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Splendido tempio-scultura con doghe di vecchie botti realizzato da Michael Beutler in Piemonte


Le immagini sono della Fondazione La Raia di Gavi

Michael Beutler a distanza di quattro anni dal suo BALES 2014/2017 tornato nel Gavi – in provincia di Alessandria – e ha realizzato per Fondazione La Raia l’opera Oak Barrel Baroque, costruita in travi di legno e doghe di barrique, ispirata alle architetture palladiane e alle chiese delle piazze cittadine italiane. Un rifugio, un luogo in cui sostare, un piccolo teatro dove, in occasione della sua inaugurazione – il 2 ottobre 2021 – è andato in scena lo spettacolo Care Selve. Florilegio di Aline Nari.

Michael Beutler, artista tedesco, noto per le sue grandi installazioni scultoree legate a pratiche artigianali, create con materiali naturali come carta o legno, riciclati e riattivati in una nuova funzione, come il grande Shipyard realizzato alla 57a Biennale di Venezia, interviene per la seconda volta con le sue installazioni tra le colline de La Raia.

Oak Barrel Baroque è un’installazione che richiama la storia dell’architettura rurale creando un luogo che evoca contemporaneamente una cappella di campagna, un piccolo teatro, un rifugio dove sostare e riposare pensato per lepersone che attraversano l’azienda agricola esplorando le opere d’arte che dal 2013 ne caratterizzano il paesaggio.

Sviluppando la sua ricerca legata ai materiali, Beutler rielabora le forme delle costruzioni abitative e lavorative dei luoghi, ne asseconda l’atmosfera cambiandone però le caratteristiche, il fine e la funzione.

Oak Barrel Baroque, che significa “barile di quercia barocca”, è stato progettato per essere costruito con le doghe delle barrique a fine vita della cantina de La Raia. Beutler ha lavorato con un team di giovani assistenti realizzando in loco, in circa un mese di lavoro, l’intera opera, trasformando La Raia in un workshop a cielo aperto. Ogni doga di quercia ricavata dalle barriques e ogni trave, utilizzata per le strutture portanti, sono state disposte e incastrate a mano secondo una tecnica giapponese di costruzione, senza uso di viti o bulloni, per prendere la forma di un tempietto votivo con una sorta di pronao frontale, anticamera e contemporaneamente palco: l’abside della piccola struttura è una mezza botte di oltre quattro metri di diametro, appoggiata su palafitte in fondo a una valletta circondata da querce che chiudono il cerchio vitale legato a una pianta così importante da secoli per la produzione del vino. Dal fronte di questa struttura, che evoca contemporaneamente una piccola chiesa e un piccolo teatro, si può godere, al riparo dal sole, del paesaggio e delle vigne de La Raia.

Nel 2017 Michael Beutler aveva realizzato BALES 2014/2017, una serie di opere concepite per il parco del Kunstareal di Monaco di Baviera, trasformando questo luogo urbano in un campo agricolo, in cui una roto-pressa raccoglieva, in rotoballe multicolori, lunghe cannucce colorate che l’artista, con l’aiuto dei cittadini e delle famiglie, aveva disseminato nei prati ben falciati del parco. Reinstallate nel panorama delle colline del Gavi, all’interno di una tenuta biodinamica come La Raia, BALES 2014/2017 si trasforma ulteriormente, ricordandoci le nostre responsabilità in un sistema di produzione di massa che mette a rischio l’esistenza stessa degli elementi naturali.

Oak Barrel Baroque entra a far parte della collezione della Fondazione ed è
visibile al pubblico, come tutte le altre opere, gratuitamente su prenotazione.

“Fondazione La Raia ospita una nuova opera di Michel Beutler,” afferma Giorgio Rossi Cairo, Presidente di Fondazione La Raia, “dopo l’installazione del 2017, Bales 2014/2017. Per noi è stato un vero piacere tornare a lavorare con Michael Beutler e il suo team e constatare la sua straordinaria capacità di entrare in sintonia con il paesaggio della Raia e le colline del Gavi. Michael ha scelto materiali che richiamano questo ecosistema, integrando come già è accaduto con Remo Salvadori, manufatto artistico, paesaggio e un progetto di piantumazione. Il suo Oak Barrel Baroque oggi e per il futuro si anima come appunto è destino di un piccolo edificio che apre il suo fronte ad un pubblico, ad una piazza, a un paesaggio.”

“L’ispirazione è venuta da qui, conoscendo già La Raia e la sua attività e la sua missione legata alla tutela del paesaggio e alla bio sostenibilità, che hanno sempre animato la Fondazione creata da Giorgio Rossi Cairo e Irene Crocco,” afferma Michael Beutler. “L’idea per la creazione dell’opera è partita dalla possibilità di utilizzare il legno delle botti a fine vita per trasformarle in uno spazio vivo da usare tra le vigne. Inizialmente volevo costruire qualcosa di più grande e simile a una chiesa, con l’abside e un portico alla Palladio, poi ho capito che era meglio ridimensionare il tutto. Ho voluto costruire una struttura simile a quella di una chiesa tipica delle piazze italiane, fondendo aspetti diversi dell’Italia che amo, e portando in un contesto di paesaggio ‘agreste’ strutture e forme tipiche della città. Raccolte, qui, tutte in uno stesso edifico.”

“La nuova opera di Michel Beutler concepita per Fondazione La Raia,” afferma Ilaria Bonacossa, Direttore artistico di Fondazione La Raia, “ribadisce da una parte l’attrazione di questo artista per i materiali semplici che sa trasformare in modo sempre sorprendente, dall’altra la sua straordinaria attrazione per la decontestualizzazione delle forme, dei processi, dei materiali stessi, quasi a voler sollecitare tutti noi a vivere i diversi contesti – urbano, naturale, …. – senza soluzione di continuità ma sviluppando rispetto, attenzione, cura. La struttura evoca la storia dell’architettura rurale creando un luogo che evoca contemporaneamente una piccola chiesa e un piccolo teatro. Per questo viene inaugurato dalla performance Care Selve. Florilegio, uno spettacolo di Aline Nari che è un invito alla riscoperta della spiritualità della natura.”

Care Selve. Florilegio, ideato da Aline Nari il 9 febbraio 2020, e cresciuto durante il blocco dovuto all’emergenza Covid-19, prende il titolo da un’aria di Georg Friedrich Händel e ripropone il topos letterario dell’invocazione alle selve come relazione fra spirito e natura. Lo spettacolo, che unisce danza,canto e musica, introduce lo spettatore a una prospettiva ecologista il cui fulcro è la gratitudine e il rispetto del creato, uno stato di piacere in cui sentirci amati e ritrovare il senso dell’appartenenza. Il repertorio musicale scelto propone brani barocchi e classici per voce solista, per accompagnare un viaggio senza tempo: il riconoscimento di due esseri umani che alle selve chiedono conforto e che grazie a questo scoprono una possibilità comune. Lo spettacolo di Aline Nari, con Aline Nari (danza), Marco Mustaro (canto), Alice Belardini (arpa) è prodotto da ALDES e ha debuttato nel settembre 2020.
Recentemente è andato in scena a Bologna (Festival Cuore d’aria, Teatri di
Vita) e Castiglioncello (Festival Inequilibrio/Armunia).