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Rachele Aresi – Le geometrie euclidee che determinano la figura nello spazio


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Altre foto del lavoro Antwerp from above1
Stile Arte intervista Rachele Aresi, la cui opera ha ricevuto il terzo Premio, categoria fotografia, del Nocivelli 2014

Scrive Chiara Fasser, esponente della giuria del Nocivelli 2014, in una nota critica pubblicata nel catalogo del Premio: “L’immagine di Rachele Aresi colpisce per la qualità compositiva e per l’eleganza sapiente. Lo scatto della giovanissima fotografa, intitolato Antwerp from above, legato alla rappresentazione oggettiva della realtà, è tecnicamente ineccepibile. La sua suggestione nasce dalla grande armonia, quasi astratta, del rapportotra paesaggio e figura umana. Il movimento appena accennato del soggetto ben si inserisce nella geometria perfetta creata dai tronchi degli alberi e dalle ombre. La presenza della natura, complementare al paesaggio fortemente antropizzato, lo rende meno asettico e lascia percepire luci e colori primaverili. Proprio questo rapporto tra uomo e natura è al centro della ricerca perseguita dalla Aresi che, intervistata, ha detto: «Per quanto riguarda il mio lavoro, mi rendo conto che senza volerlo, o anche cercando di evitarlo, i temi che investono la mia ricerca ruotano sempre intorno ad alcuni concetti precisi! Prima di tutto il paesaggio: la fotografia italiana ha una lunga storia in questo ambito e sicuramente è stato un fattore che ha influenzato il mio lavoro, anche se all’inizio inconsapevolmente (prima che iniziassi a studiare la fotografia contemporanea e di questo ringrazio i miei professori dell’accademia) e poi sempre più volontariamente. All’interno di questo paesaggio, inteso più come luogo, come spazio, ovviamente si colloca l’uomo, ed è proprio il legame tra queste due entità che ho cercato di indagare nel lavoro di cui l’opera del concorso fa parte, un legame quasi prettamente
visivo e compositivo.» L’impressione lasciata dallo scatto in mostra fa pensare che l’obiettivo della Aresi sia stato raggiunto”.
Rachele-Aresi
Iniziamo con una breve scheda.
 
Rachele Aresi, nata a Treviglio (BG) il 9 Ottobre 1991. Vivo da sempre a Brignano Gera d’Adda (BG). Ho frequentato il triennio di fotografia alla L.A.B.A. Libera Accademia di Belle Arti di Brescia, presso cui conseguirò la laurea il prossimo febbraio. Attualmente frequento un corso annuale di graphic design presso il CFP Bauer a Milano.
Trovo difficilissimo il fatto di inserire il mio lavoro all’interno di un orientamento stilistico preciso, anche perché per me la scelta del mezzo espressivo è un momento relativamente breve che viene solamente dopo l’individualizzazione di un’idea che spesso invece necessita molto tempo di ragionamento personale, letture e riletture di testi e saggi, creazione e distruzione di un concetto. Insomma sono una persona che cambia idea molto in fretta, una volta che mi sembra di essere approdata ad un concetto che credo possa diventare un qualcosa, cerco di darle forma il più veloce possibile proprio per non darmi il tempo di ripensarci. E’ per questo motivo, infatti, che non c’è nessun lavoro, per i pochi che possa aver fatto finora, che reputi veramente terminato. Nonostante questa premessa devo ammettere che indubbiamente i miei lavori hanno un qualche orientamento, ricollegabile a una certo tipo di ricerca sul paesaggio urbano, sullo spazio, inteso proprio come spazio fisico occupato dagli oggetti e dalle figure umane e la relazione tra questi e il contesto in cui si pongono. Per quanto riguarda lo stile sono un’amante della semplicità, del togliere, dell’isolare, del girare intorno cercando il punto di vista meno ovvio di soggetti potremmo dire anche banali. Inoltre tendo a rappresentare il minimo elemento portatore del significato che cerco, una parte che però riporta subito al tutto.

 Altre foto del lavoro Antwerp from above2
Nell’ambito dell’arte, della filosofia, della politica, del cinema o della letteratura chi e quali opere hanno successivamente inciso, in modo più intenso, sulla sua produzione? Perché?
Come ho accennato prima sono molto sensibile al tema del paesaggio urbano, quindi nel mio lavoro, non so quanto si noti, ma c’è molto della scuola italiana del paesaggio, in particolare di Luigi Ghirri, che credo essere un passaggio obbligato per ogni fotografo italiano, in modo diretto o indiretto. Inoltre mia madre è nata e cresciuta a Casalmaggiore, un paese della provincia cremonese vicino alle rive del Po e quando ci ritorno per far visita alla mia famiglia porto sempre nella mente e negli occhi le parole di Gianni Celati.
Per quanto riguarda lo studio e la riflessione sul tema dello spazio cerco di prendere spunto sia dai lavori di artisti contemporanei e dalla tendenza alla contaminazione tra diversi mezzi di produzione artistica e allo stravolgimento nell’utilizzo di questi, ma al tempo stesso sono molto incuriosita dalle riflessioni di alcune personalità della storia della filosofia. Ultimamente ho iniziato un lavoro sullo spazio euclideo, tra la moltitudine di definizioni di spazio dati nei secoli, Euclide lo vede come un’entità fisica, che esiste quando un corpo occupa una certa posizione calcolabile mediante coordinate. In contrapposizione al pensiero di Kant o all’idea pura di Platone, ho rappresentato quindi un oggetto all’interno di una porzione di spazio, metafora di uno spazio più ampio o se si vuole di un’idea di spazio.
Un altro aspetto che sento molto forte nel mio approccio alla produzione artistica, ma prima di tutto nella vita, è la tendenza a catalogare e sintetizzare. Personalmente associo queste due azioni rispettivamente alla cultura tedesca e a quella giapponese, ammetto che ho una particolare attenzione per questi due mondi, ma più che un’influenza si tratta di una personale predisposizione direi quasi scientifica che mi indirizza lo sguardo.
Altre foto del lavoro Antwerp from above3
 
Può analizzare nei temi e nei contenuti l’opera da lei realizzata e presentata al Premio Nocivelli, illustrando le modalità operative che hanno portato alla realizzazione?
L’opera presentata al Premio Nocivelli fa parte della serie Antwerp from above, in cui ho analizzato la relazione tra la figura umana e l’ambiente in cui si trova, ovvero i modi in cui la silhouette dei passanti si relaziona, si incastra o emerge rispetto alla texture del paesaggio urbano, creando un prodotto nuovo, somma dei due elementi. Il mio intento non era quello di rappresentare la città di Anversa, dove ho sviluppato il progetto, ma appunto produrre delle immagini quasi da zero, prendendo gli elementi forniti dall’ambiente (lo sfondo e le figure) e disponendoli per tentativi con la mia possibilità di inquadrare, avvicinarmi, tagliare, aspettare. Un lavoro di possibilità.
 Indirizzi di contatto e, nel caso esista, sito personale.
rachele.aresi@gmail.com
Sto ancora lavorando ad un sito personale, per ora ho questo blog che utilizzo come diario per immagini: www.rachelearesi.tumblr.com
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