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Salento, la fonte sacra della Poesia e il santuario della piscina naturale. Il video


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Salento, Costa adriatica, ecco Roca Vecchia, uno dei tratti di costa più incantevoli lungo la litoranea Lecce-Otranto, ad una distanza di circa 20 chilometri dal capoluogo salentino – spiegano i redattori di Salentowebtv Lecce che hanno realizzato questo breve, ma significativo documentario su una “città perduta” sulla costa pugliese. Con antri, piscina naturale, resti di manufatti che contrastano, nel chiarore abbacinante con il mare turchese – Qui il paesaggio è modellato da forme carsiche superficiali: grotte, gallerie e cunicoli immersi in un territorio ancora incontaminato. All’interno di quest’area, tra le alte falesie e i resti archeologici, c’è la Grotta della Poesia, una tra le dieci piscine naturali più belle del mondo, oggetto anche di numerose leggende e meta prediletta dei tuffatori impavidi. Il vero nome della Grotta è Grotta della Posia, deriva dal greco e significa “sorgente di acqua dolce”, qui i signori del mare pregavano gli dei.
Rappresentava, infatti, una vera e propria Grotta santuario. Lungo tutto il perimetro interno della grotta sono presenti simboli, iscrizioni e graffiti che risalgono sia al II secolo a.C. che all’età romana repubblicana. Nell’area adiacente il sito archeologico di Roca Vecchia che sorge e si estende su un promontorio con la torre cinquecentesca. Si tratta di uno tra gli insediamenti archeologici più importanti del bacino del Mediterraneo soprattutto per quanto riguarda l’età del Bronzo della quale ne rappresenta una straordinaria testimonianza storico religiosa. Il Castello fu eretto nel XIV secolo e posizionato a strapiombo sul mare Adriatico. Le grotte scavate nelle scogliere calcaree di Roca Vecchia sono state utilizzate da monaci basiliani che, in passato, vivevano come eremiti in questi luoghi.
Luogo prezioso per gli esperti di archeologia sottomarina, su questi fondali, infatti, è stato riscontrato il ripetersi dei motivi archeologici del retroterra in una vera e propria città sommersa che, nelle profondità marine, custodisce ancora i segreti di una civiltà fiorita nel terzo e secondo secolo prima di Cristo. Sempre sul fondo marino si sovrappongono i resti della civiltà greca e romana e, infine, di quella turca e saracena a noi più vicina, la quale ha lasciato le sue tracce anche sulle aguzze rocce”.

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