I giapponesi, in ambito artistico, stanno lavorando in modo particolarmente intenso, come del resto gli statunitensi, per rileggere il mondo dell’infanzia e dei giochi, proiettandolo nell’arte contemporanea. Colori accesi, revisioni di personaggi dei cartoni animati, ricostruzioni dilatate di camerette. Sindrome di Peter Pan? All’esterno del gran Palais di Tokio, a Parigi, è giunto un regalo gigantesco. All’interno una magnifica stanza. Tutto è tappezzato perfettamente da furoshiki, bellissimi quadrati di stoffa che, nel passato – ma con una ripresa ecologista notevole, negli ultimi anni – venivano utilizzati come sacchetti per portare alimenti od oggetti e, ancora, per chiudere i regali, che potevano essere aperti dal destinatario, sciogliendo un paio di nodi eleganti. Poi, naturalmente il drappo poteva restare al festeggiato, che lo riutilizzava. Insomma: poichè in Giappone il Furoshiki rievoca la stagione dei regali e siamo in un’epoca che punta all’ecosostenibilità – e i produttori giapponesi premono affinchè la consuetudine nipponica sia estesa al mondo – Parigi ha accettato questo grande regalo d’arte contemporanea. All’interno del cadea, sono esposti diversi tessuti giapponesi, accanto a installazioni artistiche. Realizzati da designer e artisti francesi e giapponesi, sono firmati da Yayoi Kusama, Annette Messager, Kohei Nawa, Jean-Michel Othoniel e Constance Guisset. Un haiku per tradurre “piacere di offrire, gioia di ricevere”.
https://www.youtube.com/watch?v=-xDcX9jpglY
Sai cos'è il Furoshiki? E perché è adatto a mostre d'arte contemporanea? L'esempio di Parigi
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