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Strappi di Street art, quotazioni alle stelle


Dagli strappi d’affresco agli strappi di murales realizzati da artisti contemporanei. E’ la nuova frontiera della rimozione dei dipinti parietali che apre nuovi interrogativi sulla filologia della collocazione. E’ legittimo decontestualizzare un dipinto – appositamente pensato affinché possa integrarsi con il contesto urbano – o si usa, anche in questo caso – come per gli strappi ottocenteschi che si susseguirono fino al novecento – un’operazione di violenza dettata dalla regole del mercato? Il mercato procede comunque con una rapidità che non conosce questi interrogativi. E’ il caso, tra gli altri, delle opere dell’artista e writer inglese Banksy (Bristol, 1974 o 1975), uno dei maggiori esponenti – per quanto misteriosi – artisti della Street art. Un’altra opera dell’artista, che elabora il suo linguaggio sulla linea di un figurativo d’evocazione, sarà staccata dal muro per essere venduta all’asta. Si tratta di No Ball Games, realizzata a Turnpike Lane, una strada nella parte settentrionale di Londra.

“Di questo passo, mezza Londra avrà presto pareti scorticate – commenta il Telegraph. Co.uk –  Dopo le polemiche per la vendita a Miami di Slave Labour, un’altra opera di Banksy – No Ball Games – sarà staccata dal muro e venduta all’asta”.

Il fine è quello di restaurare il dipinto, frutto di interventi successivi svolti da mani anonime e graffiti vandalici, per poi collocarlo sul mercato. Le quotazioni? Elevatissime. Il murale che raffigura gli attori di Pulp Fiction che stringono banane anziché impugnare revolver – recentemente strappato – è stato stimato attorno ai 400 000 euro. Una cifra notevole, con la quale è possibile acquistare un’opera di un autore del Rinascimento italiano. Il nuovo strappo riguarda un dipinto murale che ritrae due bambini che giocano, sotto la scritta “No Ball Games”. Secondo il giornale londinese Evening Standard, un gruppo imprenditoriale ha commissionato anche questa operazione, affermando di voler restaurare l’opera per metterla in vendita e poi devolvere parte del ricavato a una associazione no profit.

La notizia ha suscitato l’acceso disappunto degli abitanti del quartiere, accanto ai quali si sono schierati i consiglieri municipali, che hanno cercato un appiglio, anche legale, contro la rimozione dell’opera. Eppure sembra che tutto sia avvenuto regolarmente.

Accanto all’elevata qualità dei dipinti, Bansky ha alimentato la propria fama non rivelando mai la propria vera identità – in una società dell’informazione che passa ai raggi X ogni singola informazione – e attraverso azioni dimostrative come appendere una propria opera in un museo importante, all’insaputa del servizio di guardiania, attendendo che qualcuno si accorga dell’intrusione.

La tecnica che preferisce per i suoi lavori di Guerrilla art è da sempre lo stencil, che proprio con Banksy è arrivato a riscuotere un successo sempre maggiore presso gli Street artist di tutto il mondo. I suoi stencil hanno cominciato ad apparire proprio a Bristol, quindi nella capitale inglese , in particolare nelle zone a nord-est, e a seguire nelle maggiori capitali europee, notevolmente non solo sui muri delle strade, ma anche nei posti più impensati come le gabbie dello zoo di Barcellona.

Tra le azioni di guerriglia d’immagine, anche la stampa di false sterline, banconote che erano molto ben imitate, con il volto lady Diana al posto di quello della regina Elisabetta. In Italia, l’artista ha lavorato a Napoli, in Via Benedetto Croce realizzando uno stencil che reinterpretava in chiave consumistica la Santa Teresa del Bernini – con patatine e panino in mano – opera che è stata cancellata da un writer anonimo nel maggio del 2010. Resta invece, nel capoluogo partenopeo, la Madonna con la pistola a piazza Gerolomini, testimonianza del procedere dell’artista attraverso un montaggio per opposizioni, in grado di creare un’intensa contraddizione nell’immagine e di creare un cortocircuito sensoriale e intellettuale.

 

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