Press "Enter" to skip to content

Desubleo – Il tennista del Seicento. Ecco la racchetta di pallacorda che inguaiò Caravaggio



Soggetto caratterizzato da un elevato indice di rarità iconografica, il Ragazzo con pallacorda (olio su tela, cm 110×70 ca.) si presenta come un’integrazione importante al catalogo di Michele Desubleo (Mauberge, 1602 – Parma, 1676), raffinato pittore di origine fiamminga, ma italiano a tutti gli effetti, da considerare come uno dei migliori artisti che operarono nell’ambito del Seicento bolognese.

Il dipinto unisce l’estrema rarità del soggetto a un’esecuzione di alta resa pittorica, nella quale è possibile individuare, tra echi, accordi cromatici e basi disegnative, il percorso compiuto dall’autore. Nella raffigurazione si intrecciano infatti le suggestioni classiche di Carlo Cignani, il magistero di Guido Reni – nella cui bottega Desubleo lavorò per diversi anni, a partire dal 1603 – e, nel rapporto corrusco tra luce ed ombra, le reminescenze caravaggesche, legate al periodo d’esordio italiano, avvenuto a Roma, città dominata dal genio lombardo. L’opera risulta anche un documento di straordinario interesse antropologico e storico, giacché documenta i primi passi dell’ascesa dello sport in ambito sociale: non più soltanto un gioco, ma un’attività che, nell’agonismo, si presenta come rinnovamento delle contese cavalleresche e delle disfide tra eroi e divinità. Uno sport con spettatori e tifosi, con dispute e violenze, come il duello che, a partire da un campo di pallacorda, portò Caravaggio ad uccidere – seppur in modo preterintenzionale – Ranuccio Tomassoni. Fu pertanto attorno a una racchetta simile a quella impugnata dal giovane di Desubleo che per Caravaggio si aprì un abisso. Ma torniamo a Michel Desoubleay – questo il nome originale del pittore – . L’artista – che dipinge altri soggetti con racchetta di pallacorda – si forma in patria presso Abraham Janssens e passa poi a Roma al seguito del fratellastro Nicolas Regnier, tra i protagonisti di quella rivisitazione del caravaggismo in chiave elegantemente letteraria che risale in parte al Manfredi.
Il successo che gli arride nel campo dei dipinti da cavalletto determina le importanti commissioni che egli riceve dal Granduca di Toscana (Tancredi e Clorinda, 1641, Uffizi) e dagli Estensi di Modena: nel 1654 invia da Venezia, dove nel frattempo si è trasferito, il San Francesco in estasi per la chiesa annessa al Palazzo Ducale di Sassuolo. A Venezia opera per un decennio, lasciando numerosi quadri nei luoghi di culto cittadini, prima di recarsi a Parma, dove lavora sia per le chiese (Madonna col Bambino e santi, in Duomo) che per i Farnese e per altre nobili famiglie (una grande tela con Ulisse davanti a Nausicaa, già appartenuta alle collezioni farnesiane, si trova ora al Quirinale). Il Ragazzo con pallacorda fu proposto nel corso della mostra curata a Bologna dalla Galleria d’Arte Fondantico di Tiziana Sassòli, tra una quarantina di disegni e dipinti di autori d’area emiliana che coprono un arco che va dal Quattrocento al Settecento.
 
GRATIS I RISULTATI D’ASTA, LE QUOTAZIONI, LE STIME DI BASE, I RECORD DELLE OPERE SEMPRE AGGIORNATI DI MICHELE DESUBLEO CON FOTOGRAFIE E SCHEDE.DUE LE FONTI DI RILEVAMENTO. PER AVERE UN QUADRO COMPLETO CLICCATE UN LINK, POI L’ALTRO.

www.sothebys.com/it/search-results.html?keyword=michele+desubleo
www.christies.com/LotFinder/SearchResults.aspx?action=search&searchFrom=header&lid=1&entry=%22Michele%20Desubleo%22