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Le bolle di sapone nell'arte. Quadri meravigliosi di leggerezza e vanità. Ma non solo…


È forse già una cosa seria?
Non è per nulla seria.
Sono delle bolle di sapone, delle pure chimere…

Fëdor Dostoevskij, Delitto e Castigo

 

Karel Dujardin, Allegoria della vanità umana, 1663, oil on canvas 139,2 x 117,1 x 9,3 cm, Copenaghen, Staten Museum for Kunst

Simbolo della fragilità, della caducità delle ambizioni umane, della vita stessa, fin dal Cinquecento, le bolle di sapone hanno affascinato generazioni di artisti per quei giochi di colore che si muovono sulle superfici saponose, per la loro lucentezza, per la loro leggerezza. Ma non è stato solo un sogno inutile, di gioia infranta. Sulle bolle abbiamo costruito un mondo di trasparenze, abbiamo iniziato a fare i primi esperimenti del volo. Abbiamo visto la realtà apparente deformata da un’utopia realizzabile. Isaac Newton, nel libro Opticks, or a Treatise of the Reflections, Refractions, Inflections and Colours of Light descrive in dettaglio i fenomeni che si osservano sulla superficie delle lamine saponate, per arrivare alle attuali sperimentazioni attraverso l’ausilio della computer grafica, la rassegna evidenzia l’importanza che le bolle hanno rivestito in tutta la scienza contemporanea, e come queste ultime scoperte, a loro volta, continuino a ispirare artisti e architetti contemporanei nelle loro creazioni.
Fra Galgario, Jan Bruegel il Giovane, Karel Dujardin, Man Ray, Max Beckmann, Giulio Paolini, artisti di natura morta, pubbblicitari si soono misuratoi con questa meraviglia del soffio. Tra vanità e sogno. Tra idealità e crudezza delle spine.
Vittore Ghislandi, detto Fra’ Galgario, Ritratto di fanciullo con bolle di sapone, XVII – XVIII sec., olio su tela, cm 75,2 x 60,9 x 2,3 con cornice, cm 101 x 87,5 x 8, Collezione Koelliker

 
E dalle bolle di sapone
è nata una mostra, a Perugia

Charles Amédée Philippe Van Loo (French, 1719 – 1795), Soap Bubbles, 1764, oil on canvas, Gift of Mrs. Robert W. Schuette 1945.10.2


La Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, dal 16 marzo al 9 giugno 2019, ha affrontato per la prima volta, in una mostra specifica dedicata, tematica tradizionalmente correlata al genere artistico della natura morta e della vanitas.
La rassegna propone un excursus sulla nascita dell’interesse artistico, scientifico, culturale delle bolle e delle lamine di acqua saponata. L’esposizione, dal titolo Bolle di sapone. Forme dell’utopia tra vanitas, arte e scienza, curata da Michele Emmer, già professore ordinario di Matematica all’Università Sapienza di Roma, e Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, si presenta come un’iniziativa interdisciplinare che, parallelamente al percorso storico artistico, racconta la nascita dell’interesse scientifico, fisico e matematico delle lamine saponate, modelli di una geometria delle forme molto stabili.

Il percorso si compone di circa 60 opere che coprono un lungo arco di tempo che va dal Cinquecento alla contemporaneità, di autori quali Fra Galgario, Jan Bruegel il Giovane, Gerrit Dou, Karel Dujardin, concesse in prestito dalle più importanti istituzioni nazionali e internazionali, tra cui la Galleria degli Uffizi di Firenze, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, la National Gallery di Londra, la National Gallery di Washington e si apre con alcune opere allegoriche legate al tema della Vanitas. La prima sezione racconta inoltre della nascita di questa iconografia, sottolineando l’influenza che i lavori di Hendrick Goltzius hanno avuto nell’arte olandese del XVI e XVII secolo.
La rassegna continua proponendo una panoramica esaustiva del tema che arriva fino al Novecento con lavori di artisti quali Man Ray, Max Beckmann, Giulio Paolini, fino a giungere alla sua trattazione nell’ambito dell’architettura contemporanea, con la maquette del Water Cube, la piscina olimpionica di Pechino progettata dallo studio australiano PTW Architects, con il quale hanno collaborato China State Construction Engineering Corp e Arup Ltd.
Giulio Paolini, Belvedere, 1990, matita e collage su carta blu, collezione privata

La mostra presenta, inoltre, una sezione dedicata a stampe e incisioni, fotografie, nonché locandine e manifesti pubblicitari. Importanti in questo senso sono le affiche provenienti dalla Collezione Salce di Treviso, che illustrano la grande fortuna di questo soggetto a scopi pubblicitari per la vendita di prodotti legati soprattutto alla cura della persona, a partire dal celebre esempio del manifesto del sapone Pears, rielaborato a partire dal dipinto Soap Bubbles, del pittore e illustratore britannico John Everett Millais (1829-1896).
Parallelamente al percorso artistico, l’esposizione documenta il fondamentale ruolo giocato dalle bolle di sapone nelle ricerche settecentesche sulla rifrazione della luce e sui colori, fino a quelle successive circa le teorie sulle superfici minime o sulle forme di aggregazione organica della materia.
Anonimo, Stampa satirica raffigurante Napoleone che gioca con le bolle di sapone, 1810-1814, Roma, Museo Napoleonico

Man Ray, Lee Miller Blowing Bubbles, Lee Miller Archives, Essex (UK)

Accompagnano l’esposizione un catalogo scientifico edito da Silvana Editoriale e un libro per bambini edito da Aguaplano libri con testi di Michele Emmer e illustrato da Francesca Greco.
Perché soffiare bolle di sapone è da sempre un divertimento: alcune sono piccole, altre più grandi, altre grandissime; alle volte due o più si attaccano insieme e allora si ottengono delle forme non più sferiche ma molto più complesse. Se c’è il vento volano lontano, altrimenti ondeggiano nell’aria e restano come sospese. Se c’è il sole e le si guarda in trasparenza, si possono vedere i colori dell’iride che si muovono sulle superfici saponate.
In questa ottica una serie di eventi collaterali, come spettacoli e performance dal vivo di vario genere sul tema delle bolle; talk, visite guidate, proiezioni, laboratori didattici per adulti e bambini e conferenze scandiranno tutto il periodo delle bolle in Galleria.
L’ispirazione per la mostra giunge dal testo di Michele Emmer pubblicato nel 2010, Bolle di sapone tra arte e matematica (Bollati Boringhieri), in cui vengono esplorate le interrelazioni con la matematica, la pittura, la fisica e l’architettura. L’importante saggio, summa del lavoro di ricerca di tutta una vita, ha vinto il Premio Viareggio 2010 per la sezione saggistica.
Una storia esemplare dei legami tra arte e scienza che tocca tutta l’Europa e che riempie di meraviglia per un’evoluzione inaspettata. Grandi artisti, grandi scienziati, grandi architetti, tutti affascinati dalle forme delle bolle e delle lamine di sapone.
La mostra è inserita tra i progetti Art Bonus della Galleria Nazionale dell’Umbria per l’anno 2019, trovando un generoso e fondamentale sostegno nella Famiglia Campanile, fondatrice di una delle più importanti realtà industriali del territorio, la SACI Industrie S.p.A.
Con una storia quasi centenaria, SACI oggi è uno dei principali attori internazionali nel settore della detergenza domestica e professionale.
Fortemente legati al territorio e attivi nella vita culturale della città, Antonio Campanile con i figli Filippo, Alessandro e Lorenzo Campanile hanno sostenuto con convinzione la realizzazione di questa mostra il cui tema conduttore ben si sposa con l’attività manifatturiera in cui SACI Industrie è specializzata.
BOLLE DI SAPONE. Forme dell’utopia tra vanitas, arte e scienza
Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria (corso Pietro Vannucci, 19)
16 marzo – 9 giugno 2019
Orari: da martedì a domenica, 8.30-19.30; lunedì 12.00-19.30 (ultimo ingresso ore 18.30)
Biglietti: intero, € 8,00; ridotto, € 4,00, Gratuito (per le singole categorie consultare il sito www.gallerianazionaledellumbria.it/visita); Card Perugia Città Museo
Informazioni: Tel. 075.58668415; gan-umb@beniculturali.it
Biglietteria/Bookshop: Tel. 075.5721009; gnu@sistemamuseo.it
Sito internet: www.gallerianazionaledellumbria.it
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