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Posts tagged as “Linguaggio dei gesti nella pittura”

Vergine delle Rocce – La mano di Dio e il rivelato linguaggio dei gesti nel quadro di Leonardo

Claudio A. Barzaghi analizza accuratamente e genialmente l'opera, individuando percorsi semantici sottotraccia eppur rilevantissimi. Le espressioni gestuali dei sacri personaggi, l'eco delle montagne che formano mani e dita, il racconto circolare del mistero di Cristo. Il raccordo con gli scritti di Leonardo e con le evidenze storiche e teologiche
[caption id="attachment_23327" align="aligncenter" width="640"]Leonardo da Vinci, Cartone di sant'Anna (Sant'Anna, la Madonna, il Bambino e san Giovannino) , 1501-1505 circa, disegno a gessetto nero, biacca e sfumino su carta, 141,5x104,6 cm., di Leonardo da Vinci, databile al 1501-1505, Londra National Gallery Leonardo da Vinci, Cartone di sant'Anna (Sant'Anna, la Madonna, il Bambino e san Giovannino) , 1501-1505 circa, disegno a gessetto nero, biacca e sfumino su carta, 141,5x104,6 cm., di Leonardo da Vinci, databile al 1501-1505, Londra National Gallery[/caption]

La funzione espressiva delle mani e dei gesti nel cinema. Un percorso nel Novecento. Il video

Mentre il teatro richiede il gesto ampio ed eloquente, il cinema - che opera in riprese ravvicinate -  ripristina il gesto naturale che, nell'ambito espressivo, troviamo spesso nella pittura figurativa. La mano che indica appartenne in modo profondo al piano della comunicazione teologica in Leonardo. Quanto la mano che protegge. Nel filmato vedremo invece le principali principali ed eloquenti espressioni del linguaggio manuale

Quella mano accanto all’orecchio di Orsola importa nel sogno il suono del futuro martirio

Il flebile suono del futuro ‑ che scivola su quella mano in parte all’orecchio ‑ nel silenzio all’apparenza immoto della stanza, richiama l’attenzione dello spettatore. I teleri che coprivano le pareti della sala dell’albergo della scuola (oggi conservate in una ricostruzione parziale alle Gallerie dell’Accademia), precipitavano in direzione della tela del sogno, che inequivocabilmente funge da intenso elemento di collegamento tra la storia reale dei viaggi di Orsola e la seconda sezione dedicata al dramma, al martirio e al funerale. Il telaio pressoché quadrato dell’opera, forse così concepito perché già “scatola del sogno”, è frutto di un’attenta geometria che scandisce tutti gli spazi della scena

Fili, ragnatele, mani rapaci, incubi e fumi. L’universo surreale e inquietante di Kyle Thompson. Il video

Case abbandonate, foreste vuote, fiumi, laghi, sono gli scenari in cui l'artista elabora le sue scene, intervenendo con fumo, effetti di luce e con oggetti della sua quotidianità. Kyle Thompson è nato a Chicago l'11 gennaio 1992. Ha iniziato a fotografare all'età di diciannove anni dopo aver trovato interesse nelle vicine case abbandonate. Il suo lavoro è composto principalmente da autoritratti surreali e bizzarri, che spesso si svolgono in foreste deserte e in edifici fatiscenti e fantasmatici.