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Scavi per la fognatura portano alla luce in Toscana una tomba romana con l’obolo di Caronte


A Marcialla è venuta alla luce una sepoltura ad incinerazione di età romana. E’ il primo ritrovamento di epoca romana nel territorio di Barberino Tavarnelle che rivela i riti di sepoltura dell’antica Roma. Barberino Tavarnelle è un comune sparso di 11 925 abitanti della città metropolitana di Firenze, istituito nel 2019 dalla fusione dei comuni di Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle Val di Pesa.

“La scoperta di un piccolo grande tesoro che invita il Chianti ad intraprendere un nuovo cammino di ricerca archeologica sulle tracce della civiltà delle origini. – dicono fonti comunali – La storia antica, quella che testimonia la presenza inedita di insediamenti legati all’età imperiale, non è mai stata così vicina. Tra le colline di Barberino Tavarnelle, notoriamente popolata dalla civiltà etrusca che intorno al VII secolo a. C. si organizzò nei primi insediamenti urbani, innalzò tumuli e decorò vasi e gioielli, viene alla luce una rilevante testimonianza di età romana risalente alla prima età imperiale”.

Durante i lavori di realizzazione del sistema fognario e della depurazione a cura di Publiacqua nella frazione di Marcialla è stata infatti portata alla luce parte di una tomba romana. Due sono le ipotesi sulle quali si sono orientate le indagini archeologiche a cura degli archeologi della Cooperativa ARA, preposti all’assistenza archeologica sotto la direzione scientifica della Soprintendenza. I riflettori degli studiosi sono puntati sulla doppia possibilità di attribuire il rinvenimento ad una delle due pratiche funerarie ad incinerazione proprie del mondo romano in età imperiale: il bustum o l’ustrinum. “Le pratiche di sepoltura nell’antica Roma si differenziavano nella cremazione e nell’inumazione – spiega il funzionario della Soprintendenza Michele Bueno – compresenti almeno fino al I-II sec. d.C., a partire da quando il rito dell’inumazione prevale su quello dell’incinerazione. Vi erano due tipi di cremazione: il bustum, o cremazione diretta, caratterizzata da una fossa destinata ad accogliere le ceneri del defunto cremato in situ; l’altro l’ustrinum, che sembrerebbe corrispondere al nostro caso, esito invece di una deposizione secondaria, ovvero, una fossa di dimensioni minori atta ad accogliere una selezione delle ceneri in un luogo diverso da quello in cui il corpo del defunto viene cremato”.

All’interno della tomba di Marcialla sono stati rinvenuti, oltre a resti di cenere e frammenti ossei combusti, una moneta di età medio imperiale, il cosiddetto obolo di Caronte, che faceva parte del corredo funebre che accompagnava i defunti nel passaggio all’Aldilà e alcuni frammenti ceramici sempre legati al rito di sepoltura. La tomba di medie dimensioni (1m x 3m) è rivestita in ciottoli. “Una delle particolarità, non molto diffuse, – continua il dottor Bueno – è la regolarità di questa fossa che, rivestita da un paramento in ciottoli dal profilo quadrangolare, sembrerebbe denotare una particolare attenzione dedicata al ritiro funebre da coloro che si insediarono in quest’area, laddove analoghe sepolture sono più banalmente caratterizzate da una fossa dal profilo irregolare”. Grazie all’assistenza archeologica predisposta dalla Soprintendenza, in relazione al ritrovamento, i lavori acquedottistici si sono potuti svolgere senza subire alcuna battuta d’arresto. “La scoperta della tomba romana – aggiunge il sindaco David Baroncelli – costituisce un tassello di alto profilo storico che definisce il quadro degli insediamenti che si spingono fino all’età imperiale e stabilisce una logica di continuità nell’età romana di cui fino ad oggi mancava una concreta attestazione. I reperti rinvenuti andranno ad arricchire il patrimonio dell’Antiquarium di Sant’Appiano”.
Moneta per l’Aldilà. (Fonte fotografie: Comune di Barberino e Tavarnelle)