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Raid in galleria, deturpato quadro di donna-prete


 

Il quadro iperrealista deturpato con lo spray
Il quadro iperrealista deturpato con lo spray

Il quadro iperrealista, prima del raid in galleria
Il quadro iperrealista, prima del raid in galleria

Azione da guerriglieri dello spray, per un manipolo di fondamentalisti cattolici, in una galleria romana che espone opere d’arte contemporanea, le quali mettono in rilievo, tra l’altro, il tema del sacerdozio femminile e il pieno riconoscimento degli omosessuali, da parte della Chiesa cattolica. Un ragazzo è entrato nella Galleria L’opera, nel cuore di Roma, ha distratto la proprietaria mentre altri quattro compagni, incappucciati, sporcavano con spray rosso alcune opere esposte.
Il quadro, che è stato oggetto di maggiore accanimento è “In God We Trust”, di Mauro Maugliani, che raffigura una ragazza in abito talare, simbolo dell’emancipazione femminile anche in campo ecclesiastico. L’opera faceva parte della mostra “Il Trialogo”, di cui parliamo piĂą diffusamente qui sotto.L’evento culturale era giĂ  stato al centro di alcune polemiche tra la galleria e il Vicariato. Il gallerista per timore di denunce, aveva giĂ  coperto, come opera proibita, “Si Quiero”, di Gonzalo Orquìn, che raffigura baci omosex davanti gli altari delle chiese romane.(qui sotto)
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La Galleria l’Opera presenta fino al 15 novembre 2013 “Trialogo“, mostra di Mauro Maugliani, Gonzalo Orquín e Luis Serrano.
La mostra inaugura la sede espositiva della Galleria d’arte contemporanea di Andrea Iezzi, spazio che nel suo programma intende dare voce a tutte le nuove tendenze dell’arte contemporanea, nessuna esclusa.


“Nessuna pretesa generalista, ma una valutazione per così dire estetica: lo spazio è quello di chi pensa che l’arte non sia morta, di chi pensa che l’arte contemporanea si faccia non solo ed esclusivamente con gli alfabeti dell’arte concettuale; di chi pensa, infine, che concettuale sia tutta l’arte supportata da un qualche pensiero, pittura compresa”.
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Un vero e proprio «Trialogo» d’arte, in cui ciascun autore sarà rappresentato non solo da un’opera pittorica di grandi dimensioni (lavoro che risponde grossomodo al linguaggio espressivo loro usuale fino a oggi) ma anche da altre interpretazioni più sperimentali di uno stesso tema. Un lavoro che ha visto i tre artisti confrontarsi dunque con tecniche diverse, dalla fotografia all’installazione, dall’azionismo stile flash mob fino all’opera tessile.
Una «sfida», definiscono questa mostra i protagonisti: «Che pone in primo piano la bellezza, tema oggi quasi eversivo e dunque di vera avanguardia, partendo dalla pittura come forma artistica classica, quella cioè che parla senza bisogno di essere spiegata, ma per giungere nel contempo a mettere alla prova l’artista-poliedrico, provando a vedere se davvero e fino a che punto è in grado di giocare con tutti i linguaggi della contemporaneità».
The_sixth_hours
Mauro Maugliani, pittore dagli esiti iperrealisti, ama definirsi un artista concettuale, concependo la sua pittura come «punto di arrivo di un lungo processo mentale di pensiero». Presenta in mostra il risultato di una sua ricerca sul misterioso mondo delle suore. Un grande ritratto gioca sull’ambiguità di genere e identità, raffigurando il volto e il busto di una giovane suora che indossa però un abito talare da prete. Una scultura in zucchero evoca l’idea del mondo sacro e delle sue reliquie. E ancora, un’installazione invita il pubblico a visualizzare un video da un antico inginocchiatoio, modificato però, come l’ambiente che lo ospita, con una vena da confessionale-pop.
La poetica di Gonzalo Orquín è fortemente intimista e la sua pittura sembra situarsi in un luogo immaginario e in un tempo sospeso, nondimeno estremamente reale e quotidiano, in cui si mescolano memoria ed erotismo. Spagnolo, l’artista si confronta in questa mostra con il tema dei matrimoni, al plurale: uno più «borghese», nella grande tela dai complessi giochi di ombre e specchi che moltiplicano l’immagine di una giovane coppia; uno più utopico e che lancia un messaggio universale d’amore attraverso un’azione collettiva cui fanno da sfondo storiche Chiese di Roma; uno infine raccontato con un balzo nel passato, grazie a un’installazione lirica, sentimentale e di grande intensità, in stile wunderkammern.
Sweet_Sweet_Crux
Luis Serrano, spagnolo anche lui, è un pittore di impianto prevalentemente figurativo e il suo lavoro, carico di suggestioni e allusioni, si misura qui con tutti i generi tradizionali, reinventandoli e venandoli di connotazioni realiste, simboliche, letterarie. Ha lavorato per questa esposizione sul tema degli interni, uno in particolare, legato anche a memorie autobiografiche. In un’antica casa padronale di famiglia, nella regione della Mancha, un vecchio divano abbandonato in una soffitta è divenuto pretesto – plastico, formale – per «cantare» forme su cui si sono depositati i segni del tempo e di stagioni andate. Un divano dipinto, scolpito, disegnato, tessuto…