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Come si leggono i messaggi contenuti in questo dipinto? L’anonimo pittore dei primi anni del Novecento – ancora legato alla cultura ottocentesca . offre principalmente – com’è ovvio – una visione appagante di una nudità abbandonata, morbida. Una donna giovane e prospera, che dorme. Il fine principale – ma vedremo poi, non l’unico – è principalmente la contemplazione di una ragazza discinta e dolcemente addormentata, uno dei topoi del voyerismo romantico maschile. Diciamo romantico poichè l’oggetto del desiderio – così privo di difese – induce un senso di protezione e, al tempo stesso, consente all’uomo di guardare ciò che non potrebbe vedere in altri momenti. E’ la bellezza riposata, non conscia di sé.
Chi è la giovane donna?
La lettura di alcuni elementi simbolici presenti nel dipinto porterebbero a pensare che l’artista volesse alludere a un momento particolare della giornata, quello dell’Alba o, meglio, quello del segmento più avanzato dell’alba stessa: l’Aurora. La luce che entra a sinistra, rispetto alla ragazza, è quella del sole che già si profila all’orizzonte. Il sole è ancora basso all’orizzonte e la stanza non è al piano terra. Ci accorgiamo di questo particolare perchè l’ombra del corpo della ragazza è allungata verso l’alto, rispetto a una fonte di luce molto ribassata. I capelli dell’effigiata sono castani, con note ramate, come quelli dell’Aurora. L’Aurora non è candida. E’ rosata e piena di desiderio come un rubino, simbolo del fuoco della passione. L’alba è invece è candida come una bambina alla prima comunione. Il rosone sacrale – simile a quello di una chiesa romanica – appare sopra l’alcova è illuminato da una luce azzurra, quella del primo mattino, mentre alla destra della giovane donna fumiga ancora un’alta lucerna. La notte quindi è trascorsa, ma la lucerna e la giovane donna non se ne sono ancora avveduti. Potremmo pensare che la ragazza discinta sia Alba o Aurora o, nel caso il soggetto reale fosse, in quegli anni identificabile a livello di identità, è una giovane donna dipinta come Alba ad Aurora di Primavera.
Cosa sta sognando?
Il pittore allude, evidentemente a un sogno carnale che avviene in una stanza dall’aspetto sacrale, una chiesa in cui è custodita la verginità. Aurora, vergine e sensuale, proietta, con la propria ombra il sogno tentatore, che pare un diavolo che giace accanto ad essa.
Quando avviene questa scena?
Tre elementi ci consentono di stabilire che il momento dipinto dal pittore è quello attorno alle sei di mattina di un giorno avanzato del mese di maggio, che è, al contempo, mese della Vergine e dell’Amore sensuale. Al di là di alcune rifioriture settembrine le rose identificano sempre il mese di maggio, poichè la fioritura maggiore avviene in quei giorni. La temperatura dell’alcova è evidentemente tiepida, perchè la ragazza si è addormentata senza coprirsi. Interessante è il nastro che cinge il torace dell’effigiata. Il velo e la posizione del nastro indicano un abito leggerissimo, classico o neoclassico, alto sulla vita. Un stoffa lieve – spessa mossa dagli zefiri sereni – è peculiarità della Primavera o di Venere ed è ripresa nei veli nuziali. Il velo, è collegato alla verginità e copre il ventre e il pube della modella. Il vento lieve di maggio, durante la notte, ha provocato la caduta di alcuni petali. I petali di rosa costituiscono l’unico elemento di disordine, nella stanza. Essi sono segno del tempo che passa, del divenire e al tempo stesso qui sembrano suggerire allo spettatore maschile la possibilità che Aurora-Primavera-Giovinezza sia reduce, come Psiche, da un sogno conturbante di de-florazione o di una notte passata con un Amore. Ogni petalo, a terra, richiama il sesso femminile sfiorato. Rosso è il copriletto, come la passione. Di velluto, come la pelle di lei. (curuz)
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