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Opere antiche in prestito tra musei. Inamovibili? O in viaggio identitario? Le contraddizioni


di Roberto Manescalchi
James M. Bradburne Direttore Generale della Pinacoteca di Brera ci dice che Piero della Francesca e Raffaello sono inamovibili e non possono lasciare Brera per alcun motivo. Questo, almeno, ci riferisce Francesca Bonazzoli (Corriere della Sera del 15/09/2018)
https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/18_settembre_15/brera-parigi-scambio-capolavori-caravaggio-parte-arriva-rembrandt-f40f6c30-b8a8-11e8-a7f1-982db425565b.shtml
Non abbiamo difficoltà a credere alle parole della giornalista. A noi sovviene che il super soprintendente non deve aver trascorso belle giornate quando nell’inverno del 2017, mica tanto tempo fa, fini sui telegiornali di tutto il mondo perché un centinaio di opere d’arte a Brera avevano preso un colpo di freddo con consequente febbre e raffreddore. Vi proponiamo un fermo immagine dal TG1 della RAI (foto 1).

 
Il nome della splendida giornalista lo ignoriamo, ma alle spalle della stessa la Sacra Conversazione, Pala di Brera o di San Bernardino o del Montefeltro se più vi aggrada risulta abbondantemente incerottata ops! Si dice velinata per prevenire eventuali cadute di colore. Cadute che forse ed in parte ci sono anche state. Nessuno ha detto più niente il problema è stato risolto. I restauratori ci sono apposta anche se, con tutto il rispetto possibile e immaginabile, non ci pare di conoscerne alcuno che si chiami Piero della Francesca, Andrea Mantegna o Raffaello Sanzio, ma tant’è! Certo che quella striscia di sangue bianco subito sotto il seno della Vergine per noi grida ancora vendetta. Una disgrazia? Ci sono disgrazie che non dovrebbero accadere e per quelle, in teoria, chi di dovere dovrebbe pagare. Tutto a posto, per carità. Il Piero della Francesca del museo è diventato inamovibile. Diventa inamovibile e lo si dichiara pubblicamente (il 15 corrente mese come già detto) in occasione dei preparativi del viaggio, con relativa intervista, della Cena in Emmaus (qui sotto )

di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio. Altra opera che, come la Madonna della Misericordia di Sansepolcro, sembra nata con la valigia già pronta. Si parla: A) di ritorni economici e di turisti che sicuramente lieviteranno al ritorno a casa dell’opera. Intanto ci sono anche quelli che vengono mentre l’opera è in viaggio, e al posto del Caravaggio o del Piero della Francesca di turno trovano, quando è grassa, una foto; B) Propaganda positiva per chi presta. A Milano sembra, stando a Repubblica, che il materiale illustrativo su Sansepolcro sia finito direttamente ai cassonetti

 
senza transitare per palazzo Marino sede dell’esposizione della Madonna della Misericordia, in occasione del Natale 2016;
https://milano.repubblica.it/cronaca/2017/01/17/foto/spreco_carta_volantini_macero_mostre_milano_comune-156233630/1/#1
C) di alta valenza scientifica delle mostre allestite e quando mai le stesse servono solo a fare cassetta? Avete mai sentito uno che lo afferma? Certo e per fortuna non c’è neanche chi parla di scientifico per la processione dei milanesi in fila per la Misericordia di Natale a Palazzo Marino. Noi, tuttavia, non abbiamo nessun problema. Crediamo a tutto e a tutti e beviamo di tutto e di più dal Tavernello al Sagrantino, a seconda dei soldi che ci ritroviamo per le tasche e non è un invito alla italica bustarella per farci tacere! Il nostro Caravaggio, in realtà di Bradburne (sembra che il Soprintendente possa decidere in autonomia se è vero che, dopo la riforma Franceschini, non ha più bisogno di consenso alcuno per autorizzare prestiti. La qual cosa a noi pare ammantata da una vena di sottile follia)

è partito alla volta di una mostra parigina e più esattamente verso la casa museo Musée Jacquemart André. In mostra ha trovato altre cinque opere di Caravaggio arrivate dall’Italia. La mostra dal titolo: “Caravaggio a Roma. Amici e nemici”. Tra i nemici il Louvre che si è ben guardato dal prestare al fratello minore i suoi tre dipinti del Merisi considerati inamovibili! Richiesto del perché Piero e Raffaello no e Caravaggio sì sembra che il super Soprintendente (uno dei dieci che ci ha regalato Franceschini e di cui, francamente, non sentivamo affatto il bisogno) abbia parlato di inamovibili e di identitari. Gli identitari, se il restauratore capo non evidenzia controindicazioni possono viaggiare.  La ringraziamo per averci evidenziato e fatto partecipi delle differenze che intercorrono tra inamovibile ed identitario – le sue differenze – , ma non funziona! La logica per avere dignità di scienza ha necessità di proposizioni corrette altrimenti non funziona! Abbiamo eluso la domanda e potremmo continuare all’infinito. Perché Piero no e Caravaggio si? La domanda si è solo trasformata: Perché Piero inamovibile e Caravaggio identitario? La logica è seria ed è scienza esatta. I sofismi, caro architetto, lasciano il tempo che trovano!
 
Da Brera ci spostiamo a Sansepolcro, ma a Sansepolcro ci divertiamo meno che hanno certamente minor dialettica di Bradburne anche se in fatto di sofismi si arrangiano più che bene. Si vestono, però, decisamente peggio (non è un offesa, non siate permalosi è semplice personalissima opinione) e hanno solo Piero. Niente Caravaggio! Niente identitario hanno solo l’inamovibile! L’ inamovibile che, di necessità virtù, declassano a identitario. Se è identitario si sente il capo dei restauratori è… si parte! Aspettate un attimo! C’era anche a Sansepolcro l’identitario. La più bella opera di Rosso Fiorentino. Un fondamentale per tutti gli studiosi di storia dell’arte, per i cultori, gli appassionati e i turisti. Posso chiedere, prima dello scambio dei ruoli tra inamovibile e identitario e della partenza del Polittico della Misericordia per San Pietroburgo che fine ha fatto la deposizione del Rosso Fiorentino?

A chi lo devo chiedere dov’è finito l’eventuale identitario? Si è perso? Rovinato per sempre… rubato? Che restauro è, se è un restauro, un restauro più lungo della fine del Credo che interessa un opera che apparentemente era sanissima? Ci sembra che manchi dalla chiesa di San Lorenzo, sua collocazione originale, da quasi cinque anni. Ben prima che iniziasse il restauro della Resurrezione di Piero che è durato tre anni ed è ultimato da qualche mese… il tempo trascorre velocemente. Posso sperare che qualcuno mi risponda? A chi lo devo chiedere? All’ Arcivescovo di Arezzo, Riccardo Fontana? In fondo il dipinto era in una chiesa posta sotto la sua giurisdizione. Al sindaco di Sansepolcro dott. Mauro Cornioli? Il primo cittadino dovrebbe avere a cuore il patrimonio artistico della città che amministra e sono certo che si sia interessato. All’Assessore alla cultura dott. Marconcini Gabriele? L’Assessore alla cultura non può non aver la pratica in evidenza e sul tavolo anche solo per il fatto che il Sindaco potrebbe chiedergli ragguagli in qualsiasi momento. Alla responsabile della Soprintendenza di Arezzo Siena e Grosseto per il patrimonio pittorico della provincia di Arezzo (spero di non aver sbagliato nulla) dott.ssa Paola Refice? No. A lei non lo chiedo. Ci ho già discusso una volta a proposito di un Lorentino di Arezzo…
http://robertomanescalchi.com/wp/piero-della-francesca-lorentino-san-polo/
Non lo chiedo a nessuno che tanto non mi rispondono mai o forse lo chiedo al Ministro Prof. Alberto Bonisoli a mezzo posta elettronica certificata (pec). Dicono che dovrebbe rispondere. Se non lui direttamente qualcuno del suo ufficio. Forse lo chiedo al ministro perché ci sta che lo scambio di ruoli tra inamovibile e identitario sia lecito e si possa fare, ma se parte l’inamovibile… che almeno l’identitario sia in casa… o no? Credo che il foglio sul portone della chiesa che, da quasi cinque anni, giustifica l’assenza dell’opera sia più che vergognoso. Almeno su questo auspico l’unanimità di giudizio.

Il tutto nasce da un articolo di Francesco Del Teglia sul Corriere dell’Aretino del 16/09/2018 secondo cui il polittico… l’intero polittico di Santa Maria della Misericordia (16 tavole di Piero della Francesca, qui sopra). Starebbe per partire alla volta di San Pietroburgo destinazione Ermitage per una permanenza che da Natale prossimo venturo si protrarrebbe fino a primavera inoltrata. Va da sè che Del Teglia fa il giornalista e pubblica notizie per lavoro non perché si diverte.
Abbiamo detto che non chiediamo niente a nessuno. Con un minimo di tempo ci preoccuperemo, tuttavia, di sapere come viaggerà l’opera stante che il clima in inverno a San Pietroburgo non è proprio quello cui il polittico è abituato. Ci preoccuperemo di sapere con esattezza per quanti milioni sarà assicurato. Intanto anticipiamo al Sindaco Cornioli che il Soprintendente milanese ha assicurato il Caravaggio spedito a Parigi, almeno stando alla stampa, per 120 milioni di euro. Ci sembra di ricordare che la Madonna della Misericordia sia stata assicurata per 125.000 euro per la trasferta di Forli e 250.000 euro per la trasferta di Milano (cifre assolutamente risibili e che ci paiono inverosimili si trattasse anche del doppio ed il paragone lo evidenzia senza ombra di dubbio). Crediamo, inoltre, che il Caravaggio sia stato ampiamente sottostimato ed è per questo che il poter decidere in autonomia ci pare cosa ammantata da una vena di sottile follia. Abbiamo un Salvator Mundi (che probabilmente non è neanche Leonardo, ma Boltraffio) recentemente battuto all’asta per 450 milioni di dollari e un Modigliani (nudo disteso) battuto per 170 milioni di lire. Il Caravaggio, non vorremmo mai contraddire il Soprintendente, non si fermerebbe a 120 milioni neanche con un paio di freni a disco pigiati forte. Piero della Francesca l’intero polittico (i 16 pezzi) potrebbe tranquillamente superare il miliardo e mezzo di euro. Non assicurarlo adeguatamente, questa volta, potrebbe procurare serie problematicità e questo lo diciamo con assoluto spirito di collaborazione. Similmente non disporre di adeguate casse per il trasporto dei pezzi potrebbe essere estremamente pericoloso per il polittico e per chi non avrebbe operato in conformità, ma anche questo è sempre a puro titolo di collaborazione preventiva che siamo assolutamente certi che le precauzioni saranno prese tutte e che l’assicurazione sarà, questa volta, assolutamente adeguata al valore dell’opera.
Del resto ora c’è anche un comitato scientifico! Sembra che si sia espresso all’unanimità in favore della trasferta del polittico. Così almeno si apprende da Repubblica
https://firenze.repubblica.it/cronaca/2018/09/17/news/la_madonna_di_piero_della_francesca_all_ermitage_e_polemica_sul_prestito-206712482/
Su Repubblica, ad onor del vero, leggiamo anche che il Pd locale parla poi di mancata condivisione e di decisione presa autonomamente dall’amministrazione comunale. E tira in ballo anche lo storico dell’arte Tomaso Montanari, membro del comitato scientifico del Museo che, come già detto, ha votato all’unanimità per il trasferimento: “Anche il professor Tomaso Montanari, noto per i suoi saggi fortemente contrari a gestioni esterne di musei pubblici e mostre inopportune, deve aver rivisto le idee per le quali è conosciuto”, hanno detto i Democratici di Sansepolcro. Ma Montanari specifica di non aver mai partecipato alle riunioni convocate all’ultimo momento dal sindaco Mauro Cornioli e dunque di non aver mai approvato quella decisione”.
Stimiamo Montanari senza se e senza ma e, pur tuttavia, non si può limitare ad una precisazione, magari telefonica, al giornalista di Repubblica. Da lui ci aspettiamo una presa di posizione netta e precisa non può certo passare che hanno votato all’unanimità (anche per lui)… a sua insaputa. Non vorrà mica continuare a far parte di detto comitato che convoca le riunioni all’ultimo minuto e a cui non può evidentemente presenziare? Poi ci levi il sospetto, dopo decine e decine di articoli contro. Che ci sta a fare prof. Montanari nel comitato scientifico di un museo gestito da Civita? A me Civita non ha mai fatto niente, non ho alcun problema (non faccio parte del Comitato), ma lei avversa questa società ogni due per tre basta fare un giretto in rete per rendersene conto. Lei esimio Professore sa perfettamente quanto capace sia la memoria virtuale. Io non dormo la notte a sapere che non prende posizione netta e precisa contro il trasferimento in Russia del delicatissimo Polittico. Davvero con i sensi della mia più alta stima non posso credere come non prenda le distanze in modo netto e categorico dalle determinazioni di un comitato che è favorevole all’unanimità -a sua insaputa – al viaggio dell’opera. Vedremo che cosa succederà nei prossimi giorni attendo fiducioso e con la certezza che non mi deluderà.
Infine, per ultimo, ma non meno importante cosa torna in cambio del prestito? Le voci dell’assessore Marconcini riportate da Del Teglia favoleggiano di un Leonardo. Mi raccomando… fatevi mandare la Madonna Benois non fatevi fregare con la Madonna Litta (quella l’ha dipinta Marco Oggiono che non è proprio Leonardo). Che dite ve la daranno? Il prossimo anno si celebra il V centenario della morte di Leonardo, mi suona male che l’Ermitage si privi dell’unico che ha. Arriverà la Litta mi par di vedere. A meno di una fantastica triangolazione… Auguri!
Il Rosso Fiorentino? Ne hanno uno. Una Madonnina sempliciotta e bruttarella (forse anche attribuita male), che non vengano a sapere che il nostro manca che provano subito a rifilarcelo. Mi raccomando… cerchiamo il nostro e, per favore, niente ciofeghe. Direi che bastano e avanzano quelle arrivate in passato.
Vi devo ricordare la “Madonna con Bambino di cui si erano perse le tracce per 50 anni e che è stata ritrovata pochi mesi fa in una collezione privata durante le fasi preparatorie dell’esposizione (Piero della Francesca e le corti italiane, 2007). Già identificata da Longhi nel 1940 e da Salmi nel 1947, e appartenuta alla famosa collezione fiorentina Contini-Bonacossi sin dal 1929…”? Ve la ricordo: quella per me è la più solenne delle ciofeghe (foto 8), – ditelo a James Banker e anche al suo amico Franck Dabel – .

Piero della Francesca non può averla dipinta neanche con il mignolo del piede sinistro. Vittorio Sgarbi che l’ha abbondantemente vituperata ha ragione non una, ma cento volte. Esporre ciofeghe assieme a capolavori non è che le migliora. Non è che siccome sono state esposte accanto a Piero in automatico diventano autografe… ciofeghe tali e quali a prima restano!