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Sequestrato in Dogana, va in Palatina il ritratto di Francesco dell’Antella, committente del Caravaggio


E’ stato assegnato alla Galleria Palatina di Firenze uno splendido ritratto di ampie dimensioni – è alto 2 metri – che raffigura Fra Francesco Dell’Antella, in divisa da Cavaliere di Malta, opera sequestrata alla Dogana di Drezzo – in provincia di Como – mentre veniva trasportata in Svizzera. L’autore è ignoto e il dipinto sarĂ  oggetto di studi, a Firenze. In un primo momento i periti hanno affermato che sarebbe di scuola del Casini, ma altri approfondimenti vanno compiuti. L’opera – qui vediamo un particolare, fotografato durante le operazioni di sequestro – assume comunque un elevatissimo valore storico.

Francesco dell’Antella – l’uomo effigiato – è, infatti, un personaggio che appartiene saldamente alla storia del Caravaggio. Francesco commissionò, infatti, al proprio confratello Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, l’ Amorino dormiente, splendida opera realizzata a Malta, dal pittore lombardo, tra il 1608 e il 1609 e conservato alla Galleria Palatina di Firenze.

La tela dell’ Amorino è firmata e datata sul retro: «M.M. di Caravaggio, Malta, 1608». Fra Francesco dell’Antella, era l’amministratore fiorentino di Alof de Wignacourt, Gran Cavaliere dell’Ordine di San Giovanni.

Il dipinto fu portato a Firenze da suo fratello, il senatore Niccolò dell’Antella nel luglio 1609, come dimostra una lettera datata 20 luglio 1609 di Fra Francesco Buonarroti – nipote dello scultore Michelangelo – a suo fratello Michelangelo Buonarroti il Giovane. Il quadro venne anche citato nella facciata del Palazzo Dell’Antella, decorato da un gruppo di artisti locali tra il 1619 e il 1620. PiĂą tardi, nel 1667, l’opera venne acquistata dal cardinale Leopoldo de’ Medici. Per questo è alla galleria Palatina.
Torniamo al misterioso ritratto del committente del Caravaggio. L’opera seicentesca venne intercettata alla dogana di Drezzo nel 2013. La tela, da allora, è stata conservata nei depositi del Tribunale di Como, fino alla recentissima svolta, quando il Ministero della Giustizia l’ha dato in carico ai colleghi del Ministero della cultura, che l’hanno fatto ritirare dal magazzino dei corpi di reato del Tribunale di Como per destinarlo alla Palatina.

Il proprietario della tela – un toscano – stava trasportando il quadro in Svizzera, ma non aveva i permessi di esportazione, necessari per ogni opera antiquaria. Così il dipinto venne confiscato e il proprietario affrontò due processi, piĂą il giudizio della Cassazione – che ha mitigato la condanna, ritenendo che il reato fosse stato tentato, ma non consumato – e venne condannato a pagare una multa piĂą le spese processuali. Il quadro – che sarebbe del 1618 – potrĂ  essere esposto accanto all’Amorino dormiente del Caravaggio, nell’ambito di future iniziative di valorizzazione.