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Posts tagged as “claude monet”

Anteprima | Da Van Gogh a Picasso. La mostra a ottobre a Milano

A Palazzo Reale dal 17 ottobre 2019 al 9 febbraio 2020, la mostra che vi presentiamo in anteprima presenta circa cinquanta capolavori dei grandi maestri impressionisti, post-impressionisti e delle avanguardie dei primi del Novecento, tra cui Paul Cézanne, Edgar Degas, Paul Gauguin, Édouard Manet, Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Vincent van Gogh e un nucleo importante di opere di Pablo Picasso.

La falesia d'Etrat. Monet la dipinse in ogni condizione di luce e di tempo. Come cambia. Il video delle opere

Queste spiagge, quest'aria cristallina, questo costante mutamento del tempo e delle condizioni luminose sono rilevatrici - soprattutto per Monet - dell'essenza e della forma attraverso la variante del fenomeno tonale e della prospettiva aerea. Ciò testimonia la profondità di Monet, che non è stato soltanto un "grande occhio", ma uno dei pittori che hanno aperto le porte all'arte strutturale del Novecento

Fai clic ed entra nel campo di papaveri di Monet fino a vedere il più piccolo filo d'erba. Perché il rosso?

Lievi, effimeri, delicati, cangianti, estremamente sensibili ai colpi di vento. E soprattutto, rossi.  Abbiamo visto, in alcuni articoli precedenti, quanto Monet cercasse valori ottici cangianti, da fermare sulla tela. E così fu con i papaveri, con una motivazione addizionale. La pittura di paesaggio, con vedute naturali, risente normalmente della mancanza del rosso, che esiste, a livello di stesura pittorica sottostante nella forma composita di arancione o marrone. Ma le vedute naturali non si presentano mai vivide e uno dei motivi è proprio la mancanza del rosso intenso, dato quasi a corpo. Sappiamo che, per ovviare a questa carenza ottica. Turner, durante il vernissage di una mostra, aggiunse una boa rossa a una marina con navi, proprio per accendere il dipinto.  E che in tanta pittura di paesaggio con figure, dell'Ottocento, gli artisti inserivano piccoli personaggi -  macchiette - tra i quali, spesso, ce n'era uno con il cappello rosso. Questo proprio con il fine di contrastare il verde. Ora possiamo osservare, da qui con la "lente magica" le  Champ de coquelicots, 1881 58 × 79 cm Musée Boijmans Van Beuningen (Rotterdam)

I treni di Monet. Neve e fumi. Perchè li dipinse? E che significato hanno nell'Impressionismo? Il video

Nel quadro in copertina avvertiamo, senza rendercene immediatamente conto, la verità sensoriale della scena. Sentiamo il freddo umido della neve e il calore odoroso di carbone della macchina, rabbrividiamo per la galaverna sugli alberi, ci consoliamo a fronte dei fari gialli del treno, che forano un paesaggio greve di foschia. Fari e fumo che entrano in contrasto, nel nostro orizzonte sensoriale, con l'acciaio freddo, incrostato di ghiaccio, disumano, della locomotiva e del convoglio.
Monet dipinse diverse volte i treni sia nell'atmosfera vagamente turneriana della stazione di Saint Lazare che all'aperto, cogliendo soprattutto vapori e fumi e introducendo il movimento nei paesaggi immoti.

Lo stile di Monet. Capire in pochi secondi

Ciò che differenzia i pittori impressionisti dai pittori accademici della fine dell'Ottocento è una maggiore sintesi - pennellate più rapide, minor stesure sovrapposte, minori dettagli a fuoco - e un'attenzione profonda a quello che un tempo era considerato un bozzetto e che loro presentano come opera finita, ponendo molta cura nell'osservazione della luce e dei valori atmosferici e cromatici e all'attimo che fugge. Sostanzialmente lo scandalo impressionista - perchè inizialmente fu tale - fu quello di esporre un appunto visivo come un'opera finita

Quali pennelli sceglievano i grandi artisti e come li impugnavano? Perché?

Soltanto i miniaturisti possono tendere a utilizzare il pennello, come fosse un lapis o una punta d'argento e questo perchè il loro lavoro è tipologicamente più vicino al disegno che alla pittura. Negli altri casi, la distanza è garanzia i una pennellata più sciolta e rapida. Il movimento del polso contribuisce infatti a modulare in modo non lineare, tratti e luce. La scioltezza della pennellata tende immediatamente a comunicare allo spettatore l'abilità dell'artista che non si àncora a un apparato disegnativo vincolante

I papaveri nell'arte, il meccanismo della rivoluzione gioiosa di Monet

L'azione del vento sui campi, i colori cangianti dell'erba alta e dei petali, ora rossi, ora tendenti al vermiglio, ora bruniti, ma lievi e preziosi come lembi di seta e di velluto, costituivano un vero trionfo per l'occhio di Manet, per certi aspetti aperti al nuovo, ma al contempo tempo, qui,  incantati da una visione tradizionale della passeggiata, un paesaggio con figure che sembra venire dal passato.
Ciò che risulta estremamente interessante è che l'artista reitera la presenza di madre e figlio - la compagna di Monet e il loro bambino -. Prima li coglie sulla cima del dosso, poi più in basso, ma mutandone gli abiti. La presenza della mamma e del bimbo con il cappellino di paglia, che viene replicata lungo la diagonale del rettangolo, contribuisce a suscitare, come si diceva, una sensazione di movimento in discesa. Non è soltanto una preoccupazione compositiva. Monet tende a ciò che avrebbe sviluppato in modo straordinario, successivamente: suggerire il movimento reale.

Come dipingeva Claude Monet – Guarda qui "Le ninfee" con la super-lente elettronica

Da evidenziare un altro aspetto fondamentale che sfata il mito che i quadri fossero realizzati in una sola seduta. Se osserviamo nella parte bassa del dipinto vediamo che il colore di base del lago è blu scuro. Monet ha lasciato asciugare la prima preparazione e ha poi sovrapposto, a film pittorico asciutto, una pennellata trascinata color bianco sporco, che ha creato i riflessi della luce.  Da sottolineare anche il fatto che, con la direzione della pennellata, l'artista tendeva a suggerire la forma, con pochi o un sol tratto di trascinamento del colore stesso

Claude Monet – Quanto valgono i suoi quadri. I record e i prezzi stratosferici. Immagini e schede

Il mercato privilegia assolutamente - e con valori molto più elevati dell'altra produzione - le tele delle ninfee, realizzate nella maturità, dipingendo dal vero i fiori del suo stagno di Giverny. Fai con noi un viaggio tra splendidi dipinti, stime, quotazioni e risultati d'asta di un pittore amatissimo. E fondatamente tale.

Claude Monet: cosa c'è di strano in questo quadro splendido del maestro francese?

Monet trascorse l'estate del 1867 con la sua famiglia a Sainte-Adresse, una località balneare vicino a Le Havre. Fu lì che mise in posa il padre - l'uomo seduto, che indossa un cappello Panama - e altri parenti. Da notare un altro particolare. L'artista dipinse la scena, restando su una terrazza anteriore dell'albergo. In questo mutamento del punto di vista - contro la centralità prospettica della tradizione occidentale - reso omaggio alla pittura giapponese, in quegli anni in grande auge. Anche se un quadro non ancora totalmente impressionista, Monet lo espose alla quarta mostra impressionista del 1879 come Jardin à Sainte-Adresse