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L’inconscio e il fantastico nell'arte di Franco Rinaldi


Stile arte intervista l’artista Franco Rinaldi

Iniziamo con una breve scheda anagrafica, come se leggessimo una carta d’identità. Nell’ambito dell’espressione artistica può immediatamente specificare il suo orientamento stilistico ed espressivo?
L’arte è entrata nella mia vita prestissimo,sono nato nel 1954 e comincio a 17 anni da autodidatta seguendo  alcuni maestri locali, ma presto tutto questo mi sta stretto e dopo un giro nei musei europei rivolgo il mio interesse altrove. La lettura delle opere di Kafka mi è fatale,e l’arte nella sua parte più legata all’inconscio e al fantastico diventano il mio binario dove far viaggiare il lavoro, anche se non ho una corrente precisa dove inserire il mio modo di operare, preferisco dire che è la qualità estetica del lavoro dove vanno gli sforzi maggiori,la mia corrente preferita.


Franco Rinaldi, Una lacrima sola,2013
Franco Rinaldi, Una lacrima sola,2013

Ci può raccontare imprinting visivi, immagini artisticamente ossessive, che hanno preceduto e assecondato la scelta di intraprendere la strada formativa per diventare artista?
Sembrerà strano ma è la letteratura la cosa che mi ha sempre formato come artista,anche se ho fatto un lungo viaggio da giovanissimo per vedere Van Gogh, ero affascinato dalla sua figura più che dalla sua arte,ho amato il gruppo del ponte e gli espressionisti per poi rimanere folgorato da Alberto Savinio prima eVictor Brauner con tutti i surrealisti poi.
La formazione vera e propria. Dove e su cosa ha particolarmente lavorato? Sono esistite, in quel periodo, infatuazioni espressive poi abbandonate? Come si sviluppa e si conclude – nel senso stretto dell’acquisizione dei mezzi espressivi – il periodo formativo?
Ho lavorato per un periodo su una figurazione sempre attenta, misurata, con grande qualità pittorica(frequentavo corsi serali di disegno in accademia e in studio da maestri locali molto esigenti) mi confrontavo con il paesaggio en plain air,insomma tanto lavoro per avere la padronanza dei mezzi poi il resto è venuto da solo.
Franco Rinaldi, Nel paesaggio del sogno, 2013
Franco Rinaldi, Nel paesaggio del sogno, 2013

Nell’ambito dell’arte, della filosofia, della politica, del cinema o della letteratura chi e quali opere hanno successivamente inciso, in modo più intenso, sulla sua produzione? Perché?
Ho detto prima di F.K ma mi sono sempre trovato a lavorare con poeti e scrittori dopo aver cominciato la mia produzione grafica, ho cominciato a collaborare con piccole case editrici sin dai primi anni 80 portando i miei lavori in importanti esposizioni e poi con copertine di libri, tra cui La vita Facile di Alda Merini.
Gli esordi come e dove sono avvenuti? Ci può descrivere le opere di quei giorni e far capire quanto e come le stesse – anche per opposizione – abbiano inciso sull’attuale produzione?
Ho appena terminato una mostra al Museo Diocesano di Brescia sul tema dell’angelo, bene le immagini che da ragazzo mi affascinavano erano gli angeli dipinti sulle volte delle chiese e ora escono da questa mia mostra completamente ripensati,portati nel vuoto del mistero.
Franco Rinaldi, La cortigiana, 2013
Franco Rinaldi, La cortigiana, 2013

Quali sono stato gli elementi di svolta più importanti dall’esordio ad oggi. Possiamo suddividere e analizzare tecnicamente, espressivamente e stilisticamente ogni suo periodo?
Sostanzialmente ho avuto tre periodi, il primo tonale, novecentesco ,il secondo ha portato all’interno del mio lavoro il simbolismo, il terzo che continuo tuttora con mutazioni che sono la base della mia ricerca.
Ci sono persone, colleghi, collezionisti, galleristi o critici ai quali riconosce un ruolo fondamentale nella sua vita artistica? Perché?
Nel percorso sono entrato in contatto con molti critici che mi hanno sostenuto, sarebbe difficile fare un elenco,galleristi sinceramente non ho avuto molte collaborazioni, io sono un artista solitario e schivo e mi rendo conto che questo e limitante, ma sono così.
Franco Rinaldi, Nella voliera dei sogni, 2013
Franco Rinaldi, Nella voliera dei sogni, 2013

Materiali e tecniche. Ci può descrivere, analiticamente, come nasce una sua opera del periodo attuale, analizzandone ogni fase realizzativa, dall’idea alla conclusione?
Il lavoro parte dal buio della carta o tela bianca, io dico sempre che opero togliendo l’immagine dal bianco risolvendo gli errori che incontro. Comincio chiedendomi dove quello che voglio realizzare è posizionato nel bianco della carta o tela, spesso questa fase è molto lunga e sofferta ma poi una volta che mi si mostra, l’immagine cresce velocemente, velatura dopo velatura, fino a quando anche un piccolo tratto sarebbe di troppo, e a volte mi è difficile collocare la firma senza turbare l’equilibrio. Finita l’opera, devo subito toglierla alla vista per lasciare posto alla successiva che si sta formando dentro di me.
Progetti nell’ambito espressivo e tecnico?
Io ho un sogno non realizzato, avere la committenza di uno spazio enorme da realizzare a 360 gradi, dove il visitatore entri nell’immagine e vi venga avvolto.
Ecco questo sarebbe un bellissimo viaggio che mi piacerebbe intraprendere.
Franco Rinaldi, Lacrime sparse nel sogno, 2013
Franco Rinaldi, Lacrime sparse nel sogno, 2013

Ha gallerie di riferimento? Dove possono essere acquistate le sue opere?
No  non ho gallerie di riferimento, mi sono confrontato in spazi pubblici, non ho legami commerciali.
Orientativamente, quali sono le quotazioni o comunque i prezzi delle sue opere, indicando le commisurazioni?
È difficile da dire ogni opera ha la sua vita e il suo valore.
 A parte lei – che diamo come autore da acquisire – può indicarci il nome di colleghi di cui acquisterebbe le opere nel caso fosse un collezionista?
Se posso, due, uno Savinio e poi il più grande artista vivente A.Kiefer
Eventuali indirizzi o numeri di contatto:
info@rinaldifranco.it
www.rinaldifranco.it