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Perché l'Ultima Cena di Leonardo è fragile come l'ala di una farfalla?



Sintesi dell’articolo: Leonardo rifiutò la tecnica dell’affresco e operò sul muro secco per poter dipingere un grandissimo quadro murale, bello come un olio su tavola o su tela, molto dettagliato, con i colori luminosi e pieno di trasparenze, ottenute attraverso leganti organici grassi, mentre l’affresco resta opaco e ha necessità di una realizzazione rapida. Ma la tempera su muro, specie se tagliata con materiali biologici, decade più rapidamente di un affresco e si sfoglia.
Perchè l’Ultima Cena è fragile?
Analisi: La fragilità e la vulnerabilità dell’Ultima Cena o Cenacolo di Leonardo da Vinci sono legate in parte al medium utilizzato – tempera e sostanze organiche – , ma soprattutto al fatto che l’opera è un dipinto murale realizzato a secco e non “a fresco”. L’affresco, come ben sappiamo, avviene, di fatto, gettando intonaco fresco sul muro sottostante, che viene preparato attraverso martellate che creano piccoli buchi nell’intonaco vecchio. L’affresco si ottiene attraverso l’interazione del lavoro di un muratore e di un pittore.
Dopo che il muratore ha steso un riquadro di intonaco fresco, che viene reso liscio tirando un’altra mano d’intonacatura contenente sabbia finissima, il pittore procede a dipingere sul fondo ancora bagnato. Ogni giorno il muratore che assiste il pittore getta uno o più riquadri nuovi – dipende dalla velocità esecutiva dell’artista -, accanto a quelli già dipinti, che iniziano ad asciugarsi. La superficie dipinta a fresco, con il passare delle ore, avvia speditamente il cosiddetto processo di carbonatazione che crea una sorta di “vetrificazione” protettiva dei colori. Uno strato duro, compatto e trasparente che appartiene, di fatto, in modo più profondo, al muro, e non alla superficie esterna dello stesso.
E’ per questo motivo che gli affreschi sono meno delicati dei dipinti murali o parietali realizzati a secco – come l’Ultima Cena di Leonardo – che sono esposti, invece, a un processo di decadimento più rapido, che si manifesta con distacchi provocati dall’esfoliazione dei vari strati di colore. Ciò è visibile nel normale comportamento delle tempere – che venivano usate nel corso dei normali lavori di tinteggiatura, anche all’esterno – su qualsiasi vecchio muro. Il colore delle tinteggiature – che si comporta in modo analogo a quello della parete del Cenacolo – inizia a distaccarsi, a consumarsi, perdendo frammenti, simili a piccole foglie. Il calore estivo, il freddo dell’inverno, gli sbalzi termici – che dilatano e contraggono rapidamente la superficie – e l’umidità eccessiva o l’eccesso di ventilazione provocano contrazioni, distacchi progressivi e cadute. A questo si aggiunge l’umidità interna del muro, dovuta a piogge, a risalite di umidità dal terreno, alla presenza di sepolture o di materiali organici nei pressi del muro stesso. Vanno considerati come elementi di possibile accelerazione dei processi di distacco anche le muffe, l’inquinamento, le vibrazioni provocate dal traffico stradale in particolar modo tram, camion e metropolitane -e l’affollamento dei locali. A causa di questa fragilità, nel corso dei secoli, si susseguirono molti restauri per tentare di salvare il capolavoro. Nel 1999, dopo oltre vent’anni di lavoro, si è concluso l’ultimo intervento conservativo che, grazie alla rimozione di tante ridipinture, ha riportato in luce quanto restava delle stesure originali.
TERMINOLOGIA : tutti i dipinti eseguiti su una parete appartengono alla categoria dei dipinti murali. All’interno della categoria dei dipinti murali ci sono le sottocategorie degli affreschi, dei dipinti a secco, degli encausti, dei graffiti urbani e della street art (vernici sintetiche su muro)
Accessi limitati al Cenacolo
Per mantenere intatto il capolavoro di Leonardo da Vinci, l’accesso al Cenacolo Vinciano è così permesso a piccoli gruppi di 25 persone. Il costo di accesso è attorno ai 12 euro. Per visitare il Cenacolo Vinciano – Piazza Santa Maria delle Grazie n° 2 , Milano – è obbligatoria la prenotazione. Lo si può fare telefonicamente o via internet (accedi da qui: www.polomuseale.lombardia.beniculturali.it/index.php/cenacolo-vinciano/). L’addetto fissa l’appuntamento per la visita. Il visitatore deve recarsi alla biglietteria per il ritiro del ticket venti minuti prima dell’inizio della visita stessa.
Perchè Leonardo rifiuto l’affresco?
Leonardo rifiutò la tecnica tradizionale dell’affresco per due motivi, che appaiono evidenti nel suo percorso pittorico. Da un lato la necessità di sfuggire alle limitazioni temporali imposte dall’affresco stesso – che richiede stesure molto rapide, imposte dall’essiccazione veloce dell’intonaco – a favore di una tecnica che permettesse revisioni e una pittura precisa, analitica, tipiche del procedere leonardesco; dall’altro l’idea di superare l’opacità degli affreschi stessi, con la realizzazione di un’opera che apparisse non tanto come complemento dell’architettura, ma come un quadro luminoso, ricco di verità e dettagli, in grado di coinvolgere emotivamente l’osservatore con la sua “verità”.
Egli intendeva dare al dipinto parietale la stessa verità lenticolare della realtà; lo stesso vigore realistico che era possibile raggiungere in dipinti di dimensioni medio-piccole, nella cosiddetta pittura da cavalletto. In questo modo agli avrebbe permesso ai monaci, mentre stavano nel refettorio, di sentirsi nella stessa stanza in cui si consumava l’Ultima Cena e di percepirsi come commensali di Cristo. E di compiere azioni, al cospetto del cibo, che fossero dotate della sacralità richiesta per il nutrimento dell’anima. Il dipinto parietale assumeva pertanto fondamentali valenze di meditazione, in una totale immersione del monaco nella costante presenza di Cristo, attraverso presenze vive del Messia e degli Apostoli.
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