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Perché tanti affreschi antichi sono "bucherellati"?



Un antico lacerto d’affresco che presenta le scalfitture necessarie alla nuova intonacatura del muro. Ogni cavità permetteva al nuovo intonaco di aggrapparsi e di coprire il vecchio muro affrescato. L’opera che qui vediamo è un’Annunciazione, recuperata durante i lavori di restauro nella Rotonda del Santuario della Madonna di Valverde, a Rezzato, in provincia di Brescia. Il lavoro è riemerso dopo la rimozione dello strato di intonaco che lo copriva

Perchè tanti affreschi – particolarmente antichi- che vediamo nelle chiese o nei palazzi presentano buchi e scalfitture? Queste cavità, che rovinano la continuità del dipinto, sono sempre provocate da un successivo di intonacatura e copertura dell’affresco stesso.

Le opere, infatti, passavano di moda o riflettevano verità di culto ormai superate o il loro linguaggio  tecnico era considerato primitivo e arcaico oppure, ancora, dopo epidemie si rinfrescavano gli interni degli edifici. Così si procedeva all’occultamento, con la stesura di un nuovo strato di intonaco e la ridipintura muraria.

Per porre nuovo intonaco sul muro e non farlo scivolare a terra, i muratori creavano con il martello dei buchi che permettevano alla sostanza semi-solida di aggrapparsi all’antica malta sottostante. In particolar modo il numero dei buchi aumentava in corrispondenza degli affreschi, perché la carbonatazione degli stessi porta all’ottenimento di una superficie più liscia e scivolosa rispetto al muro.

Pertanto la malta di copertura sarebbe scivolata a terra se la superficie dell’affresco non fosse stata “scavata”, permettendo alla malta di aggrapparsi.

La presenza di numerose scalfitture negli antichi dipinti parietali dimostra che l’opera è stata recuperata con la rimozione di una copertura o più coperture di intonaco, realizzate nel tempo.