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Posts tagged as “il calco nella scultura”

Canova e il calco in gesso. L’accusa parte da "Dedalo ed Icaro"

L’opera, conclusa nel 1779, appartiene al primo periodo dello scultore. Attorno a queste due figure sorse l’accusa di utilizzo di calchi dal vivo, come pare evidente dal volto del vecchio, che non rivela l’idealizzazione dei tratti somatici che diventerà elemento caratterizzante di numerosi lavori del maestro di Possagno.

Heather Dewey-Hagborg, l' artista ricostruisce facce-sculture di sconosciuti da tracce di Dna. Ecco come. Il video

La newyorkese Heather Dewey-Hagborg raccoglie capelli, tracce di saliva, residui organici per strada e, utilizzando strumenti da laboratorio, crea una versione 3D del volto della persona a cui appartiene il campione. Il tutto in nome dell'arte e della scienza.

L'incoffessabile segreto di Canova: usò calchi a vivo o calchi dal vero. Il giallo, la soluzione

Perché quella compressione? Forse perché il gesso provocò quell’effetto maglietta-bagnata che abbiamo visto migliaia di volte sui toraci delle pin-up rimontanti dal mare con passi di divinità prodotte dalla spuma? La compressione del seno evidenzia la presenza di un peso - che non esiste più - che ha provocato la lieve deformazione della mammella. Ecco. Il gesso, allora. Il gesso apposto a un seno per un’operazione di calco dal vero provocherebbe sul capezzolo e sulla parte superiore dell’areola lo stesso effetto.

Il calco nella scultura – La storia, gli scandali. Qui anche prodotti e tecniche

I modelli venivano avvolti dal gesso e chi posava correva il rischio di morire

Come si esegue il calco dal vero di un volto per una scultura. Il video

Nelle fabbriche ottocentesche dei calchi, che rifornivano poi gli scultori europei - imprese situate soprattutto a Parigi - si ricavavano calchi di ogni parte anatonomica, degli animali più diffusi - persino dei cavalli, per le statue equestri - e di ogni oggetto. Gli scultori potevano poi procedere all'assemblaggio dei gessi. Qualche infortunio mortale ebbe luogo in alcune nuove botteghe di scultura, dove si tentarono calchi completi del corpo, con la copertura totale.

Maschere funebri, a cosa servivano, come venivano fatte. Ecco quella di Modigliani

L'uso delle maschere funebri è antichissimo. Si ritiene infatti che i volti di cera degli antenati, presenti nelle case degli antichi romani, derivassero, in buona parte, dai calchi dei volti dei defunti. Ciò consentiva di conservare l'immagine tridimensionale del viso dell'estinto. I calchi venivano compiuti con materiale che si rapprendeva con una certa rapidità, come il gesso. Il calco in gesso del volto funebre e della mano fu in uso fino al primo decennio del Novecento, anche se già si riteneva questo ricordo tridimensionale troppo macabro