Negli ultimi, difficili anni trascorsi sempre fuggendo, da Malta alla Sicilia, Michelangelo Merisi adattò la propria pittura sulla base dei materiali, spesso di fortuna, di cui poteva disporre. Le sorprendenti scopert di Roberta Lapucci
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Dipinti come scene teatrali dalle quali emergono, dal profondo dell’ombra, idee antiche e certezze moderne, incontri e situazioni che probabilmente l’artista non riuscì ad amalgamare per raccoglierli in un tutto compiuto e coerente. Forse dovremo fare i conti, a proposito del Merisi, con quel “non detto” che ci costringiamo a colmare con documenti, congetture e punti di vista che non possono avere che soluzioni parziali, affascinanti e provvisorie
Vittorio Pirami, ex dirigente della Fininvest oggi in pensione, che dilettandosi in una ricerca sui pittori operanti a Milano nel XVII secolo, ha trovato un documento, tra quelli conservati nell’Archivio Diocesano, che attesterebbe la nascita di Michelangelo Merisi proprio a Milano
Era il giovanissimo amante di Michelangelo Merisi. Fu il suo modello per il più scandaloso di tutti i quadri dipinti dal maestro. Poi, Cecco del Caravaggio divenne a sua volta artista di vaglia, allievo prediletto del grande lombardo. Prima di scomparire nel nulla
Caravaggio dipinse il proprio giovanissimo amante come la divinità del sesso in grado di vincere ogni cosa. Ciò destò grande scandalo. E fu per il violento odio reciproco, alimentato da una calunniosa poesia caravaggesca, che Baglione gli rispose con un quadro che celebra l’amore divino e che assegna al pittore lombardo le fattezze del demonio