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Posts tagged as “Insetti e piccole creature nell’arte”

Il significato della coccinella nel linguaggio dei simboli. Come realizzarla in segnalibro. Il video

Per quanto scarsamente utilizzata nell'arte antica, la coccinella è un simbolo positivo molto presente nella cultura contemporanea, dopo aver vissuto una stagione leggendaria fortunata tra i bambini delle altri epoche. E' certamente, ancor più della farfalla, l'animaletto più pop del mondo. Il Rosso-ferrari della livrea, le allegre decorazioni a pois, la semplice forma emisferica, il musetto di "semplice" produzione, la sua attinenza visiva con la Coca Cola, lo rendono assolutamente un oggetto molto raffigurato nella cultura popolare e industriale del Novecento. Esso significa, gioia, pulizia, correttezza, bontà, amore. La Coccinella era ed è considerata un insetto portafortuna specie quando associata al quadrifoglio

Pennelli e pidocchi, il rito dello spidocchiamento nella pittura e nella vita

Lo spidocchiamento fu un diffusissimo rito igienico con connotazioni sociali e sessuali testimoniato dalla pittura di genere. Dal diario al resoconto inquisitorio: il passo verso la pittura è breve. Nel XVII secolo la preclusione culturale nei confronti dell’acqua è molto più d’una constatazione. Le pitture sei-settecentesche, tanto per contribuire a rivelare quell’universo femminile che orbita intorno ai balzi dei parassiti, hanno privilegiato scene di donne intente alla doverosa incombenza.

Il dna degli uomini primitivi: i segni "innati" sopravvissuti nei ritratti moderni. Mosche, farfalle, libellule, stelle…

L’arte rupestre appare come l’espressione di un linguaggio primordiale, anche se con differenti dialetti, che può essere letto indipendentemente dall’idioma moderno nel quale una persona pensa e comunica. Gli archetipi sono ancora funzionanti e trasmettono messaggi immediati e profondi

Cervo volante – Il significato nell’arte e nella pittura. Cosa significa nel sogno

La sua forma, che nella parte anteriore e nell’articolazione delle zampe mostra un infinito numero di angoli acuti, rinvia alla morfologia dei piccoli demoni volatili che, a partire dall’epoca ellenistica, nel corso della quale avevano la semplice funzione di rappresentare l’anima, entrarono in dipinti, frammisti al respiro agonizzante dei reprobi moribondi e degli indemoniati, o stazionanti, con le nere, pullulanti inquietudini dei loro corpi luridi, nelle città invase dal maligno (come avviene nel celeberrimo affresco di Giotto dedicato alla cacciata del demonio dalla città di Arezzo, grazie alla benedizione impartita da san Francesco)