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Le stilettate di Zana. Con Tiepolo. Quando la peste non è il peggiore dei mali


Giambattista Tiepolo, Santa Tecla libera Este dalla pestilenza, 1758
STILETTATE
di Tonino Zana
L’ultima convivenza è con il covid, c’eravamo tanto odiati, giustamente, ora ci sopportiamo. Reciprocamente.
Il covid. dal canto suo, si muove come crede, decide di mutare, sparisce quando sparisce con il caldo e preannuncia il rientro a giorni. Intanto ha deciso, il covid, di dimettersi dal terrorizzare, al suo posto è subentrata la guerra, la crisi delle bollette e un’idea profonda di incertezza.
Sul fronte nostro si è deciso di lasciarlo perdere, faccia un poco quello che crede e comunque, se accadrà, ci arrangeremo e così ci siamo alleati su un’idea di covid-quasi influenza e avanti.
Ho volato, di recente, sull’aereo l’unica e sola mascherina era di quella signora che insegna a non annegare e nessuno la ascolta. In aeroporto avrò contato 10 mascherine e in una riunione pubblica, metti 2 o 3. Nessuno rimprovera nessuno e a pranzo, per forza, la mascherina è abolita per necessità orale. L’impressione è di una dimissione generale dal virus, di un fatalismo perchè, forse, lo star male, di questi tempi, non è il peggiore dei mali e l’ingiuria sia lontana dalle mie parole, ho figli e nipote e quindi conosco il valore dell’ansia e di certe parole usate fuori dai freni inibitori.
Adesso arriva tutto insieme, guerra virus in risveglio, crisi economica e noi italiani ci appelliamo al buon talento storico di essere i migliori nel tempo peggiore.
Forse sarà ancora così.
Mettiamocela tutta e trattiamo patti amichevoli con l’autunno.