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Posts tagged as “Lo specchio nell’arte”

Gli spazi doppi, i fili di Penelope, gli specchi e le opere di rifrazione nella poetica di Paolo Masi

Il titolo Doppio spazio vuole sottolineare l'attitudine di Paolo Masi di far convivere lo spazio dell'arte e quello della vita, il gesto del singolo con le esigenze della collettività, la libertà dalle regole con le regole della libertà. In questa prospettiva, emergono tre aspetti fondamentali e costanti del suo lavoro: l’indagine della vibrazione del colore in dialogo con la storia della pittura e con l'aderenza alla propria attualità, la libertà combinatoria tra linee, superfici e relazione colore-materiali, e infine la dialettica con lo spazio pubblico

Attraverso lo specchio, nell’arte contemporanea. Il piatto-analisi di Gualtiero Marchesi

Gli specchi di Baj. “Certamente” scriveva nel lontano 1960 il poeta e critico d’arte francese André Pieyre de Mandiargues “si sarebbe già dovuto pensare a meglio utilizzare lo specchio tra gli innumerevoli materiali impiegati nell’arte moderna, tanto più che gli antichi specchi di Venezia avevano già mostrato, dietro le loro figurine incise, profondità pallide e insondabili. Spettava quindi a un italiano di constatarne e utilizzarne la scoperta.

Il gioiello-scimmia in Rubens avvertiva, con lo specchio, rischi della vanità nelle bambine

la scimmia che è raffigurata sulla manica della nobile bambina, ritratta nel 1601 circa da Rubens, simboleggia prosperità e protezione dalle malattie, come il corallo – rappresentato anche nel Ritratto di Giovanni de’ Medici, dipinto da Bronzino nel 1549 -, rimedio contro malocchio e infermità, proprio grazie ai rametti appuntiti che avevano la capacità di deviare l’influsso malefico

[caption id="attachment_27740" align="aligncenter" width="684"]P.P.RUBENS, Ritratto di Eleonora Gonzaga all'età di tre anni (part.), 1601 ca., olio su tela, cm. 76 × 49,5, Vienna, Kunsthistorisches Museum P.P.RUBENS, Ritratto di Eleonora Gonzaga all'età di tre anni, 1601 ca., olio su tela, cm. 76 × 49,5, Vienna, Kunsthistorisches Museum. Nel cerchio, il gioiello portafortuna che allude, al tempo stesso, alla vanità femminile. La scimmia, infatti si specchia[/caption]

Sai qual è il significato dello specchio nell'arte e nel cinema? L'analisi

Mentre nel medioevo era legato ai rischi della vanità femminile o alla perdita dei contatti con il mondo - mito di Narciso - lo specchio, nella modernità diviene sempre più il simbolo del doppio che si manifesta all'esterno di ognuno di noi e alla complessità della psiche. La diffusione novecentesca dello specchio nell'arte e nel cinema è sorretta soprattutto dal pensiero freudiano e dalla psicanalisi, che dà forma alle stratificazioni psichiche dell'essere umano, caratterizzato da profonde contraddizioni, tra regole morali, desideri basici, aspettative sociali ecc. Nell'occhio che guarda. lo specchio riporta una condizione esterna di somma delle proiezioni psichiche e del vissuto. Ma l'ossessione nei confronti del "chi sono" e "come vengo visto dagli altri" trova sviluppo, soprattutto a partire dalla fine dell'Ottocento, nella forma dell'autoritratto - pensiamo a Van Gogh - che altro non è che una forma pittorica di analisi speculare

I vizi capitali della coppia. I quattro dipinti di Bellini sul mobile nuziale. Malinconia, vanità, rabbia

I nodi simbolici delle opere di Giambellino realizzate per il restelo matrimoniale dell’allievo Vincenzo Catena. Nel mobiletto “da bagno” gli avvertimenti giornalieri all’uomo e alla donna sugli infortuni della virtù e un monito sull’inevitabile concatenazione dei peccati capitali

Helidon Xhixha – Come scolpire la luce, l’acciaio nell’arte

E’ per arrivare a questo che ho intrapreso da anni una costante ricerca, sia stilistica che tecnica, che mi ha portato ad un linguaggio aniconico. Resta il fatto che la conoscenza del disegno e dell’arte figurativa, la padronanza di quei mezzi di rilettura della realtà, restano un imprescindibile punto di partenza anche per ogni ricerca informale.

Michelangelo Pistoletto, specchi, quotazioni gratis e intervista

Pistoletto ripercorre in un’intervista le tappe della sua lunga ricerca creativa - Dalla giovanile volontà di “riaprire la questione della prospettiva” alle idee rivoluzionarie dei “Quadri specchianti”, dalla “Venere degli stracci”, opera emblema dell’Arte Povera, alla riflessione sulla materia di “Poetica dura”

Ano Nyme, così un bunker tedesco è stato trasformato in un gioiello fiabesco di luce

Il vecchio bunker tedesco dardeggia sole, onde frantumate, occhieggia d'azzurro, segmenta, da un lato, il blu marino e, dall'altro, l'oro del tramonto che brilla sulla sabbia. Questa splendida opera d'architettura e di land art ha permesso la trasformazione assoluta, in un riflesso, di un appostamento di guerra, sulla spiaggia di Dunkerque, in Francia. Un edificio miltare di 350 metri quadrati di cemento coperto da un artista francese da migliaia di specchi frantumati. L'artista è stato costretto, all'inizio, ad operare nell'anonimato più assoluto, come accadde per il writer inglese Banksy. "Sì - dice Ano Nyme a Stile Arte - Ho iniziato quest'opera senza autizzazione. La gente voleva conoscere il mio nome, così io rispondevo:Anonyme. E il nome è rimasto"