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Nostradamus. Fu disegnatore. Tramandò i segreti attraverso illustrazioni. E fu ritratto dal figlio pittore


Al centro, il ritratto di Nostradamus, dipinto dal figlio César. Attorno: i disegni acquerellati che vengono attribuiti al maestro

Nostradamus, oltre che con le quartine poetiche, si esprimeva, per le sue “profezie” con disegni acquerellati, che dovevano costituire interrogativi, frutto di regole consolidate dalla storia. Pittore e “pre-visore, più che semplice ciarlatano. I disegni che Nostradamus elabora, forse poi completati, in anni successivi, dal figlio pittore, si riferiscono alle pratiche ermetiche del Medioevo e rispondono a un’iconografia ripresa da libri, illustrazioni e dipinti dell’epoca. Questo apparato iconico inscrive Nostradamus in una tradizione che tende a individuare i meccanismi logici della storia umana, sottoposti alla variante del Caso o del Caso. E pertanto le opere del maestro non andrebbero lette – anche sotto il profilo delle immagini – come profezie ma previsioni di situazioni dettate da una “macchina delle combinazioni”. Ciò che emerge da quelle immagini sono linee tendenziali, alle quali attingere secondo la sapienza antica, sapendo che una tendenza può essere modificata dal libero arbitrio.
Un notevole apporto grafico di Nostradamus – e probabilmente del figlio César” – è costituito da un manoscritto I Vaticinia Michaelis Nostradami de Futuri Christi Vicarii ad Cesarem Filium (più brevemente Vaticinia di Nostradamus) sono una serie di immagini conservate in un manoscritto illustrato del XVII secolo.
Si tratta di una raccolta di 80 immagini acquarellate, rilegate sotto forma di codice, scoperte nel 1982 dalla giornalista Enza Massa nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (Fondo Vittorio Emanuele 307) e attribuito a Nostradamus (Michel de Notre-Dame, 1503-1556).
In una scheda originale dei padri certosini, allegata al manoscritto, si afferma che il codice venne portato a Roma dal figlio, César de Notre-Dame, per essere donato al cardinale Maffeo Barberini, futuro papa Urbano VIII (pontefice dal 1623 al 1644).






I Vaticinia Michaelis Nostradami de Futuri Christi Vicarii ad Cesarem Filium (più brevemente Vaticinia di Nostradamus) sono una serie di immagini conservate in un manoscritto illustrato del XVII secolo.
Un manoscritto simile a questo è il Marston MS 225, che si trova nella biblioteca dell’Università Yale, a New Haven (Connecticut). Il manoscritto proviene dalla Baviera e Boemia, probabilmente nell’ambito delle corti degli imperatori e Federico II di Svevia e di Massimiliano I, presso cui ebbero molto probabilmente un grande impatto. L’origine delle immagini è da rinvenire nel Vaticinia de Summis Pontificibus. Con alcune aggiunte e varianti eseguite da Nostradamus oppure da suo figlio Cèzar de Nostre-Dame.
Le figure sono una serie di rappresentazioni profetiche e avvenimenti e personaggi, che coprirebbero un periodo che va dai primi decenni del XVII secolo fino ai primi decenni del XXI secolo, forse utilizzate da César de Notre-Dame per accreditarsi presso la Curia Romana e l’Imperatore. Ma l’opera di Nostradamus non va osservata, con l’occhio a noi contemporaneo, come il frutto di un lavoro di un ciarlatano. La scienza ermetica aveva messo a punto sistemi di combinazioni delle probabilità, a partire da assodati presupposti e dal comportamento umano, lineare e prevedibile nei secoli.
Nostradamus, cenni biografici

Proveniente da una famiglia ebraica che aveva vigorosamente abbandonato la religione d’origine per convertirsi al Cristianesimo, Michel Nostradamus nacque il 14 o 21 dicembre del 1503 a Saint-Rémy-de-Provence nel sud della Francia – la cittadina in cui Vincent van Gogh, nel 1889-1890 fu ricoverato in manicomio e alcuni capolavori assoluti quali la Notte stellata ed un celebre autoritratto – da una famiglia benestante della borghesia locale. Il padre era notaio e, contemporaneamente mercante di cereali. Il cognome Nostredame – Notredame, Notre-Dame o Nostradama, secondo le diverse trascrizioni, latinizzato nei libri in Nostradamus – venne attribuito all’atto della conversione a Guy de Gassonet, nonno del geniale e controverso farmacista, medico, filosofo e astronomo.
A quindici anni Nostradamus entrò all’università di Avignone, ma dopo il primo anno – affrontati gli studi di matematica, retorica, astronomia e astrologia – fu costretto ad abbandonare la città e l’università, a causa di un’ondata devastante di peste. Questa malattia avrebbe caratterizzato le ricerche che egli svolse per numerosi anni, con il fine di individuarne una cura. Secondo la tradizione Nostradamus avrebbe poi per otto anni alla ricerca di erbe che potessero fungere da rimedi alla peste, facendo, al contempo lo speziale. Voleva diventare medico e, per questo, nel 1529, si iscrisse all’Università di Montpellier, ma fu espulso quando si venne a sapere che aveva lavorato con le erbe, considerati rimedi popolari senza base scientifica. Lo studente però insistette e, al terzo tentativo, fu ammesso e dovette discutere rapidamente la tesi perchè in documenti di quegli anni viene definito dottore. Raggiunse la notorietà, nella Francia meridionale, quando creò una pillola rosa che si supponeva proteggesse dalla peste. Ad Agen, cittadina occitana in cui si sposò ed ebbe due figli, Nostradamus vide la propria famiglia sterminata probabilmente dal male per il quale egli aveva pensato d’aver trovato rimedio. Ma nonostante questo proseguì la propria personale battaglia contro questa patologia, aiutando i medici marsigliesi a combattere, nel 1545, un’altra ondata epidemica. Nel frattempo egli viaggio molto per la Francia e l’Italia, lavorando su arcaiche ricerche di farmaci ricavati dalle erbe e alla sperimentazione.
Nel 1547 si stabilì a Salon, dove sposò una ricca vedova di nome Anne Ponsarde, e da lei ebbe tre figli e tre figlie. Fu allora che, probabilmente ritenendo che esistesse – come all’epoca si pensava – un collegamento tra gli astri e le malattie, iniziò ad approfondire l’astrologia, l’ermetismo e l’occulto. Stando al racconto tradizionale, scrisse un almanacco nel 1550; decise anche di scriverne uno ogni anno. Si ritiene che quegli almanacchi contenessero almeno 6.338 profezie.
Egli iniziò il suo progetto di scrivere mille quartine (poesie di quattro versi) in francese,che formano le supposte predizioni per le quali oggi è famoso; le quartine effettivamente pubblicate furono tuttavia 942. Per il timore di rendersi vulnerabile ai fanatismi religiosi – ma anche perchè la scienza emetica non poteva essere apertamente rivelata – oscurò i suoi versi utilizzando giochi di parole e vari linguaggi insieme, come il provenzale, il greco, il latino, l’italiano, l’ebraico e l’arabo.
Le quartine, raccolte in un libro intitolato Les Propheties, ricevettero diverse reazioni dopo la pubblicazione. Alcuni pensarono che Nostradamus fosse un servo del diavolo, un impostore o un pazzo, mentre gran parte dell’élite credeva che le sue quartine fossero profezie ispirate spiritualmente. Tra i suoi ammiratori e sostenitori ebbe Caterina de’ Medici, moglie del re Enrico II di Francia, una delle ammiratrici di Nostradamus, che, successivamente fu nominato consigliere e medico del re Enrico III Valois. Morì il 2 luglio 1566 per idropisia.


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