Il “tappeto” si trovava all’interno di una ricca domus, sulla quale sorse secoli dopo il Monastero di San Colombano
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La Domus dei tappeti di pietra è un ambiente ipogeo situato circa tre metri sotto la Chiesa di Sant'Eufemia.
Venne portato casualmente alla luce nel 1993 durante i lavori per la costruzione di alcune autorimesse sotterranee in via D'Azeglio 47
Mosaici, monete, forcine trovati alla base dell'antico edificio. La villa appena scoperta si trovava in un punto nevralgico per la romanità. E parrebbe evidente che in queste zone abitassero nostri connazionali, chiamati a coordinare e a gestire l'occupazione della Britannia. Il mosaico, lungo otto metri, sarà rimosso entro la fine dell'anno per lavori di restauro
Ora il Comune sta pensando a una soluzione per non coprire l'opera, mentre le indagini proseguiranno per poter far piena luce sui resti di un edificio romano, individuato già un secolo fa, anche a livello delle fondazione degli edifici medievali dell'area. Una villa urbana? Un edificio pubblico?
Hanno inventato una nuova disciplina artistica e ora sono chiamati, in tutto il mondo, per collocare cerotti colorati sulle ferite delle strade. Le due scuole principali si fronteggiano. Astrato o figurativo neo-pop che ricorda i mosaici dell'antichità?
L’unicità di un oggetto ordinario, l’indagine di un vissuto straordinario. Tra le fette di una semplice zucchina si cela la scoperta di un percorso individuale, di una specificità distintiva: così la dicotomia alimento/oggetto si fa metafora dell’individualità rispetto alla moltitudine, svelando agli occhi di chi guarda e interpreta la singolarità di ciò che appare comune.