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Palloni che nuotano nell’aria. Anicka Yi, uno straordinario connubio di tecnologia e creatività futuristica al Tate Modern


Seguendo un percorso di volo unico generato da un software complesso, gli “Aerobes” di Anicka Yi si aggirano liberamente intorno alla galleria Tate Modern.

E’ il sogno di un volo lieve, ectoplasmatico. Che somiglia, un po, alle morbide contrazioni delle meduse nell’acqua. Ma qui è l’aria ad essere l’elemento percorso. Prendendo ispirazione dalle formazioni organiche presenti nell’ambiente, come funghi carnosi e complesse forme di vita oceaniche, Yi abbatte le distinzioni tra natura e tecnologia, chiedendosi se le macchine possano un giorno esistere indipendentemente dagli umani.

© Anicka Yi Instagram
© Anicka Yi Instagram
© Anicka Yi Instagram
© Anicka Yi Instagram
© Anicka Yi Instagram
© Anicka Yi Instagram

Anicka Yi (nata nel 1971 a Seoul , Corea del Sud) è un’artista concettuale che vive e lavora a New York City il cui lavoro si trova all’intersezione tra profumo, cucina e scienza. Sono le contaminazioni che molti giovani artisti cercano negli ultimi decenni. Yi è particolarmente nota, nel mondo, per le installazioni che coinvolgono i sensi, con particolarmente riferimento all’olfatto. Ogni opera prevede un campo di ricerca nel quale spesso sono coinvolti biologi e chimici E’ inutile aggiungere che questi lavori costituiscono prototipi e idee che potranno essere utilizzati, come prevede l’arte funzionalista, in diversi campi d’applicazione. Non solo espressione, quindi.

Nonostante le origi orientali, Yi è un’artista di cultura statunitense, che dal mondo orientale porta comunque una particolare sensibilità all’equilibrio- spesso poetico – tra umanità e natura – . Quando lei aveva due anni, la famiglia di Yi si trasferì dalla Corea in Alabama e poi in California . Suo padre è un pastore protestante e sua madre lavora in una società biomedica. Ha descritto di essere cresciuta in una casa coreano-americana.

Dopo essersi laureata all’Hunter College , ha vissuto a Londra, dove ha lavorato come freelance per diversi anni lavorando come stilista di moda e copywriter. A 30 anni, la svolta: viene attratta dalla profumeria e dalla scienza. Le sue prime opere d’arte sono state prodotte nel 2008 quando era membro di Circular File, un collettivo artistico, insieme a Josh Kline e Jon Santos.

Yi è stato il vincitore del Premio Hugo Boss semestrale 2016 presentato dal Guggenheim. Nel 2017, Yi ha debuttato al Guggenheim con la mostra Life Is Cheap, che esplora il suo “interesse sociopolitico per l’olfatto”.

“All’ingresso di questa mostra, i visitatori hanno incontrato un aroma progettato dall’artista per essere un profumo ibrido di formiche e donne asiatiche americane e chiamato Immigrant Cactus. – raccontano le sue biografie – Lo spazio della galleria centrale presenta due opere l’una di fronte all’altra con biosfere distinte e contenute. Un’opera, racchiusa in uno spazio a temperatura controllata, Force Majeure presenta piastrelle in plexiglass ricoperte di agar su cui crescono batteri, provenienti da Chinatown e Koreatown a Manhattan. L’altro lavoro, Lifestyle Wars, contiene una colonia di formiche su una struttura che ricorda un circuito stampato, che fa riferimento all’organizzazione della società e al rapporto della tecnologia con questo ordinamento”.

Un dettaglio del lavoro di Anicka Yi Lifestyle Wars nella sua mostra del 2017 intitolata “Life is Cheap” al Guggenheim

Un dettaglio del lavoro di Anicka Yi Lifestyle Wars nella sua mostra del 2017 intitolata “Life is Cheap” al Guggenheim.
In un video prodotto dal Guggenheim, Yi spiega che “Hai a che fare con una società eccessivamente ossessionata dalla pulizia. Ed è in parte il motivo per cui lavoro con i batteri come materiale. Soprattutto in occidente, abbiamo questa paura morbosa di aromi pungenti, di batteri. Sto dando una sorta di visualizzazione alle ansie delle persone riguardo a tutti i germi e batteri che stanno proliferando intorno a noi.”

In molte interviste, Yi ha spiegato che considera il suo lavoro nell’olfatto una risposta femminista al lavoro visivamente centrato progettato attorno allo sguardo maschile. (FBC)