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Stile trendy. Portato alla luce a Ostia un mosaico del 50 a.C. che stava sotto il portico nel peristilio di una domus


I recenti lavori di restauro e di scavo all’interno della Domus dei Capitelli di Stucco hanno consentito di riportare alla vista un mosaico di età tardorepubblicana, appartenente al pavimento del portico che delimitava il cortile interno della domus. – lo comunica il Parco Archeologico di Ostia Antica – Questo mosaico, datato intorno al 50 a.C., è a fondo nero con inserti marmorei.

La decorazione è costituita da rombi in marmo giallo antico allineati su file parallele e circondati da frammenti di minori dimensioni in marmi di vario colore e provenienza. Il mosaico decorava l’ambulacro meridionale del peristilio della Domus dei Capitelli di stucco: si conserva la soglia che consentiva il passaggio tra il corridoio coperto e chiuso dal colonnato i cui capitelli in stile tuscanico rivestiti in stucco danno il nome alla domus, e il cortile”.

Il mosaico del peristilio della domus riportato alla luce a Ostia @ Foto: Parco archeologico di Ostia

Lo stile sobrio e arcaico del mosaico ricorda la ricerca informale dei nostri pavimenti degli anni Sessanta-Settanta.

La vicinanza alla foce del Tevere e alle saline costiere costituisce il fattore principale che determinò la nascita e lo sviluppo di Ostia (dal latino ostium, “foce”), dapprima in funzione strategico-militare, poi soprattutto commerciale.

“La tradizione letteraria – dicono gli archeologi del Parco – fa risalire la fondazione della città al quarto re di Roma, Anco Marcio (ca. 640-616 a.C.), ma i primi resti sono riferibili all’insediamento fortificato (castrum) della colonia romana di IV secolo a.C. Il progressivo sviluppo dell’abitato al di fuori delle mura del castrum comportò, nel I secolo a.C., la necessità di costruire una nuova e più ampia cinta muraria”.

La città gravitava sui preesistenti assi stradali del Cardine e del Decumano, al cui incrocio sorse il Foro. Con la costruzione e il successivo ampliamento del porto marittimo a Portus, tra l’epoca di Claudio (42 d.C.) e Traiano (ca. 110 d.C.), Ostia potenziò il proprio ruolo di scalo commerciale di Roma; il conseguente sviluppo economico e demografico si tradusse in uno straordinario impulso edilizio e monumentale, che tra la fine del I e l’inizio del III secolo d.C. rinnovò completamente l’aspetto della città, secondo precisi piani urbanistici.

A partire dalla metà del III secolo d.C., anche in relazione a una più generale crisi dell’Impero, iniziò il declino di Ostia, che portò al lento e progressivo abbandono di ampie aree della città, anche centrali, dove tuttavia alcune ricche domus si impiantarono su precedenti caseggiati di abitazione; rimase vitale più a lungo la zona costiera, gravitante sulla litoranea Via Severiana.

Intorno alla metà del VI secolo Ostia doveva essere ormai in generale stato di abbandono; la popolazione si spostò nell’immediato entroterra, intorno alla chiesa di S. Aurea, dove nel IX secolo sorse il nuovo insediamento fortificato di Gregoriopoli.