Crea e distrugge una miriade di incredibili paesaggi di fantasia. Immortala scene fuori dal tempo. I suoi scatti stanno facendo il giro del mondo e sono sempre più richiesti. "La mia arte è una via di fuga - spiega l'artista - dal grigiore, dalla frustazione e dalle repressioni sociali che caratterizzano il nostro mondo. E' un modo di evadere dalla realtà e di scrollarsi di dosso tutto il peso della vita di tutti i giorni".
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Monasticamente - come astrattista - Pierrette Bloch - Parigi, 16 giugno 1928-7 luglio 2017 - visse tra le sue linee, in bianco e nero. Diede un grande ritmo alle sue tele e alle sue carte, lavorando soventemente con un pastello ad olio, bianco, - con qualche piccolo intervento di pastello secco - che le consentiva di seguire il ritmo sinusoidale del cuore. Il pastello ad olio era questo: scioltezza nel movimento, che un pennello non avrebbe mai potuto dare. Enormi spartiti senza pentagrammi, in cui punti e linee ricurve, sciolte e torte come un filo di lana recuperato progressivamente da un vecchio maglione. Ciò che pulsa è il cuore, le cui contrazioni si estendono ai muscoli del braccio, giungono allo snodo del polso, per farsi linea ascendente e discendente, dopo la curva di un un occhiello. Ma la sua ricerca fu vasta. Giunse a realizzare opere utilizzando capelli, tutti annodati, così da formare linee. Sperimentò bitumi e inchiostri. Il nero è scrittura
E'soprattutto considerata, con Caravaggio e Panfilo Nuvolone, anch'egli pittore milanese, tra i fondatori del genere della natura morta autonoma, come soggetto non inserito in altre composizioni. I suoi still life sono caratterizzati generalmente da eleganti alzate - centrotavola - con frutta, resa con straordinario realismo e morbidezza. Questa specializzazione, incentivata dalla diffusione del nuovo modello iconografico, la portò a lavorare molto in questa direzione. Tra le 63 opere inserite nel suo catalogo generale, ben 44 sono nature morte. Fede Galizia preferì la pittura al matrimonio, dal quale sarebbe stata certamente allontanata dall'attività, e rimase pertanto nubile
Sonia affiancò il marito, Robert Delaunay, nelle ricerche sul colore e sulla rifrazione della luce, in cui l'effetto dinamico è espresso dalle sole modulazioni del colore e della luce che danno all'opera un tono lirico, approdando al movimento chiamato orfismo. Sonia Terk cercò di portare l'orfismo oltre i confini della pittura: a partire dal 1913 realizzò stoffe a contrasti simultanei, creazioni astratte di carta e tessut
Il colpo di stato bloccò la carriera di Zeid come pittrice. Da principessa celebrata divenne una signora da evitare, per non subire ripercussioni politiche. La ruota della fortuna può girare rapidamente. E l'umanità, spesso, non si rivela degna di se stessa, perché procede per allontanamenti e cancellazioni. La principessa e la sua famiglia si trasferirono in un appartamento a Londra e all'età di cinquantasette anni, Zeid cucinò il suo primo pasto. La cucina, al di là del fatto che era diventato anche per lei il luogo della necessità, le offrì comunque alcuni spunti creativi. Iniziò a dipingere gli ossi dei polli, creando sculture a cataste, coperte in resina , chiamate paléokrystalos. Nei dipinti, nello stesso periodo, iniziò ad allontanarsi dall'astrazione e a realizzare ritratti di familiari ed amici.
Il concetto chiave che più di ogni altro caratterizza l’opera di Lassnig è quello di Körpergefühl o "consapevolezza corporea"; infatti analizzando introspettivamente la vera natura della propria condizione, seppe usare il mezzo artistico per esprimere sensazioni corporee. Sono numerosi gli autoritratti che danno prova della particolarissima forma di autoanalisi cui l’artista, dalla profonda sensibilità, si sottoponeva costantemente. La mostra organizzata dagli Uffizi
Alcune artiste attive nei primi decenni del XX secolo trasformarono i tradizionali lavori femminili in opere d’arte. E ciò fu provocazione. L’ago al posto del pennello, a dimostrazione che l’artista può utilizzare qualunque mezzo per esprimere la propria realtà creativa, anche passando attraverso gli utensili che, in qualche modo erano simbolo della loro sottomissione
Era figlia di Giovanni Andrea Sirani, assistente principale Guido Reni, ottimo pittore al quale il destino aveva riservato l'impossibilità di continuare a dipingere a causa di una forma di gotta che lo aveva colpito, oltre ai piedi, anche alle mani. Elisabetta, che si era formata nella bottega del padre, prese le redini dell'impresa paterna e la volse al femminile, chiamando a lavorare giovani colleghe, tra le quali la pittrice Ginevra Cantofoli
“Pochi sanno che da ben più di cinque secoli Firenze è un vero e proprio centro per l'arte al femminile” spiega Jane Fortune, fondatore e presidente di AWA. “Le opere di artiste donne che abbiamo ritracciato e censito nei musei e chiese di Firenze sono più di 2.000. Sono una parte ‘invisibile’ della storia dell’arte, che necessita di essere restituita al pubblico. Plautilla Nelli ha aperto la strada ad altre donne della sua epoca e ha goduto di un successo senza precedenti. È l'ispirazione il vero stimolo della nostra missione: dare voce alle donne artiste del passato. Grazie a questa mostra, Nelli non sarà più tra le artiste ‘invisibili’”. La mostra realizzata dagli Uffizi