La ricercatrice, ha lavorato nei termini del restauro virtuale, portando in luce la figura. La nostra verifica conferma la portata della scoperta.Il simbolo di Matteo è un angelo, come un'aquila indica Giovanni, un toro indica Luca, un leone indica Marco. L'angelo ha una funzione segnalatrice che viene velata dalla finestra, ma insiste dietro ad essa come un'ombra attiva, sia sotto il profilo visivo che semantico. Accanto a questo piano simbolico l'Angelo ha una funzione visiva - il rivelarsi come una presenza attiva sulla parete claustrofobica del dipinto -. L'angelo inoltre è saldamente connesso con l'Annunciazione, con l'accettazione della paternità da parte di Giuseppe, con l'Annuncio ai pastori, con La resurrezione e si trova negli episodi evangelici che qui abbiamo accennato, nel Vangelo di Matteo stesso
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Una posizione spesso ripetuta. Non pose sconvolgenti, come quelle di Klimt, ottimo pornografo. Tutto si ferma prima. Ma è travolgente. E' l'inizio dell'arsione. Uomo. Donna. E Una finestra. Più grande, più piccola. Quella finestra oltre la quale c'è il mondo. E il bacio, rubato alla visione di tutti, dietro le tende, in un punto isiolato, nel quale il tempo accende la propria vampa, ma tutto sembra eterno. Munch è un ibseniano. E, per capirlo meglio, siccome egli discende dai pensatori schopenaeuriani, somiglia per tanti aspetti al nostro Leopardi, nonostante egli operi quasi un secolo dopo. L'amore è il pensiero dominante, ma solo perchè è necessario alla specie. E' una volontà della natura. E tutto è un possente errore. Grande realista - nel doloroso linguaggio espressionista - o supremo nichilista? Munch è certo devastato dal nulla. E anche quando gli si prospetta qualche legame sentimentale importante rifiuta di avere relazioni più stabili poichè ritiene che la pittura richieda una solitudine sacerdotale
La presenza delle signore sui balconi o tra i vetri era regolamentato, nel passato, da ferree norme morali, che oggi abbiamo dimenticato. Le “donne per bene” potevano liberamente mostrarsi alla finestra soltanto in alcuni periodi, ma con un abbigliamento che ne denotasse la condizione sociale e che evitasse ogni fraintendimento. Quando i cambiamenti non ci fanno comprendere appieno il significato dei quadri
A lungo gli studiosi avevano collocato la nascita delle vetrate in età carolingia. Ora nuove tecniche di esame dei frammenti consentono di anticipare l’“invenzione” del genere ai primi secoli dell’Impero romano
Le nuove tecnologie applicate al campo della comunicazione costituiscono una vera rivoluzione antropologica, così da mutare radicalmente il sentimento dell'attesa o la sua costruzione, in aspettativa. Ciò che da un lato ci viene dato nell'ambito della rapidità assoluta nella veicolazione di informazioni ci viene tolto nel campo della resistenza alla fatica nell'applicazione di procedure non immediatamente realizzabili poiché dotate di complessità e di risultati trasposti nel tempo
Il fascino delle natiche femminili appare, in anni antichi, anche nel quadro di un pittore macchiaiolo, che coglie così la propria moglie, mentre osserva il giardino dalla finestra, nella postura all'apparenza meno studiata, ma non per questo meno foriera di incendi. L'opera è di Vito D'Ancona. S'intitola "Vista sul pomaio". E' del 1873. Lei ha i fianchi contro il muro sottostante la finestra, i gomiti appoggiati, la parte anteriore del corpo protesa verso il vuoto. E leggiadro, in semitrasparenza, appare il lato B, intuibile sotto l'abito. Più esplicita, in quella posa, è la giovane donna di Salvador Dalì. La ragazzina - la sorella - appare alla finestra in un tuttoblu di matrice spiritualista che non può nascondere la bellezza delle natiche