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Stilettate di Zana. Con l’Apocalisse di Dürer. Il trionfo dell’ingiustizia e della meschina violenza


L’Apocalisse è una serie di quindici xilografie di Albrecht Dürer, databile al 1496-1498 circa e conservata, tra le migliori copie esistenti, nella Staatliche Kunsthalle di Karlsruhe.
STILETTATE
di Tonino Zana
Soltanto nei mesi prima del cambio del millennio si trovò il termine Apocalisse sparso ogni dieci pagine di carta stampata. L’evento del calendario, l’incitazione a ripassare passaggi biblici, il desiderio di tremare e dunque di esistere, non di scomparire, portava a un’evocazione della fine del mondo.
Ora si insiste sull’Apocalisse, qualcosa più della fine del mondo, piuttosto l’imposizione a inginocchiarsi, a desiderare il temuto giudizio di Dio, così la facciamo finita e celebriamo una morte totale, di tutti. Questa Apocalisse, allora, innalzerebbe l’asticella della democrazia, non soltanto obbligati alla morte, ma obbligati alla morte nella stessa postura e allo stesso momento. Eccoli, là in fondo, i Cavalieri dell’Apocalisse, avanzano dai confini ucraini, dalle steppe russe, dalle canoniche infradiciate di violenza ai minori, dalle scuole mute di docenza, dalle corsie sanitari impallidite di ignoranza, da una politica espulsa dall’intelligenza del pensare e del fare, dal giornalismo sterminato da pressapochismo, dallo evidente squilibrio umano venuto avanti, nei decenni, per un’imposizioni quotidiana di stress, dalle ingiustizie subìte, piccole e sempre grandi nei confronti di persone normali e di genialità da fermare a tutti i costi.
Apocalisse recitata ogni giorno e ogni giorno recitata l’apparizione di marziani, di velivoli sconosciuti, di Madonne e Santi usciti da ogni angolo di campagna e perfino vicino agli ascensori delle metropoli. Allora, mi chiedo: vogliamo l’Apocalisse o desideriamo i marziani e i miracoli per conoscere e per non andare via?!Decidiamoci.