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Posts tagged as “Le finestre nell’arte”

Pittura e Psicologia. Cosa significano le malinconiche finestre di Hopper

Secondo l’opinione di Hillman, sia in pittura che nel cinema, questo elemento architettonico ha svolto e svolge tuttora un ruolo decisivo per il nostro immaginario. E proprio Hopper è stato un “genio della finestra”, colta sia dall’interno che dall’esterno. Prima di lui, nell’affrontare il tema, “geni” erano stati Rembrandt, Vermeer e molti altri. Tornando ad Hopper, è d’obbligo riconoscere che egli sia stato, con i suoi ambienti silenziosi e le scene distaccate, un interprete profondo delle relazioni umane. Al tempo stesso, le architetture rivestono un ruolo primario all’interno delle sue composizioni, e per questo motivo il pittore ha giocato con elementi lontani dalla mera realtà: finestre sproporzionate rispetto alla mute figure umane e una luce il più delle volte “tremenda”

Il meraviglioso chalet del pittore Balthus. 113 finestre, facciata scolpita nel Settecento. Il video

Costruito tra il 1752 e il 1756 da David Henchoz, il Grand Chalet, patrimonio nazionale svizzero -  113 finestre, facciate scolpite - è tra i più antichi chalet in Svizzera. Fu inizialmente progettato per ospitare grandi botti di legno per la commercializzazione all'ingrosso di formaggio. Le sue dimensioni sono state determinate dalla necessità di creare questi spazi sotterranei, condizionando così la struttura dell'intero edificio. Rimase nelle mani della stessa famiglia fino al 1875, trasformato nel 1852 in albergo pensione solida reputazione, che ospitò personaggi  come Victor Hugo o Alfred Dreyfus. Il pittore Balthus - al secolo Conte Balthazar Klossowski de Rola - acquistò lo splendido immobile nel 1977 e vi si stabilì con la moglie, la contessa Setsuko Klossowska Rola e la loro figlia Harumi. Rimarrà lì fino alla fine della sua vita. Ancora oggi, questo luogo unico e senza tempo è sia la residenza di famiglia che la sede della Fondazione Balthus

Caravaggio, c'è un Angelo dietro la finestra. La scoperta di Nadia Scardeoni apre nuove strade di ricerca

La ricercatrice, ha lavorato nei termini del restauro virtuale, portando in luce la figura. La nostra verifica conferma la portata della scoperta.Il simbolo di Matteo è un angelo, come un'aquila indica Giovanni, un toro indica Luca, un leone indica Marco. L'angelo ha una funzione segnalatrice che viene velata dalla finestra, ma insiste dietro ad essa come un'ombra attiva, sia sotto il profilo visivo che semantico. Accanto a questo piano simbolico l'Angelo ha una funzione visiva - il rivelarsi come una presenza attiva sulla parete claustrofobica del dipinto -. L'angelo inoltre è saldamente connesso con l'Annunciazione, con l'accettazione della paternità da parte di Giuseppe, con l'Annuncio ai pastori, con La resurrezione e si trova negli episodi evangelici che qui abbiamo accennato, nel Vangelo di Matteo stesso

C’è un morto nel ritratto. Come riconoscere presenze funebri nei dipinti. Finestre, alberi, tempeste

La pittura del Cinquecento si misurò con i volti delle persone defunte. Ma per suggerirne la nuova, eterna
condizione, distinguendo l’effigie dello scomparso dall’immagine di una persona ritratta in vita, utilizzava un linguaggio simbolico che faceva uso di alberi spezzati, di figure spettrali e di tempeste.Ecco alcuni esempi

Finestre, vetri, labirinti di luce lattiginosa. Il pittore esistenzialista che precedette Hopper. Il video

il primo maestro di Hammershøi fu Niels Christian Kierkegaard (24 settembre 1806 - 14 agosto 1882) disegnatore e litografo danese, cugino del filosofo Søren Kierkegaard, considerato il primo esistenzialista. Secondo l'esistenzialista, il punto di partenza dell'individuo è caratterizzato da ciò che è stato definito "l'atteggiamento esistenziale", o un senso di disorientamento, confusione o terrore di fronte a un mondo apparentemente privo di significato o assurdo. La pittura del danese ne pare la diretta emanazione

Quadri di donne alla finestra, chi erano? Perchè davano scandalo?

La presenza delle signore sui balconi o tra i vetri era regolamentato, nel passato, da ferree norme morali, che oggi abbiamo dimenticato. Le “donne per bene” potevano liberamente mostrarsi alla finestra soltanto in alcuni periodi, ma con un abbigliamento che ne denotasse la condizione sociale e che evitasse ogni fraintendimento. Quando i cambiamenti non ci fanno comprendere appieno il significato dei quadri

Guernica di Picasso. Prima stesura? Nel 1446. Le matrici del capolavoro. L’urlo

Abbiamo analizzato struttura e lessico figurativo della grande opera di Picasso. Da ciò emerge con chiarezza che il capolavoro-denuncia pone le proprie radici nel Trionfo della Morte affrescato da un anonimo a Palermo a metà del XV secolo. Ecco come l’artista novecentesco recupera e rilancia creativamente l’antica matrice

L'attesa nella pittura – Piccola storia di una condizione e di un sentimento perduti

Le nuove tecnologie applicate al campo della comunicazione costituiscono una vera rivoluzione antropologica, così da mutare radicalmente il sentimento dell'attesa o la sua costruzione, in aspettativa. Ciò che da un lato ci viene dato nell'ambito della rapidità assoluta nella veicolazione di informazioni ci viene tolto nel campo della resistenza alla fatica nell'applicazione di procedure non immediatamente realizzabili poiché dotate di complessità e di risultati trasposti nel tempo

Lucien Clergue, l'amico di Picasso che studiò il nudo zebrato. Le immagini, il video

Fotografie nelle quali il corpo delle modelle appare sezionato e potenziato, nella struttura, dall'andamento di linee sinuose parallele create dalla luce e dalle ombre nette, tagliate sulla pelle dalle veneziane delle finestra. Affinchè le ombre avessero margini molto marcati e netti, il fotografo poneva le modelle a una distanza ravvicinata rispetto alle veneziane stesse, affinchè il punto di demarcazione tra luce ed ombra annullasse ogni sfumatura, ma presentasse una messa a fuoco esterna alla fotografia