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Periodo blu di Pablo Picasso – Sai i segreti, le fonti e le ossessioni dell’esordio parigino?


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Nella pagina dipinti di El Greco, caratterizzati da un intenso tonalismo blu-azzurro, ai quale Picasso avrebbe attinto

maddalena el greco

Lasciata Barcellona, nel 1900, Pablo Picasso approda a Parigi, portando con sè un bagaglio tecnico straordinario. Figlio di un insegnante di disegno, Pablo ha bruciato tutte le tappe. A quindici anni ha dipinto, con straordinaria abilità, il ritratto della sorella alla Comunione con la scioltezza esecutiva di un grande pittore di fine ottocento; un’opera nella quale non appaiono segni e incertezze della giovane età. A Barcellona, dov’è giunto da Malaga, coglie le istanze del rinnovamento modernista, ma con quella capacità di comprensione dei fenomeni, delle occasioni e del rinnovamento espressivo, sa che, per crescere liberamente, si deve trasferire a Parigi. E’ un periodo non facile per l’artista. Picasso approda a Montmartre; affronta in povertà i primi tempi di permanenza, nonostante egli stringa amicizia con intellettuali e personaggi influenti, come André Breton, Gertrude Stein, Guillaume Apollinaire e Max Jacob, che gli fornisce anche aiuti economici; è un periodo nel quale Picasso, soprattutto, si interroga su quale registro debba utilizzare per entrare immediatamente in sintonia con Parigi. Il rischio, per un giovane pittore così straordinariamente dotato sotto il profilo tecnico, è assecondare un mercato tradizionalista; al tempo stesso, gettare totalmente alle spalle il rapporto con la tradizione gli risulta impossibile.

Egli deve pertanto innovare, ma non può dimenticare il proprio passato. Così il periodo blu (1901-1904), caratterizzato un tonalismo che diviene monocromia, si segnala per una sempre più intensa, sintetica visione della figura (esclusa la Celestina, che è ancora uno spaventoso “ritratto analitico”) e per il raccordo con l’amatissimo El Greco. Nel pittore del Cinquecento, divenuto spagnolo, ma di origine cretese e di formazione bizantina e veneta, Picasso osserva l’antesignano eroico della modernità che egli va cercando.

El Greco aveva compiuto un determinante percorso di completamento formativo a Venezia. In questa Pietà egli pratica, come in altri dipinti della maturità, un tonalismo dominato da una luce grigio azzurra. Il quadro contiene preannunci di Van Gogh e Cèzanne
El Greco aveva compiuto un determinante percorso di completamento formativo a Venezia. In questa Pietà egli pratica, come in altri dipinti della maturità, un tonalismo dominato da una luce grigio azzurra. Il quadro contiene preannunci di Van Gogh e Cèzanne

El Greco ha osservato la pittura tonale in Tiziano e Tintoretto -che hanno scelto di operare con un tono dominante oro.bruno – , ma ha sentito più forte,spirituale e drammatico giocare con i valori tonali del blu e dei grigio azzurri che caratterizzano le sue tele, alcune delle quali presentano personaggi deformati dalla volontà espressiva dell’artista.
In El Greco, come in Picasso del periodo blu, non assistiamo a drammi senza soluzioni, ma a squarci di rivelazione malinconica. In questo sentimento, Picasso è assecondato dal ricordo quasi ossessivo dell’amico Carlos Casagemas, morto suicida per amore,al quale dedicherà diversi ritratti, che culminano nel dipinto allegorico la Vita (1903) del Museo d’arte del Cleveland. Il blu non è soltanto dolore, com’è stato sottolineato più volte impropriamente, ma introspezione, ricerca di un valore spirituale. Un guardarsi dentro omerico. Non per nulla alcuni personaggi che egli rappresenta sono ciechi.L’azzurro-blu sta peraltro avanzando ampiamente nella cultura visiva tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento come rappresentazione simbolo delle profondità delle psiche che,proprio in quegli anni emergono sia in modo scientifico, attraverso Freud, che secondo modalità magico-religiose, con il massimo sviluppo della teosofia. Il blu azzurro, come in Puvis de Chavannes, che Picasso cita nella postura di alcuni personaggi di questo periodo, è il colore di una realtà che non è percepibile in una dimensione ordinaria. Del 1903 è il Cavaliere azzurro di Kandinsky, che, proprio in quegli anni vira la propria tavolozza in direzione di un blu anti-naturalistico, verso quello spirituale nell’arte che avrebbe teorizzato successivamente.
NEL FILMATO LE OPERE DEL PERIODO AZZURRO E DEI PRIMISSIMI TEMPI DI PERMANENZA DELL’ARTISTA A PARIGI


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