Maurizio Bernardelli Curuz: "Caravaggio punta al massimo risultato. Non deve seguire un protocollo accademico. Non deve documentare nulla, del processo creativo. Vuole raggiungere un risultato che crei ammirazione sconcerto. Quindi utilizza tutto ciò che possa consentirgli di raggiungere il risultato migliore. Disegni, lacerti di tele, sagome, cartoni, mascherine, ombre, sigilli impressi sull'imprimitura, piccoli calchi, dita, vernici, pennelli grandi e pennelli da miniatore. Oggi ragioniamo per protocolli sempre più assillanti. Per schemi. E sembra spiacerci che Caravaggio abbia disegnato, usato stencil e ombre. Vorremmo che avesse fatto immagini gigantesche in pochi secondi, utilizzando il solo pennello. Perchè lo mitizziamo. Le ombre le utilizzavano gli antichi. Plinio il Vecchio dice..."
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Caravaggio’s life in Milan played out in contiguous neighbourhoods. The residence-workshop of Merisi’s maestro, Simone Peterzano, was in the parish of San Giorgio al Pozzo Bianco. Michelangelo lived and worked there from fourteen to eighteen years of age. The recent identification of more mature drawings by the young apprentice permit the claim that the temporal terms of the contract were respected and that Caravaggio did not withdraw from his obligation prior to the agreed date.