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Riccardo Bonfadini – L'arte? La levità di lillipuziani che tanto ci assomigliano




Stile Arte intervista Riccardo Bonfadini, la cui opera è stata insignita del secondo premio, categoria Scultura, al Nocivelli 2014. Di seguito pubblichiamo la nota critica di Giuseppe Virelli, membro della giuria, inserita nel caatlogo
 
“Riccardo Bonfadini è un artista perfettamente in linea con la sua generazione  – scrive Giuseppe Virelli – Nato nel ‘71 è cresciuto, come i suoi coetanei, in un mondo dove la massiccia “invasione” dei mass-media, inprimis la televisione e, in particolare, la televisione commerciale, ha fortemente condizionato e fatto sedimentare nella memoria dell’artista un intero universo fatto di cartoni animati coloratissimi, di videoclip musicali, di serie tv per ragazzi scanzonate e, soprattutto, di spot pubblicitari aggressivi e ammiccanti lontani da quel mondo catodico in bianco e nero ben più pacato e discreto degli anni ‘50 e ‘60. Una volta assorbiti questi stimoli nella fase adolescenziale, in età matura essi sono rielaborati dall’artista per dare vita a opere leggere e divertenti. Ciò però non vuole dire che Bonfadini sia un artista “facile”, anzi egli, da buon “consumatore” e da disincantato conoscitore dei linguaggi retorici utilizzati dai professionisti del marketing, utilizza intelligentemente gli stessi meccanismi persuasivi per veicolare, con apparente disinvoltura, messaggi dal forte valore concettuale, affidati molto spesso a sapienti giochi verbo-visivi in cui un ruolo determinate è affidato ai titoli delle opere che, di fatto, sono parte integrante del lavoro. In altre parole, si potrebbe parlare di lui come di un artista “ludico-concettuale” che sotto mentite spoglie ci sbatte in faccia la realtà di una società che vive per immagini e slogan. Di qui l’effetto ironico e di piacevole sorpresa che suscitano i suoi lavori quando, dopo un primo momento di straniamento, i fruitori svelano il trucco ed entrano in relazione con l’opera. È questo anche il caso di Doppio misto, in cui Bonfadini dà vita a un’improbabile e surreale partita a tennis fra minuscoli personaggi pericolosamente in bilico su una campo da gioco collocato su una sorta di meteorite gravitante nel vuoto”.
 
 
Iniziamo con una breve scheda

Riccardo Bonfadini
Riccardo Bonfadini

 
Riccardo Bonfadini, nato nel 1971; sono figlio d’arte. Ho ereditato da mio babbo la passione per la pittura, anche se da molto tempo non la pratico in senso stretto. Le mie creazioni nascono infatti dal recupero ed utilizzo di oggetti che possono essere materia prima o manufatti rubati dalla vita quotidiana. Mi piace esprimere un arte leggera, ironica ma soprattutto che sia testimone del mio tempo. Giocare con le parole e le immagini, ottenere nuove ed inaspettate risultanze semplicemente accostando oggetti di uso comune. Mi piace raccontare con semplicità il concetto ed attraverso una costruzione pulita e razionale trasmetterlo a chi lo osserva.
 
Riccardo Bonfadini, Seduto sull'asse (partiicolare)
Riccardo Bonfadini, Seduto sull’asse (partiicolare)

Nell’ambito dell’arte, della filosofia, della politica, del cinema o della letteratura chi e quali opere hanno successivamente inciso, in modo più intenso, sulla sua produzione? Perché?
 
Senza dubbio Twombly e Rothko sono tra gli artisti che più ammiro: il loro modo di interpretare l’arte, fatto di “poco”, dove per poco intendo tutto quanto sia sufficiente per emozionare, mi ha sempre catturato con passione. Poi altri grandi artisti: dalla figurazione realista dell’americano Hopper, all’arte concettuale nostrana di Piero Manzoni fino all’arte povera di Alighiero Boetti. Sono cresciuto guardando film di Alberto Sordi, De Sica, Totò e De Filippo ma nel contempo ho fatto miei attori dal sapore surreale e leggero come Renato Pozzetto e Cochi Ponzoni, figli certamente di un’altra epoca. L’ermetismo è tra le forme di poetica che più adoro: Ungaretti e Montale hanno segnato la mia passione per la scrittura. Pochi segni, poche lettere possono racchiudere in loro l’infinito. Ho una visione politico-culturale liberale: non sono mai stato “anti” ma piuttosto “pro” qualcosa; credo fortemente nella libera intraprendenza delle persone, nella indispensabile libertà di agire per se e per gli altri senza l’oppressione delle istituzioni ma sempre in un rispetto reciproco.
Riccardo Bonfadini, Più veloce della luce
Riccardo Bonfadini, Più veloce della luce

 
Riccardo Bonfadini, Un taglio alle erbe
Riccardo Bonfadini, Un taglio alle erbe

 
Può analizzare nei temi e nei contenuti l’opera da lei realizzata e presentata al Premio Nocivelli, illustrando le modalità operative che hanno portato alla realizzazione?
 
Riccardo Bonfadini, Doppio misto, opera premiata al Nocivelli 2014
Riccardo Bonfadini, Doppio misto, opera premiata al Nocivelli 2014

Ho presentato al Premio Nocivelli un opera che racconta il mio personale modo di intendere l’arte contemporanea; oggetti all’apparenza privi di qualsiasi valore artistico mutano di significato e diventano opere d’arte. L’aiuto a volte di minuscoli personaggi calati nel contesto fa si che possa concretizzarsi l’idea esaltandone l’aspetto più ludico. Compongo opere che siano di facile lettura, generalmente riproducendo una realtà spesse volte onirica ma con obiettiva autenticità. Ecco allora che prendono forma piccole scene di vita quotidiana, allestite in modo pulito ed ordinato. Sono opere da collezionare, da conservare come diapositive che ci raccontano un momento di vita vissuta come una partita a tennis con gli amici.
 
Riccardo Bonfadini vive e lavora a Soresina, in provincia di Cremona. Studio “Officina71” presso “Filanda Pregiata” via Zucchi Falcina 18. Sito internet: www.riccardobonfadini.it
 
 
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