Un bambino di due anni, che abita a Trento, scompare il Giovedì Santo da casa. Tutti lo cercano. Il giorno di Pasqua alcuni ebrei segnalano al vescovo di aver visto il piccolo, morto nella roggia. Il suo corpo è seviziato e straziato; decine e decine di colpi di chiodo segnano la sua pelle; gli assassini gli hanno tagliato i genitali. E si scatena la rabbia contro gli ebrei. Ma quale verità può emergere dall'analisi delle stampe, degli affreschi e dei quadri?
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Nel 1947, in seguito a lavori di consolidamento del Torrione medievale danneggiato durante il
secondo conflitto mondiale, sotto l’ultima rampa di scale fu scoperta una cella di appena mt. 1,20 x
2,00, con le pareti interamente ricoperte di iscrizioni e disegni rossastri, come in un fumetto.
Era l’angusta prigione a cui messer Filippo aveva affidato il racconto della sua triste storia
d’amore.Dagli archivi marchigiani è emerso che un certo Filippo detto il Diavolino – uomo colto,
esperto in diplomazia e navigazione - frequentava la corte del Ducato di Camerino ( comprendente
anche il territorio di Fermo) durante il periodo della reggenza della Duchessa Caterina Cybo Da
Varano ( 1527-1535). La coincidenza di nome e soprannome del protagonista della nostra storia,
oltre alla relazione con stemmi nobiliari, non lascia dubbi.
Dalla pittrice e conduttrice televisiva, Lisa della Noce, all'americano Vincent Castglia che ottiene effetti sorprendenti nell'ambito della pittura figurativa. L'articolo e i filmati. Naturalmente tutto inizia con un prelievo o, per Vincent, con un salasso