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Lavori per l’acquedotto portano alla luce tratti della via Flaminia antica con segni di passaggio dei carri


Nell’ambito dei lavori di scavo finalizzati alla messa in opera di una nuova condotta idrica a Riano, in provincia di Roma, lavori svolti da Acea Ato2 S.p.A, sono stati rimessi in luce due tratti dell’antica via Flaminia, strada consolare costruita dal censore Gaio Flaminio per collegare Roma con l’Italia centro- settentrionale e realizzata in soli due anni, tra il 220 e il 219 a.C. Lo comunica ora la Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Etruria Meridionale.

Subito sono partite le indagini archeologiche svoltesi a cura della società Archeo dell’archeologo dott. Fabio Turchetta e sotto la Direzione Scientifica della Soprintendenza, con Funzionario competente Dott.ssa Biancalisa Corradini.

“La via basolata – i basoli sono pietre piatte che erano utilizzate dai romani per la pavimentazione stradale, ndr – individuata ad una profondità di circa -0,90 m dall’attuale piano di calpestio, è stata indagata per un tratto lungo 27 metri. – fice la Soprintendenza dell’Etruria meridionale – In questo tratto la moderna via Flaminia ripercorre in maniera piuttosto precisa il tracciato della via romana, fatta eccezione per un lieve disassamento. La strada antica, che presenta i tipici solchi carrai, è stata indagata per una larghezza massima di 4 metri e conserva solo piccole porzioni dell’originaria crepidine sul limite occidentale. Non è stato invece possibile riportare alla luce il limite orientale del basolato antico che prosegue al di sotto del piano stradale della via Flaminia moderna. Un ulteriore tratto dello stesso tracciato antico è stato identificato 90 metri più a nord, sulla banchina occidentale della strada moderna immediatamente a ridosso del Monumento dedicato a Giacomo Matteotti; anche in questo caso il basolato romano risulta perfettamente conservato a soli 0,80 m di profondità dall’attuale piano di calpestio della via Flaminia moderna”.