486580 e lasciando i vostri dati o inviando una mail con le fotografie a info@museoscienzeplanetarie.eu.