Il frammento di Leonidaion torna a casa, nell’antica Olimpia
L’Ancient Olympia Conference Center (AOC) ha ospitato una cerimonia che segna un passo significativo nella storia della tutela del patrimonio culturale. È stato infatti rimpatriato da Münster, in Germania, un frammento di capitello di colonna, asportato illegalmente negli anni Sessanta, proveniente dal Leonidaion dell’antica Olimpia.
Si tratta di un capitello ionico in pietra calcarea, alto 24 cm e largo 33,5 cm, che conserva tracce di intonaco in alcuni punti. Stilisticamente, presenta evidenti analogie con i capitelli ionici già pubblicati e riconosciuti come parte integrante del sito dell’antica Olimpia, testimonianza concreta della maestria artigianale ellenica del IV secolo a.C.
Il Leonidaion, edificio dedicato a Leonida di Nasso, si trova nella parte sud-occidentale del santuario, fuori Altes. Con una superficie di 74,80 x 81,08 metri, rappresenta la struttura più grande del santuario. Le sue arcate ioniche, presenti su tutti e quattro i lati, ospitavano visitatori illustri, conferendo al complesso una funzione eminentemente rappresentativa. I primi scavi tedeschi tra il 1875 e il 1881 portarono alla luce la parte settentrionale; i lavori furono completati tra il 1953 e il 1956, consolidando la conoscenza dell’intero edificio.

Il rimpatrio del frammento è stato reso possibile grazie alla sensibilità di una donna tedesca, proprietaria dell’oggetto dagli anni Sessanta. Dopo averlo recuperato durante una visita al sito, la signora ha deciso, motivata dagli esempi recenti di restituzioni da parte dell’Università di Münster, di consegnarlo alle autorità universitarie, permettendo così il ritorno della colonna alla Grecia.
L’Università di Münster si conferma un partner attento del Ministero della Cultura greco. Già nel 2019 aveva restituito lo skyphos di Ludovico, campione olimpico dei Giochi di Atene del 1896, oggi esposto al Museo degli Antichi Giochi Olimpici, mentre nel 2024 aveva restituito una testa maschile romana da un cimitero di Salonicco, oggi nel Museo Archeologico di Salonicco. Come sottolineato dal curatore del Museo Archeologico dell’Università di Münster, Dott. Torben Schreiber:
“Non è mai troppo tardi per fare la cosa giusta, morale e retta. Restituire un oggetto frutto di traffico illecito è un dovere di coscienza e di storia.”
Durante la cerimonia, il Segretario generale della Cultura, Georgios Didaskalou, ha dichiarato:
“Questo è un momento particolarmente toccante. La cultura e la storia non conoscono confini, ma richiedono cooperazione, responsabilità e rispetto reciproco. Ogni ritorno è un atto di ripristino della giustizia e, al contempo, un ponte di amicizia tra i popoli.”
La restituzione volontaria di questo frammento si inserisce in un più ampio contesto internazionale, frutto di campagne di sensibilizzazione e di azioni concrete contro il traffico illecito di antichità. È la prova che la coscienza civica, quando unita alla collaborazione istituzionale, può restituire al patrimonio mondiale ciò che gli appartiene di diritto.
Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, Georgios Didaskalou, la Dott.ssa Katja Sporn (Istituto archeologico germanico di Atene), l’Apl. Dott. Oliver Pilz (Direttore degli scavi tedeschi di Olimpia), il Dott. Torben Schreiber, Vasso Papageorgiou, Elena Vlachogianni, Erofili Kollia e numerosi dirigenti e autorità locali, a testimoniare la portata storica di questo ritorno.








