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Nuovi mosaici romani riemergono in provincia di Verona poco dopo la ripresa degli scavi


Continuano le sensazionali scoperte, in queste ore, in provincia di Verona. Nuovi mosaici sono stati portati alla luce nelle ore scorse a Negrar di Valpolicella, nella “villa romana sotto il vigneto”. La prosecuzione degli scavi, il cui completamento necessita urgentemente di ulteriori contributi finanziari, continua a riservare nuove e sorprendenti scoperte. In questi ultimi giorni, sui livelli di fruizione del settore ovest del peristilio, stanno affiorando splendide raffigurazioni, alcune delle quali saranno completamente scoperte e presentate alla stampa oggi.

Lo scavo archeologico della Villa romana dei Mosaici di Negrar di Valpolicella, intrapreso negli anni ’20 del secolo scorso è stato riavviato dalla Soprintendenza ABAP di Veronaa partire 2019, mettendo in luce su un’ampia area di proprietà dell’Azienda Agricola Benedetti le strutture residenziali della villa.


Particolare rilievo mediatico hanno avuto l’anno scorso i pavimenti mosaicati, ancora straordinariamente conservato di questa villa, che sono ora in corso di restauro e valorizzazione. L’Azienda Agricola Benedetti è fatta carico delle prime coperture provvisorie della parte residenziale scavata lo scorso anno, che, oltre alla protezione, renderanno possibile il restauro e la visione pubblica dei mosaici in attesa del completamento dello scavo e della musealizzazione di tutta l’ampia area archeologica mesa in luce, la cui progettazione è affidata al Politecnico di Milano – Polo Territoriale di Mantova.

A gennaio 2022 lo scavo è ripreso nella nuova area di proprietĂ  della SocietĂ  Agricola Franchini, che, come giĂ  l’Azienda Benedetti, ha generosamente messo a disposizione i mezzi e sostenuto le spese per le operazioni preliminari allo scavo nel quadro di uno specifico accordo di valorizzazione pubblico-privato tra la Soprintendenza e i proprietari. Anche questo nuovo intervento è realizzato dalla SAP – SocietĂ  Archeologica, sotto la direzione scientifica del dr. Gianni De Zuccato della Soprintendenza.

Il finanziamento è stato concesso dal Bacino Imbrifero Montano dell’Adige, grazie all’intervento del Comune di Negrar di Valpolicella, che fin dall’inizio ha affiancato la Soprintendenza nelle nuove ricerche nel sito. L’Università degli Studi di Verona – Dipartimento Culture e Civiltà collabora agli scavi e agli studi, mentre l’Accademia di Belle Arti di Verona al restauro conservativo dei mosaici e dei materiali rinvenuti, con cui il Comune di Negrar di Valpolicella ha già attivato un protocollo d’intesa per la valorizzazione culturale del territorio.