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Luca Giordano (Napoli, 1634-1705), Allegoria della Pace e della Guerra, 1660 circa, Olio su tela, 226 x 303 cm
Gallerie nazionali di Palazzo Spinola, Genova
STILETTATE
di Tonino Zana
Ucraina, cerchiamo di riassumere questo inferno e la tragicommedia da cui è circondato. Primo, tutti condannano l’invasione russa del 24 febbraio 2022; tutti vogliono la pace, tutti per una trattativa, nessuno in grado di dire i punti della trattativa convergenti, divisi su dare armi all’Ucraina. Certa sinistra, davvero sinistra, sostiene, guai alle armi, si rischia la terza guerra mondiale. Dunque, basta minacciare la terza guerra mondiale e siamo tuti a posto. Nessuno vuole entrare in guerra fisicamente accanto all’Ucraina o alla Russia, tutti d’accordo. Finalmente, il genio dei geni suggerisce, i contendenti concedano l’uno qualcosa all’altro. Caspita, dove si è incontrato con il Signore per aver ricevuto un’illuminazione del genere.
Proponiamo di metterci nei panni degli aggrediti, di contare le lacrime delle madri dell’una e dell’altra parte, di calcolare i danni economici di un’Ucraina in macerie per un quarto come se Sicilia, Sardegna, Lombardia e Veneto fossero distrutte e da ricostruire, calcoliamo cinquantamila morti complessivi, al minimo, moltiplichiamo per cinque e abbiamo un quarto di milione di familiari schiantati dal dolore. Ora, ammesso e non concesso di scrivere una trattativa magica, nel giro di alcune settimane, chi tratterà il dolore di questo un quarto di milione di persone, chi metterà a posto l’indignazione e la voglia di vendetta di mezzo popolo verso un altro mezzo popolo, chi rassicurerà sui confini da non violare pena un mondo internazionale in grado di ribellarsi nei fatti e non nelle prediche.
Ecco, diciamo di avere a disposizione nel giro di un paio di anni un esercito mondiale composto dall’Europa – perlomeno latitante al di là delle retoriche quotidiane – , dai caschi dell’Onu sempre buoni piuttosto che niente, da 100 mila militari selezionati, pagati e giurati a difendere il bene dal male il giusto dall’ingiusto, un plotone di giornalisti liberi e forti, ebbene a quel punto, dove dirigiamo la nostra mente e il nostro corpo, verso che cosa, per che cosa. Ragioniamoci, non perdiamo la pazienza di ragionare, altrimenti, presto, non basteranno i talk show a renderci invulnerabili nella trincea dei nostri salotti di pelle.