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Le stilettate di Zana. Con Totò e la Fontana di Trevi. Nel mercato medio-basso si affollano i falsi d’arte


STILETTATE
di Tonino Zana
Quel Totò farebbe affari d’oro. Venderebbe Napoli e Roma e sopra prezzo un quarto di Toscana. Pensate che pacchia via web, la Fontana di Trevi, indimenticabile quel film, sarebbe data due per tre nel giro di pochi secondi, il Campidoglio a rate, problematico un mutuo sul Colosseo.
Mai stato un tempo di truffe come questo. Via telematica e di conseguenza via orale, reale e non virtuale. Ho conosciuto un Totò in sedicesimo in questi giorni. Si muove con convinzione e vince. Tu sai di avere di fronte un truffatore e finisci per lasciarlo fare in onore alla sua insistenza.
Del resto, sulle pagine di un quotidiano d’arte, è impressionante ripetere di stare attenti. In circolazione, nel corpo medio basso ancora più che alto del mercato pittorico, circolano più falsi che autentici e quindi rischiano di trascinare al peggio, il meglio. Non si dice che la moneta cattiva scaccia quella buona?
Che fare?
Chiedere a chi ne capisce, scegliere bene chi capisce altrimenti la truffa parte dalla testa del serpente. E chi capisce? Il mio direttore più di tutti e non è una slinguata, è la verità. Chi vende e chi compra, non raramente è in buona fede, non capisce nulla chi vende e ancora meno chi compra, risultato, un affarone di scemenza al punto che, appena arriva chi comprende veramente, fatica a farsi largo e lascia perdere. Di questo passo, i falsi, i truffatori rischieranno di valere più degli autentici e presto circoleranno mille Gioconde, cento – ciao Pepa, altro che cento!? – Urlo di MUnch, un paio di centinaia di Picasso ultima maniera e andate avanti voi.
Domani mattina, presto se potete, date un’occhiata alla vostra piazza, che non l’abbiamo venduta, notturnamente, e portata via.