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Pier Toffoletti, la bellezza dinamica del Bodysplash


Pier Toffoletti, Bodysplash, cm 76X111, olio e acrilico su tela, 2014
Pier Toffoletti, Bodysplash, cm 76X111, olio e acrilico su tela, 2014

 
Nell’ambito dell’espressione artistica può immediatamente specificare il suo orientamento stilistico ed espressivo?
Una sorta di fusione sperimentale tra il figurativo e l’informale
Ci può raccontare imprinting visivi, immagini artisticamente ossessive, che hanno preceduto e assecondato la scelta di intraprendere la strada formativa per diventare artista?
Avevo circa 13 anni quando mia zia, avendo intuito che avevo una certa capacità nel disegno, mi regalò due libri, uno riguardava Michelangelo e uno Cézanne. Questi libri li ho sfogliati all’inverosimile. Ammiravo Michelangelo ma Cézanne mi incuriosiva a tal punto che, all’acquisto delle prime tele e colori ad olio, ho iniziato a copiarlo per capire i segreti della sua pittura e il perché dipingeva in quel modo “strano”. Copia dopo copia, mi si è aperta una visione totalmente nuova sull’arte e sulla pittura.
L'artista Pier Toffoletti
L’artista Pier Toffoletti

Al Liceo Artistico di Udine, il primo anno ho eseguito un disegno sfumato al tratteggio della Pietà di Michelangelo ed un ritratto di una mia vecchia zia, solcato da centinaia di bellissime e profonde rughe, sul quale ho sperimentato un nuovo tipo di tratteggio casuale. Il professore di disegno dal vero, che era anche un artista affermato, ne rimase colpito a tal punto che mi promosse suo aiutante per tutti i successivi cinque anni. Praticamente facevo da supplente alle sue numerose e lunghe assenze, amava frequentare il bar “La Concordia” adiacente il Liceo.Le settimane successive alla consegna dei miei disegni, feci un’operazione di analisi artistica della Pietà, creando tre ulteriori disegni di graduale stilizzazione, fino a raggiungere un’immagine essenziale che potrei definire quasi “cubista” .
Pier Toffoletti, Bodysplash, cm 80x110, olio e acrilico su tela, 2014
Pier Toffoletti, Bodysplash, cm 80×110, olio e acrilico su tela, 2014

Quali sono stato gli elementi di svolta più importanti dall’esordio ad oggi. Possiamo suddividere e analizzare tecnicamente, espressivamente e stilisticamente ogni suo periodo?
Al Liceo artistico, avevo scelto il ramo di “grafica pubblicitaria e fotografia”. Dopo il 1976, anno in cui mi sono diplomato, ho aperto una mia ditta di produzione di foto e filmati per la pubblicità televisiva per le neo nate emittenti televisive private che iniziavano a fare capolino in regione. Fino al 1995,  l’attività pittorica, l’avevo relegata ai sempre più rari ritagli di tempo da condividere con la mia grande passione: la speleologia e le spedizioni di ricerca ed esplorazione in varie parti del mondo. Alla fine del 1994 ma soprattutto nel ’95, mi sono deciso ad impegnarmi a fondo con la pittura.Avevo molte esperienze sedimentate dentro di me: la pittura, la fotografia, le forti esperienze in natura, lo studio e la pratica di filosofie orientali.
 

Nel momento del mio approccio artistico, non più come hobby, tutte le esperienze sedimentate cominciavano ad emergere. In primis, sentivo l’esigenza di ricreare le superfici ruvide della pietra carsificata, assieme ad un forte richiamo al classicismo rinascimentale. Due cose incompatibili da far convivere ma, la voglia di sperimentare, unita ad una buona dose di cocciutaggine, mi hanno portato ad inventare nuove tecniche pittoriche totalmente inedite. Così sono andato avanti per la mia strada e non ho più preso per riferimento nessun maestro, nessuna corrente di pensiero artistico, almeno consciamente. Da indomabile esploratore e sperimentatore, sono giunto ad aprire diversi percorsi che mi hanno portato a risultati contrastanti ma di qualità, mentre, parallelamente, continuavo a portare avanti le figure classiche inserite nella materia. Questi altri percorsi sperimentali, che,  avendo  più tempo, sarebbero, quasi tutti, da approfondire ulteriormente, sono:
“gli sfacciati”: ritratti eseguiti con pennello grande in azione dinamica con colori vivi ed inconsueti;
“pittofoto” : fotocopie  ritoccate e dipinte con fantasie schizofreniche;
“affreschi  informali” ;
“dinamiche informali”: pittura informale, d’azione dinamica;
“dagherrotipit”: riproduzioni fotografiche di paesaggi di grande formato su affresco con interventi pittorici ed acidazione e strappo;
“arborei  ”: informali nei quali sono appena leggibili le forme dell’albero;
“paesaggi informali” : dove sono appena leggibili forme di paesaggi vari;
“luminescenze arboree” : forme ramificate che sembrano scariche di energia dai colori vivaci.
La serie di figure femminili di nuova figurazione come:
“BODYTOY” : i corpi femminili zebrati o in bianco-nero con alcune parti di forti colori inconsueti;  “BODYSPLASH “ : figure femminili che si leggono all’interno di un  intrico di pennellate dinamiche sconvolgenti.  Questa nuova figurazione sta diventando un percorso stabile e continuo.
Pier Toffoletti, Bodysplash, cm 110x111, olio e acrilico su tela, 2014
Pier Toffoletti, Bodysplash, cm 110×111, olio e acrilico su tela, 2014

Progetti nell’ambito espressivo e tecnico?
Preciso che le mie opere non sono mai frutto di progetti precisi e razionali,  mi lascio trasportare da quel fluido fatto di intuizione, sensazione ed emozione che sgorga in modo incontrollato quando mi accingo a dipingere. Lo stesso che, in modo inverso, entra nel mio subconscio, quando spesso mi incanto a percepire ciò che mi circonda, non è un guardare ed analizzare ma è proprio un percepire, è difficile da spiegare, la tipica testa fra le nuvole.
 

Pier Toffoletti, Bodysplash, cm 80x110, olio e acrilico su tela, 2014
Pier Toffoletti, Bodysplash, cm 80×110, olio e acrilico su tela, 2014

La complicata tecnica delle mie opere materiche  è nata a livello di intuizione e si è affinata con gli errori che  mi hanno dato modo di scoprire nuove applicazioni ed effetti.
Nella nuova figurazione attuale, sono arrivato ad eliminare la materia e lavorare con grandi pennelli, in modo dinamico e casuale, con abbondanza di colore per creare una base per niente adatta a realizzarci sopra un figura leggibile. Ma è proprio questo che mi attira, intestardirmi per venirne a capo,  affrontare e risolvere ciò che, normalmente, si ritiene non fattibile.
Ha gallerie di riferimento? Dove possono essere acquistate le sue opere?
Ho delle gallerie di riferimento in Giappone, negli USA ed in Europa. In Italia ne ho diverse ma, attualmente quella che si occupa maggiormente delle mie opere è la Casa d’Arte San Lorenzo di San Miniato (PI).
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