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Leonardo Pivi – Quando una divinità dell’Olimpo si innamora di una bambola gonfiabile


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Leonardo Pivi, Platonic love, dettaglio, copyright riservato
Leonardo Pivi, Platonic love, dettaglio, copyright riservato

Leonardo Pivi sta lavorando a una serie di opere in marmo scolpite da modelli in gesso, realizzate in scala 1:1, con l’obiettivo di richiamare i modelli formali della classicità, all’interno dei quali convivono tipologie bizzarre e personali che si animano mostrando una potente vitalità spaziale, su cui l’autore interviene, mettendo a frutto i suoi studi sulla luce con l’ambizione di aggiornare il concetto classico e neoclassico di bellezza del corpo umano nel terzo millennio.

Leonardo Pivi, platonic love, dettaglio, copyright riservato
Leonardo Pivi, platonic love, dettaglio, copyright riservato


Colti in atteggiamenti al limite dell’osceno e del provocatorio, i personaggi di Pivi evocano una varietà di modelli ispiratori come il bello ideale e divinizzante e la materialità carnale plasmata con religiosità che ascolta e guarda gli dei, senza per questo sottrarsi a riferimenti più contemporanei come bambole gonfiabili e Crash Test Dummies, dando nuova veste alla fredda natura della materia marmorea e riportando l’attenzione sul corpo umano e a valori ad esso associati come la monumentalità, il dinamismo, la torsione e il movimento. “Di fronte alle opere di Pivi ci si colloca in una posizione in grado di cogliere lo slittamento del classico – dice il critico Maurizio Bernardelli Curuz – La modernità sta in un punto che non si colloca nè in direzione dell’apollineo nè in quella del dionisiaco, che risultano elementi estremizzati, ma nello spiazzamento metafisico-grottesco, in grado di creare una viva corrente semantica attorno alle sculture. Modelli romani o ellenistici sembrano calati all’improvviso nella realtà contemporanea e ne risultano assolutamente traumatizzati. E’ su questo trauma del platonismo – così come siamo avvolti da pure sollecitazioni materiali – che si gioca l’humour vivificante di Pivi”.
Spaziando da tematiche che vanno da fatti di cronaca ad altri considerati pilastri del tormento esistenziale, Pivi indaga nuovi possibili scenari poetici ed espressivi utilizzando l’arma della bellezza intesa ancora come riparatrice e consolatrice dell’animo.

Leonardo Pivi, platonic love, dettaglio, copyright riservato
Leonardo Pivi, platonic love, dettaglio, copyright riservato

La mostra Platonic Love

A pochi metri dalla Stazione Centrale di Milano, in via Gluck, una delle strade simbolo della crescita del capoluogo lombardo negli anni settanta, sorge Gluck50, nata nel 2013 come residenza privata per artisti e spazio innovativo che accoglie, su invito, artisti italiani e internazionali, già affermati ed emergenti, che possono esprimersi in assoluta libertà, al fine di creare progetti d’arte di alto livello.
Questa realtà si pone tra i principali obiettivi quello di promuovere, sostenere, documentare la crescita artistica contemporanea di talenti, condividendo e contemplando la realizzazione di progetti d’arte ambiziosi, originali e complessi.
Dopo Thiago Rocha Pitta e Yuki Kimura, dal 7 maggio al 26 luglio 2014, Gluck50 presenta Platonic Love, la mostra personale di Leonardo Pivi (Cesena, 1965), pensata appositamente per lo spazio espositivo nel corso del progetto di residenza per artisti avviato nel 2013.

Leonardo Pivi: Platonic Love, fino 26 luglio 2014, Gluck50, Via Gluck 50,Milano, T. +39 02 45484623, info@gluck50.com, Catalogo Mousse Publishing  Orari: lunedì – venerdì, 10-13; 15-19; sabato su appuntamento.Ingresso libero. Ufficio stampa CLP Relazioni Pubbliche

Anna Defrancesco, tel. 02 36 755 700
anna.defrancesco@clponline.it

 

Leonardo Pivi, Anima mundi, dettaglio, copyright riservato
Leonardo Pivi, Anima mundi, copyright riservato

LeonardoPivi

Note biografiche 

Leonardo Pivi, Neoplatonic, 2013-14, 50x70 cm, copyright riservato
Leonardo Pivi, Neoplatonic, 2013-14, 50×70 cm, copyright riservato

Leonardo Pivi nato nel 1965 a Cesena (FC).Vive tra Milano e Riccione. Si laurea nella materia di pittura presso l’Accademia Belle Arti di Bologna nel 1988. Nei primi anni Novanta comincia il suo percorso espositivo, realizzando le sue prime istallazioni scultoree di piccolissime dimensioni. Di questo primo periodo gli eventi più rilevanti da segnalare sono le due mostre personali, la prima “Anima mangia anima” nella sede storica della galleria Neon di Bologna (curata da Roberto Daolio), nel 1994 “Atto di preghiera” presso la galleria Analix di Ginevra (curata da Gianni Romano).

Tra le più recenti esposizioni personali nel 2004 “Corpo estraneo” galleria Astuni Bologna (curatori Luca Beatrice, Marco Senaldi); “Upload”, Torino, personale presso Marena rooms Gallery (curata da Guido Curto), 2013 “Terra bruciata” presso il Museo FAR, Fabbrica Arte Rimini (curatore Marco Senaldi).
Ha partecipato ad importanti mostre collettive nazionali ed internazionali di rilievo: “Giro d’Italia” galleria Sargentini (Roberto DaOlio), “Rentrè” (curata da Renato Barilli); “Vingt pieces fragiles”, Ginevra (Gianni Romano); “Il marmo e la celluloide” e “Cover teory”, (Marco Senaldi); “Figurazione e defigurazione” alla Galleria Civica di Bolzano (Letizia Ragaglia); nel 2003 alla Basilica palladiana di Vicenza: “generazionale” (curata da Beatrice Buscaroli), e alcune biennali tra cui nel 2007 la Biennale di Scultura a Carrara (Francesco Poli).


 Leonardo Pivi, Fuoco sacro, 2013-14, 50x70 cm, copyright riservato

Leonardo Pivi, Fuoco sacro, 2013-14, 50×70 cm, copyright riservato