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Chi era San Silvestro? E cos’è la Donazione di Costantino? La pittura ci aiuta a capire eventi lontani che portano al presente


Il battesimo di Costantino da parte di San Silvestro. Gli storici hanno dimostrato che questa scena non è vera, ma avrebbe avuto un valore simbolico per sottolineare la sottomissione dell'imperatore alpapa
Il battesimo di Costantino da parte di San Silvestro. Gli storici hanno dimostrato che questa scena non è vera, che il papa non battezzò l’imperatore, ma avrebbe avuto un valore simbolico per sottolineare la sottomissione dell’imperatore stesso alla Chiesa

di Redazione
Stile arte è un quotidiano di cultura, arte e archeologia fondato nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz

Oggi il valore politico della figura di san Silvestro è declinato. Egli rappresentò la la vittoria definitiva del Cristianesimo nell’ambito dell’impero romano, dopo centinaia d’anni di persecuzioni, ma soprattutto la nascita della potenza temporale della Chiesa. A lui si ascrive, infatti, parte del merito del riconoscimento, da parte dell’imperatore Costantino, del Cristianesimo stesso, che diveniva la religione principale dell’impero, dopo l’apertura alla libertà di culto. (313).

Proprio a causa di attacchi convergenti nei confronti della Chiesa cattolica, oggi la sua figura, essendo assimilata al Potere, riscuote uno scarso successo.

silvestro jacopo vignali
Jacopo Vignali, Battesimo dell’imperatore Costantino da parte del papa Silvestro I, 1623-1624, Firenze, Palazzo Pitti

Nell’opera del pittore Jacopo Vignali, qui sopra, vediamo rappresentato il messaggio politico della Chiesa nei confronti dell’impero e dei fedeli. San Silvestro, in questo dipinto viene raffigurato mentre battezza l’imperatore Costantino.

Tutta l’azione è finalizzata a sottolineare l’importanza maggiore del Papa rispetto all’imperatore, che nudo e inerme, sotto-sta al pontefice. Silvestro, secondo la tradizione, favorì ampi riconoscimenti da parte dell’imperatore alla Chiesa. Nel medioevo con l’apocrifo editto denominato Donazione di Costantino, l’organizzazione ecclesiale aveva costruito, secondo la più diffusa interpretazione storica, un falso per dare sempre maggior potere al successore di San Pietro. Dopo una nutrita sezione agiografica, il documento, recante la data del 30 marzo 315, afferma di riprodurre un editto emesso dall’imperatore romano Costantino I. Con esso l’imperatore avrebbe attribuito al papa Silvestro I e ai suoi successori il primato (principatum) del vescovo di Roma sulle chiese patriarcali orientali: Costantinopoli, Alessandria d’Egitto, Antiochia e Gerusalemme; la sovranità del pontefice su tutti i sacerdoti del mondo; la sovranità della Basilica del Laterano, in quanto “caput et vertex”, su tutte le chiese; la superiorità del potere papale su quello imperiale.

La figura di Papa Silvestro appare con notevole frequenza nei dipinti legati alla santità ecclesiale, soprattutto negli affreschi. E’ importante notare, come nelle aree dell’Italia settentrionale, la devozione a Silvestro, la cui etimologia rinvia a quella dell’uomo dei boschi, sia stata utilizzata per convogliare il sentimento religioso di fedeli, che avevano radici culturali celtiche e che onoravano gli spiriti di alberi, fonti e foreste.

L'imperatore Costantino offre al papa Silvestro la tiara imperiale, simbolo del potere temporale. Affresco nell'oratorio di San Silvestro a Roma
L’imperatore Costantino offre al papa Silvestro la tiara imperiale, simbolo del potere temporale. Affresco nell’oratorio di San Silvestro a Roma

Nel 314, Silvestro fu consacrato vescovo di Roma ed occupò tale posizione per ventuno anni, ossia fino al 335. Secondo le antiche leggende, ebbe strette relazioni con Costantino, ma ciò che vi si afferma sarebbe in contrasto con gli avvenimenti storici. Queste leggende furono tramandate attraverso la “Vita beati Sylvestri”, comparsa presso le Chiese orientali e tramandata in greco, siriaco e latino attraverso il “Constitutum Sylvestri” (un resoconto apocrifo, di un supposto sinodo romano, comparso tra il 501 ed il 508), ed attraverso la “Donatio Constantini”.

I racconti riportati in tutti questi scritti, riguardo a Silvestro, la conversione e il battesimo di Costantino, la donazione dell’imperatore al papa, ed il concilio di 275 vescovi a Roma, sono completamente leggendari.
La storia, secondo la quale avrebbe battezzato Costantino, è pura leggenda poiché prove dell’epoca mostrano che l’imperatore ricevette il sacramento nei pressi di Nicomedia per opera di Eusebio, vescovo di quella città.

La leggendaria relazione di Silvestro con Costantino fu importante nel Medioevo per dimostrare, appunto, le basi storiche del potere temporale della Chiesa. Costantino, nel 325, indice il primo Concilio ecumenico a Nicea, dove si approva il Credo che, contro le dottrine di Ario, riafferma la divinità di Gesù Cristo (« Dio vero da Dio vero, generato non creato, della stessa sostanza del Padre »), ma al tempo stesso l’umanità del Signore che non è stato creato dal nulla, da parte di Dio, come un essere estraneo al mondo, ma che è stato generato da una donna e pertanto è figlio di Dio stesso e dell’umanità.

E’ chiaro comunque il fatto che Silvestro diede applicazione piena alla politica cristiana di Costantino. Silvestro I promosse, tra l’altro, la costruzione delle grandi basiliche costantiniane di Roma. Secondo il “Liber Pontificalis”, su suggerimento del papa, Costantino fondò la prima basilica di S. Pietro sul Colle Vaticano, sopra un preesistente tempio dedicato ad Apollo, tumulandovi, in un sarcofago di bronzo, il corpo di San Pietro. Sempre grazie al connubio tra Silvestro e Costantino sorsero la Basilica ed il battistero del Laterano vicino all’ex Palazzo imperiale dove ora viveva il papa, la basilica del Palazzo Sessoriano (basilica di Santa Croce in Gerusalemme), la Basilica di S. Paolo fuori le mura sulla Via Ostiense, e molte chiese cimiteriali sulle tombe di martiri.

Senza dubbio il papa contribuì anche allo sviluppo della liturgia. Durante il suo regno, probabilmente, fu scritto il primo martirologio romano. Il nome di Silvestro è legato anche alla creazione della “Schola cantorum”. Fece costruire, inoltre, sulla Via Salaria, presso le catacombe di Priscilla, una chiesa cimiteriale le cui rovine sono tornate alla luce verso la fine dell’800.
Papa Silvestro I, secondo il “Depositio episcoporum”, l’elenco dei giorni della sepoltura dei vescovi romani, che fu compilato appena un anno dopo la sua morte, fu sepolto il 31 dicembre 355 nella chiesa da lui voluta presso le catacombe di Priscilla. La sua sepoltura è espressamente menzionata negli itinerari dei fedeli del VII secolo.

Il 2 giugno 761, secondo un’antica tradizione, Papa Paolo I ne fece traslare il corpo nell’oratorio della chiesa di S. Silvestro in Capite; e il 17 luglio dello stesso anno lo fece portare all’interno della chiesa, dove fu ritrovato durante i restauri del 1596. Papa Clemente VIII (Ippolito Aldobrandini, 1592-1605) lo fece porre sotto l’altare maggiore.

Se molte sono le leggende intorno a Silvestro I, tuttavia questi deve aver colpito i suoi contemporanei: infatti, appena morto, viene subito onorato pubblicamente come “Confessore”. Anzi, è tra i primi a ricevere questo titolo, attribuito, dal IV secolo in poi, a chi, pur senza martirio, ha trascorso una vita totalmente dedita a Cristo. Un anno dopo la sua morte, a Papa Silvestro I era già dedicata una festa al 31 dicembre. La chiesa cristiana ortodossa e le chiese cattoliche che seguono i riti orientali lo celebrano il 2 gennaio.