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Raddoppio, all’asta, per la moneta d’oro trovata in un campo con metal detector. Venduta a 773mila euro


Raddoppio, all’asta – in queste ore – per la moneta d’oro trovata da un appassionato di ricerche di superficie, con metal detector, in un campo. Il denaro ricavato dalla vendita prodigiosa, sarà diviso tra il cercatore e il proprietario del campo, come prevede la legge britannica. Quindi tutto regolare. In Italia – lo diciamo per evitare fraintendimenti tra i nostri lettori – queste attività sono fortemente osteggiate, se non facilmente perseguite, in un quadro giuridico piuttosto caotico, come avviene spesso nel nostro Paese.

Il rarissimo penny d’oro del XIII secolo – valore nominale originario: 20 pence – coniato dal re Enrico III fu trovato dal cercatore inglese lo scorso settembre da un metal detector. Il pezzo è stato aggiudicato a 648.000 sterline (773.844,84 euro), a fronte di una stima d’asta piuttosto contenuta per la rarità del pezzo: £ 400.000.

La moneta è stata trovata in un campo del meraviglioso villaggio rurale di Hemyock nel Devon – al Sud dell’Inghilterra – da Michael Leigh-Mallory (nella foto qui sopra), un appassionato di metal detector che era appena tornato all’hobby dopo essersi fermato per alcuni anni quando sono nati i suoi figli. Naturalista, ecologista, amante del buon tè – oltre che, naturalmente, di ricerche archeo di superficie, là consentite e quasi incentivate dallo Stato – Michael è un responsabile della Pesca sportiva. L’uomo aveva ridotto la ricerca di superficie quando erano nati i figli. Da quando sono cresciuti ha ripreso le indagini con il rilevatore. Tutto si è svolto con regolarità, nei termini previsti dalla legge.

Con l’autorizzazione delle autorità preposte, questa moneta – fatta coniare, attorno al 1257, da Guglielmo di Gloucester per re Enrico III, utilizzando, come hanno dimostrato le indagini di queste settimane, oro importato dall’Africa – è stata messa all’asta dalla casa Spink.

La rarità del penny d’oro di Enrico III dipende dal fatto che il valore nominale della moneta stessa era inferiore a quello dell’oro dalla quale era costituita. Pertanto chi intercettava questi penny preferiva fonderli e vendere il metallo come materia prima preziosa perchè avrebbe conseguito un guadagno maggiore. Dopo la morte di Enrico, le monete vennero ritirate dallo stato, l’oro fu fuso e i nuovi penny furono coniati con una quantità singola doro inferiore.

I pochi esemplari sopravvissuti – 8, quelli conosciuti – sono conservati in importanti collezioni private o al British Museum di Londra e al Fitzwilliam Museum di Cambridge.

Enrico III fu re d’Inghilterra dal 1216 fino alla sua morte nel 1272. Negli anni 1240 e ’50 chiese che tutti i pagamenti fossero effettuati in oro per accumulare tesori per importanti progetti all’estero. Era la prima volta che l’economia non faceva affidamento sulle monete d’argento dai secoli precedenti. Ma fu compiuto l’errore evidente, nel rapporto tra valore nominale della moneta e valore dell’oro, contrario a quanto avviene solitamente.