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Negli anni Trenta, a Parigi, uscì, clandestinamente il libro “La seduzione”, firmato con uno pseudonimo, Pierrot, e riferito a un certo dottor Brenno. Le illustrazioni, molto esplicite e rapide, erano state disegnate a matita e colorate ad acquerello da un misterioso pittore. Libro polemico e seduttivo, al tempo stesso, si collocava a favore del ripristino di certe libertà private rispetto alle quali la Chiesa, in un periodo di autoritarismo assoluto, si esprimeva, più o meno ufficiosamente, con una risentita opposizione. E’ l’epoca delle dittature. Uomini e donne sono controllati sotto ogni sfera. I bordelli restano la zona franca in cui tutti, sacerdoti compresi, possono dar corso alle proprie fantasie. Ma perchè, si chiedeva l’autore, i rapporti liberi, caratterizzati dalla passione e dal piacere di percorrere ed essere percorsi dall’altro corpo, sono proibiti?
Una buona cristiana, se avesse adempiuto correttamente al dovere della confessione, avrebbe dovuto riferire al sacerdote se, durante i rapporti matrimoniali, avesse accettato posizioni disdicevoli. Ciò induceva un grande senso di colpa nelle donne e costituiva una limitazione notevole della fusione amorosa, al punto che l’erotismo maschile si suddivideva su due piani: matrimoniale e postribolare. L’unica posizione permessa dalla Chiesa era la cosiddetta Postura del missionario, che vediamo qui sotto, traendola dal libro degli anni Trenta. E non è un caso che essa avesse assunto questo nome legato alla religione. I missionari, infatti, per togliere ai “selvaggi” le persistenti inclinazioni di una natura primitiva e demoniaca, consentivano alle coppie esclusivamente la posizione della donna passivamente ricettiva e dell’uomo dominante, una postura nella quale, se non alternata fantasiosamente, le signore non raggiungevano l’orgasmo mentre i maschi sì. Ciò perchè il rapporto sessuale era consentito soltanto a fini riproduttivi. E’ per questo che le signore, che provavano un senso di fastidio, in camera da lento, in quanto gli stessi preliminari erano sconsigliati, si prestavano a quella “cosa orribile” soltanto perchè faceva parte dei “doveri coniugali”. Questa sensazione di dolore, di ingombro, di passività allontanava molte di loro dal sesso e pertanto se il marito avesse frequentato le case chiuse loro si sarebbero sentite sollevate da un rituale spiacevole. Alla luce di quanto stiamo dicendo, si comprende bene cosa abbia costituito la rivoluzione sessuale del Sessantotto e ci appaiono ancor più nitide, sotto il profilo concettuale, le immagini del sesso matrimoniale proibito.
LA POSTURA DEL MISSIONARIO. CONSIGLIATA DALLA CHIESA,
MA SOLO PER FINI RIPRODUTTIVI
La donna era indotta ad essere totalmente passiva e a non provare piacere. La mancanza di preliminari, rendeva l’atto doloroso e umiliante per le mogli che si attenevano alle indicazioni della Chiesa. Ciò spiega perchè le testimonianze delle donne nate alla fine dell’Ottocento, in ambienti molto controllati, concordavano, in massima parte, sulla fastidiosità dell’atto, a cui sottoporsi come un puro dovere.
LE POSIZIONI PROIBITE. Le donne dovevano riferire al confessore di essere cadute nel peccato d’impudicizia con il proprio marito. Il peccato di impudicizia viene tradotto dal libro francese, nelle seguenti immagini
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