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Stone balancing, le pietre degli scultori spirituali


sassi manifesto
Stone balancing
Equilibrio interiore attraverso le pietre e forma d’arte. Margherite Yourcenar nel suo noto volume dal titolo “Il tempo grande scultore” del 1983 così scrive:“ Dal giorno in cui una statua è terminata, comincia, in un certo senso, la sua vita. E’ superata la prima fase, che, per opera dello scultore, l’ha condotta dal blocco alla forma umana; ora una seconda fase, nel corso dei secoli, attraverso un alternarsi di adorazione, di ammirazione, di amore, di spregio o di indifferenza, per gradi successivi di erosione e di usura, la ricondurrà a poco a poco allo stato di minerale informe a cui l’aveva sottratta lo scultore”.
sassi copertinaE’ legittimo dunque pensare che i “balancer” con le loro creazioni stiano compiendo a ritroso il percorso messo in luce dalla Yourcernar sottraendo alla natura, a cui tutto torna, e a cui tutto deve tornare solo per poco tempo una parte di sé. Se si pensa alle prime forme d’arte scultorea ci si avvicina a queste modalità di intervento, partendo dal famoso sito neolitico di Stonehenge (pietra sospesa, da stone unito a henge – to hang- sospendere con riferimento alle architravi presenti) ad Amesbury nello Wiltshire, sulla piana di Salisbury in Inghilterra, composto da un insieme a forma circolare di pietre, in cui i megaliti hanno un orientamento che riprende i punti solari dei solstizi e degli equinozi.

Vi è la presenza di altri siti analoghi come il Cerchio di Brodgar in Scozia, successivo cronologicamente, del 7000 a.C, è il Cerchio di Brodgar in Scozia, e molti altri in cui le pietre fanno da padrone nei loro perfetti instabili equilibri millenari. Per citare uno in Italia, che sicuramente non ha la fama dei precedenti, ma che la meriterebbe sempre in questo strano e suggestivo iter tra natura, arte antica, cultura, performace e istallazioni si trova in Val Sarentino (Bz) in cui, tra l’altro, aleggiano molte favole tra storia e leggenda.

Gli "omini di pietra" della Val Sarentino, rinnovati e restaurati dai passanti, secondo consuetudini millenarie
Gli “omini di pietra” della Val Sarentino, rinnovati e restaurati dai passanti, secondo consuetudini millenarie

Raggiungendo uno dei suoi belvederi, da cui si può ammirare il ghiacciaio della Marmolada e la cima dell’Ortles si fa l’incontro dei “Stoaner men Mandln”, più di cento sculture in pietra, create dalla sovrapposizione di pietre di arenaria, le quali richiamano siano nelle fattezze che nelle dimensione la figura umana. Da un documento del 1540, si ha notizia che una certa Barbara Pachler subì un processo perché si riteneva che in quel luogo avvenissero danze di streghe e feste con il diavolo e che la donna vi partecipasse. Certo è che oltre al documento sopracitato incisioni rupestri dimostrano che il luogo era stato prescelto per il culto celtico. Un corso e ricorso vichiano dell’arte e delle sue manifestazione un viaggio a ritroso che porta al contemporaneo e che riconduce all’antico, alle prime forme di rappresentazione, anche senza il fascino che sola può solo avere la piccolissima Venere di Willendorf, (Vienna, Naturarhistoriches Museum) nella sua splendida rotondità ed esuberanza primitiva che la tinge una divina maternità. NEL BREVE FILMATO, QUI SOTTO, UNA STRAORDINARIA PERFORMANCE DI STONE-BALANCING