Il rilievo occupa una posizione particolare: non decora l’esterno della vasca, ma il suo interno ed è localizzato a quasi due metri di profondità. In origine doveva essere decorato da una struttura metallica. A cosa serviva? La risposta degli archeologi
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Risolto il mistero della testa di toro nella “vasca magica” etrusco-romana di San Casciano dei Bagni
L'individuazione di nuovi materiali iconici, portati alla luce dal nostro gruppo di ricerca, consente di affermare che Caravaggio concepì la scena come atto finale dell'uccisione di un toro, al termine di un rituale di morte, paragonabile a una tauromachia. Il toro è il possente Oloferne che, a causa del desiderio sessuale imperioso e della violenza che caratterizza i capi degli eserciti invasori, finisce per essere preda della sua stessa preda, Giuditta, che qui è concepita da Caravaggio come un matador, che finisce la bestia con la spada, recidendole la testa.