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Mostra | 1915-2015 Tra forma e segno. Capolavori da Carrà a Haring, da Modigliani a Schifano


[googlemap src=”” align=”alignright” ][box type=”note” ]1915-2015 TRA FORMA E SEGNO. Dipinti da due inedite collezioni d’arte
Viterbo, Ex Mattatoio
19 marzo – 29 maggio 2016

Orario:
tutti i giorni 10.00-19.00 – chiuso i lunedì non festivi

Ingresso:
Intero: 5 euro
Ridotto: 3 euro (over 65, studenti universitari, insegnanti con documento, categorie convenzionate)

Per informazioni e prenotazioni:
tel. 388.7715473

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I ristrutturati locali dell’Ex Mattatoio di Viterbo di proprietà della Fondazione Carivit ospiteranno, da sabato 19 marzo a domenica 29 maggio 2016, la grande mostra realizzata dal Comune di Viterbo: 1915-2015 TRA FORMA E SEGNO. Dipinti da due inedite collezioni d’arte, a cura di Beatrice Buscaroli.

 

Saranno esposte circa 70 opere d’arte moderna provenienti dalla collezione di Stato della Repubblica di San Marino e dalla collezione del fondo comune di investimento Scudo Arte Moderna.

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Divisa in cinque sezioni, Tra segno e materia, Geometrie dello spazio, Nuove Iconografie, Tra mito e ricerca della forma e Tra natura e paesaggio, vedrà opere di Modigliani, Fontana, Carrà, Rosai, Campigli, Gentilini, Baj, Schifano, Music, Mondino, Cassinari, Morlotti, Boetti, Santomaso, Vedova, Busignani-Reffi, Rotella, Birolli, Tancredi, Dorazio, Castellani, Perilli, Accardi, Cucchi, Chia, Pizzi Cannella e di altri importanti artisti.

Di Keith Haring sarà esposto un grande acrilico che ricorderà l’importante presenza del writer newyorkese in Italia.

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La mostra è stata realizzata intessendo un dialogo tra due straordinarie collezioni del Novecento italiano, dalle genesi estremamente differenti: quella della Repubblica di San Marino, stratificata, costruita attraverso donazioni di artisti e di acquisti, e quella della Società Scudo Investimenti, d’origine privata, creata seguendo i criteri degli  investimenti.

 

Il percorso espositivo vario ed articolato di Tra forma e segno è stato definito dalla curatrice Beatrice Buscaroli: un processo “complesso e seducente”, “un’opera di montaggio, non dissimile da quella che compiono i registi nel momento in cui assemblano le scene di un racconto al fine di completare visivamente un copione, una sceneggiatura” “Un mondo dentro il mondo” che, secondo Krzysztof Pomian, persegue un solo scopo: offrirsi allo sguardo “non esclusivamente quello del collezionista, né quello del presente ma “si presenta come tentativo di aggregare e di ordinare finalità e inclinazioni del gusto che si rivolgono al futuro: allo sguardo delle generazioni che verranno”.