Derain e compagni ambivano al riscatto del colore dalla forma. Mentre il colore ci attrae immediatamente perchè spiazza la consuetudine percettiva, la mente reagisce poi con un senso di disagio, che può essere superato dalla comprensione storica del fenomeno e apprezzato. Oggi la neuroestetica dimostra che il cervello non è in grado di percepire il dato cromatico prescindendo dal confronto tra superfici adiacenti
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I disturbi mentali di cui soffriva l’artista olandese - secondo la teoria del filosofo e psichiatra tedesco Karl Jasper - avrebbero funzionato da catalizzatore nel determinare la sua immensa sensibilità pittorica
Cupido colpisce più al museo che in discoteca. E’ il risultato che emerge da uno studio scientifico condotto dall’Ipsa - Istituto italiano di psicologia analitica -, e guidato da Massimo Cicogna.
Genialità e irregolarità formano spesso un binomio indissolubile
- tanto è vero che si parla di genio, appunto, e sregolatezza -, ma in questo caso forse si è esagerato. Adolf Wolflì, svizzero (1864-1930), è stato recluso per buona parte della sua vita in manicomio, considerato un pazzo pericoloso, accusato pure di pedofilia.
"Sì. Era una persona ingestibile, che divorava giornali, film e trasmissioni televisive; un bambino che voleva tutto e subito; e poi così bello ed elegante, amante delle scarpe di marca, delle fotomodelle, delle automobili di lusso, delle droghe e dei viaggi in giro per il mondo. Schifano era curiosissimo, comprava una decina di riviste internazionali che non leggeva, teneva accesi diversi televisori nella stessa stanza, viveva in un flusso di informazioni in movimento".
Perché trentamila anni fa i pittori del Paleolitico ritraevano la profondità con le stesse tecniche di oggi? E perché i futuristi hanno “fallito” nel tentativo di rappresentare il dinamismo? Prosegue il racconto affascinante dei rapporti che intercorrono tra la fisiologia del cervello e l’espressione artistica. In questo articolo parliamo di spazio e movimento
In buona parte i malati dipinti dai pittori del Cinquecento e del Seicento erano affetti da grande isteria, e questa diagnosi retrospettiva di una malattia nervosa allora misconosciuta e attribuita a cause soprannaturali è una prova nient’affatto trascurabile della perspicacia degli artisti. E durante il Seicento, in virtù dell’amore per gli accesi contrasti che contraddistinguono la forma mentis barocca, l’osservazione diverrà ancor più ravvicinata e inquietante, fino alla rappresentazione di un autentico orrore che sommuove il volto dell’effigiato e che giunge a contagiare sinistramente l’osservatore.